Finalmente trova una dimensione fisica questo secondo lavoro dei Korishanti dal titolo “Il sogno di Greta e altre storie…”. Il gruppo torinese regala a tematiche delicatissime come quella dell’ambiente - veicolate anche dalla voce illustre di Luciana Littizzetto nel brano portante dell’opera - e dei rapporti umani e del loro stare al mondo un disco ricco di contaminazione - e nel suono svettano il basso fretless di Pier Paolo Prospero e la voce ed il flauto di Paola Scelfo, ultimi arrivati in ordine cronologico nella band - a contorno del sitar dello storico Cico. Disco di spiritualità ma anche di primigenia radice visto che oltre all’italiano i Korishanti sfoggiano il dialetto siciliano e quello napoletano. Che in fondo non sono solo terre di confine, ma anche terre di contaminazione, di conquiste e di battaglie.
L'ambiente sta diventando il centro di tutto. Immagino quale sia la Greta a cui vi riferite. Ma per davvero, il sogno? Si quella che immagini è proprio Greta, anche se non è un brano dedicato a lei in quanto persona, ma al suo sogno che dovrebbe diventare il sogno di tutti, ovvero un mondo più sostenibile, dove ognuno può e deve fare la sua parte, un sogno che ci auguriamo possa diventare una realtà.
Inevitabile non chiedervi della copertina... tante, troppe le chiavi di lettura. Ma su tutte questo gusto orientale, turco... arabo...o sbaglio? Perché? La copertina è più semplice di quel che sembra, e rappresenta la nostra terra maltrattata e agonizzante, che è la nostra situazione attuale, dall'altra parte il sogno di cui parlavamo prima. Il gusto orientale in copertina lo si trova sul carattere usato per il nome della Band, "Korishanti" ma che poi viene fuori soprattutto nel nostro stile musicale, dove la presenza del sitar ti trasporta inevitabilmente in India, mentre la presenza degli altri strumenti, verso sonorità più vicine al mediterraneo.
Che poi l'Oriente con il sitar diventa un trade union nel pop rock di molti brani... una firma stilistica o qualche connessione culturale e sociale con i temi trattati? In effetti il sitar è uno strumento che caratterizza molto la nostra musica, già usato da George Harrison con i Beatles, è uno strumento oggi usato anche per la musica moderna. Il nostro primo album "Voleremo" con sottotitolo "Dal Mediterraneo all'oriente" da subito un' idea del percorso musicale che la band ha deciso di intraprendere.
Un disco multilingue, italiano e poi due dialetti. Anche qui la scelta ha radici culturali precise? La scelta di scrivere testi oltre che in Italiano anche in siciliano o napoletano, è per rafforzare il desiderio di dare alla nostra musica un'impronta multiculturale.
E perché infine la firma di Luciana Littizzetto? Luciana Littizzetto ha dimostrato grande sensibilità per il tema ambientale, facendo una puntata dedicata a Greta Thumberg da Fazio, cosi alla nostra richiesta di farsi portavoce, ha scritto e per questo le siamo grati, questo bellissimo monologo introduttivo al brano, incitando gli ascoltatori a prendersi cura della nostra amata terra.
Articolo del
23/05/2023 -
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