Si chiama come il film di David Lynch la nuova band dal respiro internazionale che prodotta da Steve Lyon (Paradise Lost, Depeche Mode, The Cure) tra Londra, Berlino e Roma, esce con “Sinners” l’album pubblicato nel 2023 in Italia e distribuito da Vrec Music Label / Audioglobe. Li abbiamo intervistati per parlare della loro storia e del loro percorso, delle loro collaborazioni e dei loro già quasi immediati premi
Ciao ragazzi, raccontateci come nasce il progetto “The Elephant Man”? Ciao, è un vero piacere poter parlare con voi del nostro nuovo lavoro Il progetto The Elephant Man è nato nel 2019. The Elephant Man è la naturale evoluzione di un progetto nato un anno prima. Nel 2018 sentivo la necessità di fissare su nastro alcuni brani che avevo composto e che dormivano "nel cassetto" da qualche tempo, così ho contattato alcuni amici musicisti che conoscevo da tempo per finalizzare quelle registrazioni. Prima di tutto ho cercato la voce di Max Zanotti; io e Max condividiamo palchi da diversi anni, conoscevo la sua voce, il suo stile e la sua attitudine professionale, Alle (batteria) ed io suonavamo insieme diversi anni fa e conoscevo il suo stile energico e fantasioso, e Tummy (chitarra) è stata la scelta naturale perchè Max lo conosce dai tempi dei Deasonika, la sua attenzione per i suoni e lo stile molto dark calzavano a pennello in quel progetto. Al termine delle registrazioni eravamo entusiasti dell'energia che si era creata e così abbiamo deciso di continuare, dando una identità tutta sua a questo progetto che ha poi preso il nome di The Elephant Man, in onore alle atmosfere noir e inquietanti del film capolavoro di David Lynch The Elephant Man per l'appunto. Abbiamo lavorato a brani e idee già esistenti riadattandoli e composto i restanti brani
Il vostro singolo “Valerine” ha riscosso parecchio successo soprattutto per quanto riguarda il videoclip dello stesso premiato come miglior video musicale all'Arpa International Film Festival a Los Angeles. Com'è stato ricevere questo prestigioso premio? Ve l'aspettavate? Pensavamo che "Valerine" fosse un buon singolo e conosciamo la bravura del regista Von Jako che ne ha curato ogni aspetto di realizzazione. Quando lo abbiamo visto in anteprima ne siamo subito stati entusiasti: fotografia, storia, montaggio erano superiori ad ogni nostra aspettativa. Poi Jako ci ha confermato di aver iscritto il video a questo importante festival internazionale (ARPA International Film Festival) che si sarebbe tenuto a Los Angeles e che nella giuria ci sarebbe stato anche il cantante dei System of a Down Serj Tankian. Speravamo che fosse apprezzato pur non essendo un prodotto "mainstream", ma vincere è stata una sorpresa incredibile ed una grande soddisfazione
Tra le vostre produzioni e collaborazioni si legge Steve Lyon, Tom Baker, nomi abbastanza importanti nell'ambiente musicale odierno, come sono nate queste collaborazioni? Fin dall'inizio abbiamo pensato che queste canzoni avessero un sound di respiro internazionale, desideravamo produrle con persone abituate a lavorare in quell'ambiente. Aperte a quel tipo di suono. Durante uno dei concerti del suo tour solista Max è entrato in contatto con Steve Lyon, che come molti sanno è un professionista inglese di grande spessore artistico, ha lavorato con alcuni dei grandi nomi che ascoltiamo da sempre e che sicuramente ci hanno ispirato nella nostra vita artistica, come Depeche Mode, The Cure, Paradise Lost, Paul McCartney... cosa dire di più?? Gli abbiamo fatto ascoltare la pre produzione del disco e si è entusiasmato al progetto, e non ti nascondiamo che già soltanto il fatto di avere l'attenzione e la stima di un bravo produttore come lui ci ha fatto davvero onore. Avendo un grande produttore ed un mix ai massimi livelli ci è venuto naturale cercare di completare il lavoro avvalendoci dei migliori professionisti anche per quanto riguarda la fase successiva e cioè il mastering, per questo lo abbiamo affidato a Tom Baker che nel corso degli anni ha seguito i migliori artisti a livello mondiale e che tra gli altri ha lavorato con David Bowie, Nine Inch Nails, Marilyn Manson, Thirty Seconds to Mars, Fu Manchu. Pensiamo che il suo mastering abbia innalzato ulteriormente il sound del già ottimo mixaggio di Steve
Cosa dovremo aspettarci dal vostro nuovo lavoro “Sinners”? Sinners è un album nato con l'unico intento di fare la musica che ci piace. Fuori da qualsiasi logica mainstream. Senza la fretta di acchiappare l'ascoltatore nei primi 10 secondi del brano. E' un disco da ascoltare, di cui assaporare ogni nota nell'attesa di un ritornello che arriva senza la fretta e l'urgenza a cui siamo purtroppo abituati. Sono prima di tutto Canzoni, il sound resta in bilico tra il dark rock, l'alternative, la new wave. E' un disco in cui abbiamo voluto affiancare alla classica formazione voce, chitarra, basso, batteria, anche un'importante componente di elettronica. I testi sono storie dark create in collaborazione con la scrittrice statunitense Leah Janeczko, spesso dominate da atmosfere cupe e tenebrose. Sono storie di grinta, di baldoria, di follia – Inferni popolati da anime torturate; vediamo oltre le loro strane maschere e intravediamo la fragilità di esseri umani alla disperata ricerca del proprio paradiso personale, un'altro luogo, sospeso tra spazio e tempo
Quali sono i vostri progetti futuri? Ci saranno possibilità di vedervi a breve dal vivo? Insieme alla nostra etichetta stiamo costruendo un tour che speriamo ci possa portare a suonare questa musica in ogni parte d'italia ed anche all'estero, dove per questo tipo di sonorità c'è sicuramente un circuito di club adatto. Nel frattempo componiamo e stiamo già lavorando ai brani che comporranno il secondo album
Articolo del
12/05/2023 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|