Novembre 1989, ci troviamo a Villa Miani, a Roma, luogo prescelto dalla EMI per la presentazione di “Foreign Affair”, il nuovo album di Anna Mae Bullock, in arte Tina Turner. Il disco arriva quattro anni dopo il clamoroso successo di “Private Dancer”, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Abbiamo appena ascoltato le nuove canzoni di Tina e siamo sicuri che esistono tutti i presupposti per un altro capolavoro, perché si tratta di un album molto ben confezionato che può contare anche su collaborazioni importanti. La simpatia di Tina è pari alla sua bellezza: lei si muove a suo agio fra gli invitati e la sua calorosa risata costituisce il lasciapassare per un approccio semplice e diretto, che ti permette qualsiasi domanda.
Cosa rappresenta per te questo nuovo disco? Se non sbaglio è la prima volta che ti sei occupata in prima persona sia della produzione dell’album che degli arrangiamenti delle nuove canzoni. Come mai questa scelta?
“Si tratta in assoluto del disco che sento più mio. Sono molto affezionata anche a “Private Dancer”, perché in un certo senso ha segnato la mia rinascita, però su “Foreign Affair” ho finalmente avuto la possibilità di decidere interamente il suono dei singoli brani. Avevamo del materiale che Dan (Hartman, il co-produttore del disco) aveva un po' trascurato, messo da parte. Allora mi sono fatta avanti io, mi sono esposta personalmente, perché ero convinta delle potenzialità di pezzi come “Steamy Windows”, “You Know Who (Is Doing You Know What)” e “Foreign Affair”. Erano tutte canzoni scritte da Tony Joe White, che è bravissimo, credimi ! Pensa che quando li ho ascoltati, gli ho detto “Ehi, Tony! Ma quando scrivi musica è come se tu fossi nero!” Lo stesso feeling la stessa energia, fantastico!”
Su “Undercover Agent For The Blues” sembri voler tornare agli inizi della tua carriera musicale. E’ un brano che possiede una carica incredibile, una forte tensione interna e che è tirato al massimo..
“Sì, è riuscito davvero bene, lo confesso. Questo perché lo abbiamo registrato in presa diretta, senza accorgimenti particolari o sovraincisioni. Era come se cantassi dal vivo!”
Invece “I Don’ t Wanna Lose You” è il classico singolo che è destinato a scalare le classifiche internazionali in breve tempo. Dove sta il segreto di tanta varietà e anche di tanta freschezza compositiva? Tutto frutto di un lavoro di gruppo fatto con Hartman, Lyle, Hammond e con lo stesso Tony Joe White?
“Già proprio così. C’è stata una intesa immediata fra di noi . Non c’era niente di programmato, ma le idee sono venute fuori subito ed erano talmente buone che non c’era bisogno di correzioni. In un mese l’album era già pronto. E ne siamo tutti orgogliosi e molto soddisfatti. “
Due anni fa, in una intervista, avevi detto che non saresti più andata in tour. Puoi confermarlo? Non ti manca la dimensione “live”?
“Beh, allora lo avevo detto perché volvo dedicarmi più seriamente al cinema. Però può essere che adesso cambi idea (risate..) Vediamo come va l’album, poi ne parliamo. Per quanto riguarda le mie esibizioni dal vivo, non sono più frequenti come in passato, questo è vero. Ma faccio tante altre cose, per cui non ne sento troppo la mancanza. Sai, in quest’ultimo anno ho viaggiato molto, ho scoperto tutto il fascino che ha l’Europa, sono andata a trovare vecchi amici, ho partecipato a spettacoli televisivi in tutto il mondo. Insomma, non mi sono certo annoiata. Ho anche cantato con i Rolling Stones nell’ultimo Rock and Roll Hall of Fame! Una cosa fantastica, molto divertente!”
Ti piace il loro ultimo album?
“Sì, è molto bello, possiede un suono elettrizzante.”
Hai accennato ai tuoi programmi cinematografici. Però dopo aver recitato il ruolo di Zietta Entity su “Mad Max”, ti sei un pò fermata. Che cosa è successo?
“Sono andata a Hollywood e ho parlato con molti registi e produttori, ma non ho trovato una sceneggiatura adatta a me. Sai, io sono molto esigente e non voglio deludere il mio pubblico. Così ho preferito aspettare un momento migliore. Cerco un ruolo ben preciso, che corrisponda al mio carattere, al mio modo di essere, altrimenti non se ne fa niente.”
