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Virginia
Un viatico di suono e i propri confini
di
Domenico Capitani
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La quotidiana abitudine ha il suono liquido e sottile di chi sembra non avere geografia e bandiera. Giovanissima Virginia Cristofori in arte soltanto Virginia. Giovane come un esordio questo primo lavoro dal titolo “Viaticum”. Ha il sapore americano di belle ballate d’autore, complesse, digitali, lunghe come strade aperte e vuote, dentro un futuro che sembra distopico. E non è un caso, lo pensiamo anche noi, che tutto il suo pop d’autore accolga anche un omaggio al grandissimo SYML.
Un suono se vuoi distopico. Un ricordo immerso in tempi assurdi? No, un suono che proviene da un mondo profondamente reale, il mio. Un mondo a tratti inaccessibile, ma generoso, traboccante ed intenso che ha voglia di comunicare se stesso. È la voce della memoria che plasma quel mondo e lo fa sembrare così poco reale, ma in realtà lo è più di quanto si pensi. È il mondo che è in ognuno di noi.
Un viatico per scappare dalla realtà o per codificarla al meglio? Nel senso: capisci la storia per sapere chi sei…? Un nuovo linguaggio, anzi in realtà molto antico, da riscoprire: è il linguaggio delle emozioni, il più vero e il più autentico, non per fuggire dal mondo e nemmeno per decodificarlo, ma per recuperare il suo senso originario.
Suoni dal piglio internazionale. Non è un caso la cover di SYML… come lo hai pensato questo disco? E come lo hai “raggiunto”? Viaticum si è fatto da solo ed è esattamente questo il senso di quello che voglio comunicare, l’urgenza di una voce che ha trovato nella musica e in quelle sonorità il linguaggio perfetto per esprimersi e per risvegliare le altre voci che sono dentro ognuno di noi. La collaborazione con Angelo Epifani è stata fondamentale per dare corpo a quelle sonorità e per dare loro una degna giustificazione. È una strada che abbiamo trovato insieme e che insieme proseguiremo.
Un video ufficiale come te lo immagini? Poetico. Un gioco di suggestioni che creino una bolla mistica di cui i suoni rappresentano l’involucro e le immagini la voce narrante.
E perché questa sensazione di freddo, di ghiaccio… di profondo nord? È un mondo che evoca purezza, certo, ma è un ghiaccio cristallino che nasconde un cuore di fuoco, è un ghiaccio caldo.
Articolo del
29/06/2023 -
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