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Cesare Ferro
“Wergild rappresenta il lungo viaggio di un soldato e attraverso le composizioni descrittiviste raccontiamo le fasi della sua vita”
di
Tommaso Liorni
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Si intitola Wergild il disco d’esordio del bassista Cesare Ferro uscito per l’etichetta Emme Record Label nel gennaio del 2023. Un concept album in cui jazz e rock si fondono che attraverso la musica descrive le fasi della vita di un soldato. Ecco il racconto di Cesare Ferro.
Per cominciare l’intervista partiamo dal nome del disco: Wergild è senza dubbio un concept album che ha come tema centrale quello della guerra. Che significato ha, dunque, questo titolo? Wergild è parola di origine longobarda che indica una somma in denaro che stabilisce il valore teorico di una persona annullando così il significato esistenziale dell’uomo il quale viene ridotto a moneta. È un concetto che si sviluppa nel medioevo nelle società barbariche e serviva per evitare le faide (anch’essa parola di origine longobarda) tra famiglie e cittadini. La persona che veniva lesa poteva infatti accettare un corrispettivo in denaro (tramite un prezzario stabilito) rinunciando alla vendetta evitando così un l’innescamento della catena di spargimenti di sangue. Il collegamento con la guerra mi è sorto spontaneo visto che i soldati, le loro vite, diventano mera merce di scambio per un pezzo di terra sul quale molti di loro non metteranno mai piede.
Wergild è un disco ricco di contaminazioni, dove in sintesi il jazz si fonde con il rock, ce lo vuoi descrivere brevemente? Il disco rappresenta il lungo viaggio di un soldato e attraverso le composizioni descrittiviste si raccontano le diverse fasi della sua vita: il viaggio verso il fronte, l’arrivo al campo di battaglia, i ricordi malinconici degli affetti ormai perduti, il conflitto e l’epilogo della morte. Non c’è spazio per dei sentimenti felici poiché la guerra si lascia dietro solo morte e distruzione.
Visto che abbiamo parlato di contaminazioni vediamo anche il tuo percorso interiore. A quale genere o linguaggio ti senti più affine? Più che ad un genere o ad un linguaggio specifico mi sento più affine alla musica di qualità. Trovo che focalizzarsi su un’unica estetica possa essere limitante per un compositore di conseguenza ascolto e suona molte cose diverse tra loro: musica classica, metal, jazz, folk, musica per film e molto altro
Quanto è importante per un musicista sperimentare e cercare nuove soluzioni musicali? Trovo che la ricerca sia alla base del nostro lavoro. Non bisogna mai abbandonare la curiosità che caratterizzava la nostra infanzia e bisogna continuare a giocare con la musica proprio come un bambino. Se questa curiosità convive con una buona formazione si è ad un buon punto per sperimentare e cercare nuove soluzioni musicali di qualità
Alla luce del fatto che i generi musicali si sono evoluti, mischiati e sono cambiati nel corso del tempo. Quella della contaminazione ti sembra una delle strade più valide nella composizione? Considerando il fatto che, come hai detto te, i generi musicali hanno sempre vissuto un’evoluzione attraverso la contaminazione direi che è sicuramente la cosa migliore. Nel sistema temperato ci sono 12 suoni e le loro successioni non sono infinite, questo non dev’essere limitante ma oggetto di stimolo per dare nuova vita a delle combinazioni di note già esistenti.
Arrivati a questo punto ti va anche di raccontarci il tuo percorso musicale? Il mio primo approccio con la musica è stato a 6 quando mio padre mi insegnò a solfeggiare, non esattamente una delle cose più divertenti! (ride n.d.r.) Fin da bambino la scelta dei miei ascolti è stata piuttosto raffinata e sono cresciuto ascoltando musicisti come Santana e Ennio Morricone. A 12 anni ho iniziato a suonare il basso elettrico approcciandomi in seguito alla chitarra e al canto intorno ai 17 anni. A 19 anni ho iniziato il mio percorso di studi al Conservatorio di Vicenza il quale si è concluso con il diploma in secondo livello meno di un mese fa.
E raccontaci anche quali sono quei musicisti che nel tuo percorso sono stati fondamentali? (possono essere maestri, artisti che ti piacciono o entrambi) Una menzione speciale va assolutamente dedicata ai miei maestri Alessandro Fedrigo, Salvatore Maiore e Federico Benedetti che mi hanno aiutato a sviluppare una coscienza elevata nei confronti di quest’arte. Per quanto concerne i musicisti sicuramente Jaco Pastorius recita un ruolo importante nella mia vita da musicista. Ultimi ma non per importanza Pat Metheny, Ennio Morricone, Chuck Schuldiner e Jeff Buckley
Chiudiamo con una proiezione verso il futuro: hai nuovi progetti o date in cantiere? Come dicevo prima sono un musicista che ascolta e suona diversi generi pertanto oltre al mio progetto ho iniziato una collaborazione con il cantautore veneto Federico Ruzza con il quale abbiamo un po’ di concerti. Oltre a questo ho registrato un disco fusion come sideman per il batterista compositore Cristian Tiozzo che uscirà nei prossimi mesi su Spotify
Articolo del
09/04/2023 -
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