Partiamo da un sunto da cui non possiamo prescindere: “Tríptiko” è un concerto multimediale ispirato alle opere di Hieronymus Bosch contenute nel Museo del Prado, ideato nel 2019 dai Fernweh in collaborazione con il video artista Rino Stefano Tagliafierro e lo studio milanese di visual design Karmachina. Ma è anche vero che “Tríptiko” da se sembra essere un film che riconducono dentro una non soluzione delle cose… la contemplazione diviene il punto nevralgico di un suono che mostra ampi richiami alle antichità ma anche un doveroso rispetto alle nuove misure del suono digitale. “Tríptiko” è la colonna sonora di una contemplazione. Chiudiamo dicendo che tra queste domande e le loro risposte, in mezzo, abbiamo perduto un gigante delle visioni sonore ampiamente citato a seguire… il pensiero ovviamente raggiunge Sakamoto e tutto il suo patrimonio che ci lascia in eredità.
Immagine e suono. Secondo voi esiste una connessione univoca? Oppure, come accade a questo concerto, è una codifica personale dell’arte visiva? Crediamo più a un’interpretazione personale, e conseguente trasposizione musicale, dell'arte visiva. Non crediamo esista una connessione univoca a priori tra determinate immagini e suoni, ma esiste una band/artista che in base alla propria posizionalità artistica e culturale riflette su un'opera e decide che interpretazione sonora offrire.
Ispirazione che in prima battuta sembrano provenire dal mondo orientale. Cosa mi dite? Questa ci è nuova, ma è un'interpretazione interessante. Sicuramente tra i nostri ascolti compaiono più personalità artistiche e collettivi da Giappone, Cina o Medio Oriente per dire, tutti appartenenti all'interno di scene musicali transnazionali molto differenti tra di loro. Ma nel caso di Tríptiko non abbiamo esplicitamente pensato o attinto da musica dal mondo orientale, passato o contemporaneo. Ci siamo invece maggiormente concentrati nel cercare di far comunicare il senso di inquietudine dei quadri di Bosch con quella che è la nostra cifra musicale, con diversi interventi esplicitamente ispirati, dal punto di vista armonico, dalla musica rinascimentale.
E se potessi pensare ad un nome farei quello di Sakamoto… cosa mi dite? Sakamoto fa parte degli ascolti a cui siamo affezionati, dal suo lavoro da solista, alle colonne sonore, alle sue collaborazioni con Alva Noto. Il suo lavoro ha sicuramente giocato un ruolo importante nel nostro modo di intendere e fare musica, quindi non ci sorprende che questa influenza venga fuori, anche in maniera molto inconsapevole e non programmata. Una delle soddisfazioni più grosse per noi è stata, guarda caso, proprio l'apprezzamento di Tríptiko da parte di Sakamoto in persona, quando il canale d'arte Powland ha condiviso un piccolo estratto del progetto audiovisuale.
Parliamo del grande concerto: multidisciplinare, multimediale… cos’è accaduto sul palco? Il concerto da cui ha avuto origine tutto il progetto di Tríptiko, album incluso, è avvenuto a Oviedo in occasione dell'edizione 2019 del festival organizzato dalla Fundación Princesa de Asturias. È stata un'esperienza incredibile soprattutto per il carattere suggestivo del luogo del concerto, un enorme antica fabbrica di armi ora riconvertita in spazio per eventi artistici e musicali. Avere modo di suonare in una cornice del genere e su un palco così grande dominato dal trittico di Bosch (lo stesso schermo led era diviso in tre parti) ci ha sicuramente dato una spinta in più nella performance live, dandoci modo di andare oltre alla nostra comfort zone e provare soluzioni più spontanee che le emozioni sul palco di suggerivano. Sicuramente ognuna delle 3 performance fatte su quel palco ha avuto un carattere a sé, irripetibile in un certo senso.
Se non ho capito bene ho visto anche elaborazioni grafiche delle immagini di Hieronymus Bosch o sbaglio? Se così fosse, per i fedelissimi e i conservatori, non è una violenza all’arte stessa secondo voi? Sì, la componente visuale del progetto Tríptiko, realizzata da Rino Stefano Tagliafierro con lo studio di visual design Karmachina, rianima i quadri di Bosch dando movimento a tutti i loro elementi (figure umane, animali, la vegetazione, i mostri, gli strumenti, ecc) e dando vita anche a nuovi viaggi lisergici che portano anche molto oltre le tele del pittore fiammingo. Non crediamo sia una violenza, anzi, probabilmente la miglior maniera per rendere omaggio a Bosch è proprio evitare un conservatorismo o didascalismo che non gli era certo proprio, dato il carattere rivoluzionario e visionario della sua opera.
Articolo del
05/04/2023 -
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