Esce il 16 giugno ’Lonely God’, il secondo singolo di Nathalie che va a proseguire il viaggio dell'artista lungo l'album diffuso ”Freemotion”: dopo ’Una canzone per noi’ (uscita in versione bilingue) è quindi il turno di questo brano in inglese, dalla sfumatura ironica e dalla decisa vena cantautorale, una vera cifra stilistica per l'artista, che già nel 2010 fu la prima cantautrice rock ad imporsi in un talent in Italia, conquistando i giudici di X Factor 4 e portando a casa la vittoria.
Nathalie torna con l'abum ”Freemotion”, a 5 anni dall'uscita dell'ultimo lavoro ”Into the flow”, registrato interamente in un camper alimentato a pannelli solari: un processo in comunione con la natura e con l'ambiente che la circonda, una scelta inedita di cui le abbiamo chiesto (insieme a molto altro) in questa intervista.
Ciao Nathalie, dopo aver ascoltato il singolo ’Lonely God’ abbiamo colto una vena diversa rispetto al precedente, ‘Una Canzone Per Noi’: sicuramente a partire dalla lingua, ti chiedo subito perchè per questo brano hai scelto la lingua inglese Ciao! Quando scrivo una canzone è il suono stesso del brano che mi porta a scegliere la lingua in cui sarà scritto, è la canzone a “decidere”. ‘Lonely God’ nasce in inglese e ho voluto assecondare la sua natura. E’ un brano che amo suonare e cantare dal vivo da anni, l’unico dell’album ad essere nato prima e “Freemotion” era la giusta occasione. L’ho registrata in estate, sotto il sole e con il suono delle cicale, situazione perfetta per la sua atmosfera. E’ un omaggio a chi mi segue da tempo anche nei concerti, in molti negli anni mi hanno chiesto quando lo avrei messo in un album. Anche ‘Una Canzone Per Noi’ era nata in inglese ma sentivo la necessità di comunicare un messaggio per me importante, e mi è venuto spontaneo scriverla anche in italiano, pubblicando poi entrambe le versioni, così ognuno può scegliere quella che preferisce!
Il testo di ‘Lonely God’ parla dell'imperfezione della natura umana in chiave anche ironica, con un Dio che resta solo in Paradiso e deve scendere sulla Terra per cercare compagnia: in genere come ti rapporti al tema spirituale del trascendente? Io vivo la spiritualità in maniera molto personale e umana, in generale amo uscire dall’approccio già strutturato, ho bisogno di sperimentare in maniera diretta. Sentire la connessione con la natura e con me stessa è una chiave importante. Ad esempio quando sono in un luogo naturale osservo ciò che suscita in me e cosa sento, mi lascio meravigliare dall’incontro con animali selvatici (ultimamente mi è successo spesso: volpi, cinghiali, lepri e addirittura un camoscio), osservo e cerco di imparare come si “comportano” le piante, come ogni specie abbia non solo una funzione, ma proprio un carattere, un’intelligenza nel proprio modo di essere. Per me tutto questo è spirituale e permeato di qualcosa che posso considerare sacro. In ‘Lonely God’ ho uno sguardo affettuoso verso questa figura che spera che gli umani siano in qualche modo degni delle sue aspettative per andarlo a trovare in paradiso e ironizzo sulla natura umana, mettendomi anche in prima persona. Perché siamo umani e imperfetti, e per me è giusto così. La natura ha un equilibrio sacro da cui possiamo imparare ad essere migliori. Questo è un album è decisamente particolare, probabilmente l'unico in Italia ad essere registrato in un camper e soprattutto ad impatto zero: ci spieghi come sei arrivata a questa decisione, a preferire una struttura mobile e praticamente en plein air al classico studio di registrazione? Il camper era un mio sogno fin da piccola e già tanti anni fa avevo immaginato di utilizzarne uno per fare concerti e farmi ispirare registrando allo stesso tempo. Inoltre ho una passione fin da piccola per l’energia solare, grazie a mio nonno materno che faceva esperimenti in Africa negli anni ‘50. Tra le varie cose aveva creato un forno solare e riusciva riscaldare l’acqua con il sole... un pioniere delle energie pulite! La sua visione mi ha ispirato. Finalmente nel 2019 ho comprato il mio camper e ho iniziato a fare qualche esperimento di registrazione, perché tecnicamente registrare in camper non è cosa facile. Nel 2020 dopo il primo lockdown ho cominciato le registrazioni, prima da sola e man mano appena ho potuto ho coinvolto anche i miei musicisti e dei fonici per alcune session di registrazione. La bellezza di registrare all’aria aperta o nel camper stesso con un paesaggio diverso ogni volta che voglio è bellissimo e mi ispira costantemente. Era un sogno che coltivavo da tempo ma in quel momento storico è stato di vitale importanza perché avevo bisogno di natura, poter lavorare su un album seguendo i ritmi naturali è prezioso! ”Freemotion” è un album “diffuso”, con uscite di singoli mensili: come hai scelto l'ordine di uscita delle varie tracce e a che punto siamo del percorso? ’Una Canzone Per Noi’ è uscita per prima perché ha un messaggio-manifesto dell’album: la musica come mezzo potente che crea connessione tra le persone, che ci fa sentire empatia con gli altri, ci fa superare la solitudine e ci fa sentire liberi. Ho scelto ‘Lonely God’ come secondo singolo perché è un brano che esprime un altro aspetto della mia musica, un lato più rock che esce fuori molto nei miei live. Avevo voglia di esporre un lato di me che non è uscito spesso nei singoli del passato. Ci saranno altri tre singoli, il prossimo è un brano che scorre leggero, molto da viaggio, e lo trovavo adatto ai mesi estivi. Gli altri due brani ci faranno rientrare più nell’atmosfera autunnale, dopodichè uscirà l’album completo di 10 tracce. In un certo senso ho scelto l’ordine di uscita dei singoli legandoli alle stagioni in cui sono nati e “cresciuti”. Il quinto singolo è per me forse il più importante, un brano a cui tengo particolarmente e non vedo l’ora di farlo ascoltare!
Freemotion è stato inciso in tre anni, ha quindi alle spalle una lunga lavorazione tutta in camper, a contatto con la natura: è un'esperienza che pensi di ripetere anche per i prossimi lavori? O pensi di tornare ad un approccio indoor?
L’esperienza di registrazione a contatto con la natura non è una cosa a cui posso rinunciare facilmente. Allo stesso tempo alcuni aspetti tecnici e di comodità del classico studio di registrazione mi sono mancati, non posso negarlo: ad esempio utilizzare veri amplificatori per le chitarre e non emulatori. Io amo il vintage e l’analogico dove posso o dove ha senso utilizzarli. Anche il digitale però ha un potenziale incredibile e mi ha permesso di registrare cose che altrimenti sarebbe stato impossibile realizzare, fuori da uno studio e solo con l’energia solare che riesco ad avere in camper. In futuro vorrei mantenere un equilibrio tra le due opzioni: registrare alcune canzoni o tracce in camper e all’aria aperta e altre in studio, per non negarmi alcuna possibilità e per lasciarmi la libertà di girare come voglio e registrare le idee appena nascono, come ho fatto per “Freemotion”.
Il 24 Giugno NATHALIE si esibirà live dalle ore 21.45 Bard House Gipsy Club Via Sinibaldi, 2 - Calcata Vecchia (VT)
Articolo del
12/06/2023 -
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