E quale potrebbe essere’
“Quello di un’eroina in un film di avventura. Una donna determinata e forte che svolga compiti che di solito i registi affidano a protagonisti maschili.”
E cosa puoi dirmi di quel progetto della Disney di fare un film tratto da “I,Tina”, la tua autobiografia? Accetteresti eventualmente di recitare la parte di te stessa?
“Non lo so. Comunque non mi è stato chiesto. Credo che la protagonista sarà un’attrice giovane, ancora poco conosciuta. Io farò da semplice consulente.”
Come ci si sente a sapere che qualcuno girerà un film su di te? Provi imbarazzo?
“Non so, sono tutte emozioni diverse fra loro: da una parte la soddisfazione per essere diventata un personaggio di successo, dall’altra ci sono tutti i ricordi di una vita sofferta che mi porto dietro. Insomma, è un qualcosa di dolce e amaro nello stesso momento.”
Hai mai avuto la tentazione di lasciare perdere con questo mestiere, di abbandonare tutto?
“ Sì, proprio questa mattina! (risate…) Scherzi a parte, la fase più difficile della mia carriera è stata quella subito successiva alla separazione da Ike, da mio marito. Mi sembrava che il mondo stesse per crollarmi addosso. Poi però mi sono ripresa bene.”
Scriverai un nuovo capitolo della tua autobiografia, è vero?
“Beh, mi piacerebbe, ma non sono sicura di farlo. Vedi, vorrei descrivere come sono io oggi, vorrei raccontare quella che è la mia tranquillità interiore, qualcosa che finalmente ho trovato, insieme a un maggiore equilibrio.”
Ti preoccupa la sensazione del tempo che passa? Hai paura di invecchiare’
“Per niente affatto! Mi sento in grande forma. Non sono mai stata così bene. Forse è il periodo migliore di tutta la mia vita! Da piccola ammiravo molto mia nonna. Diventare vecchi non significa necessariamente smettere di vivere.”
Hai mai pensato di risposarti?
“Sto vivendo una storia d’amore felice, ma per il momento non abbiamo fatto nessun progetto di matrimonio.”
Sei una persona religiosa?
“Da qualche tempo aderisco alla religione buddista. Si tratta di una pratica quotidiana che aiuta a rilassarti, che ti porta ad avere la percezione esatta di chi sei e di conseguenza come affrontare l’esistenza.”
Chi potrebbe essere la tua erede all’interno della scena attuale della “black music” ?
“Uhm, non lo so. Devo confessarti che ancora non si vede in giro . Sai, il contesto musicale attuale è molto diverso da quello in cui sono cresciuta io, negli anni Sessanta. Adesso per diventare qualcuno non devi neanche lottare molto. Se provieni da un ambiente urbano, se ti sai muovere e se conosci qualcuno che sta al posto giusto, praticamente è fatta. Poi però non hai quella forza interiore, quella voglia di riuscire, che solo la sofferenza e - nel mio caso - la povertà, sono in grado di darti. Credo che per vedere una ragazza in grado di prendere il mio posto, ci sia bisogno di aspettare ancora qualche anno.”
Che ne pensi della musica rap che si sta diffondendo così rapidamente in questi ultimi tempi ?
“Penso che sia molto divertente e la trovo molto adatta alle generazioni più giovani : è perfetta per loro.”
E della situazione politico - sociale degli Stati Uniti d’America?
“Lasciamo stare. Non è un periodo molto fortunato per la politica nella mia nazione.”
Forse è per questo allora che ti sei trasferita in Europa?
“No, non è questo il motivo. Sai, ho vissuto quasi tutta la mia vita negli Stati Uniti e ho pensato che fosse arrivato il momento di cambiare aria. Adesso abito a Londra e penso che sia la città più giusta per una persona come me. Però non smetto mai di viaggiare, perché trovo che l’Europa sia bellissima. Sono affascinata, per esempio, dall’atmosfera che si respira a Roma. Una cosa davvero magica, che stimola molto la fantasia.”
Cosa fai quando non sei impegnata con il lavoro?
“Vedo gli amici più cari e ceniamo insieme. Non esco molto spesso.”
Un’ ultima domanda, spero mi perdonerai, ma è inevitabile. Posso chiederti quanto sia importante la sfera sessuale nella tua vita. Puoi dirmelo?
“Che dirti, qualche volta fare sesso è fantastico, qualche altra volta un po' meno (risate..)”