Sono due le parole d'ordine per aprire lo scrigno di un disco che unisce elegantemente passato e futuro: divertimento e sound. Ma facciamo un passo indietro, a maggio di quest'anno la prestigiosa CamJazz pubblica un disco in trio della chitarrista partenopea Eleonora Strino, con dei compagni di strada che non potevano essere migliori trattandosi di Greg Cohen al contrabbasso e Joey Baron alla batteria. La carriera di questi due musicisti è sotto gli occhi di tutti e la loro esperienza negli ambiti più diversi li rende tra i più autorevoli jazzisti al mondo.
Visto che ci siamo facciamo un altro passo indietro! Perché la registrazione risale al novembre 2021 durante una giornata berlinese bevuta in un sorso; si tratta di sette brani suonati all'impronta che riescono a mantenere la freschezza di una jam session senza mai scadere nella noia del cliché. Ho avuto la fortuna di incontrare personalmente Eleonora Strino a Cosenza (infatti attualmente lei insegna chitarra jazz presso il Conservatorio “S.Giacomantonio”) ed abbiamo fatto una piacevole chiacchierata, ecco dunque le notizie di prima mano che ho raccolto.
Com'è nata la collaborazione con Greg Cohen e Joey Baron? La collaborazione con Greg Cohen è nata molti anni fa, lui per me è come un angelo guida. All'età di 23 anni feci un'audizione al Jazz Institute di Berlino con Kurt Rosenwinkel, pur avendo passato la prova pratica non superai quella teorica perché all'epoca non parlavo una parola né d'inglese né di tedesco. Tuttavia dopo pochi giorni mi contattò Greg dicendosi colpito dalla mia audizione e mi propose la registrazione di un disco a Roma tuttora inedito. Da quel giorno io e Greg abbiamo collaborato spesso, specialmente in duo. Abbiamo portato in giro un progetto su Ellington, basato su mie trascrizioni dell'album Thelonious Monk Plays Duke Ellington (Riverside, 1955), ma anche questo è un progetto ancora da registrare.
A che punto della storia interviene Joey Baron? Durante un tour europeo nel 2021 rimasi a suonare in Germania per un mese e qualche giorno prima della fine del tour, mi trovavo in un paesino vicino Berlino, mi chiamò Greg. Io gli proposi di inidere qualcosa in duo, essendo in zona, ma lui mi fermò dicendo che Joey Baron, al quale aveva fatto ascoltare dei provini, era ben felice di registrare con noi. C'era solo un giorno a disposizione, il 17 Novembre cioè due giorni dopo la fine del mio tour.
Una bella occasione! Come hai reagito a questa proposta? Io ero stanca dopo un mese di concerti, c'era la pandemia in corso e la Germania stava per rientrare in lockdown, non sapevo cosa registrare, non conoscevo Joey Baron, si trattava di incidere un disco a mio nome con gli occhi bendati. Ma poi ho preso coraggio, quando mi sarebbe ricapitata un'occasione così? Entrare in studio con due grandi musicisti senza sapere cosa suonare...cosa c'è di più Jazz di tutto questo? Quindi andai.
Come avete scelto il repertorio? Lo abbiamo deciso sul posto, certamente basandoci sui brani che io Greg avevamo rodato in anni di collaborazione come quelli di Ellington. Greg propose di suonare qualcosa di italiano, così ho inserito il tema de “Il Postino” di Bacalov e la classica “Estate” di Bruno Martino, brani di cui avevo già un arrangiamento. Non c'era tempo per includere i miei brani originali...si è trattato di un divertimento estemporaneo!
Il disco ha un suono generale molto bello, avvolgente. Come lo avete ottenuto? Abbiamo curato molto questo aspetto. Joey Baron mi ha detto come lavorava Jim Hall in studio, facendo uscire il suono della chitarra dalla cassa armonica del contrabbasso, voleva sentire il suono della chitarra uscire dalle effe del contrabbasso, il tutto in acustico. Abbiamo cercato di riprodurre questo sound, suonando a volumi bassissimi, a volte la mia chitarra è addirittura più bassa del normale. Ho suonato con una Gibson L7 del '33 ed ho cercato di valorizzarne il suono acustico. Ci siamo concentrati sul sound generale del trio, non tanto e non solo sul “cosa” suonare, ma soprattutto sul “come” suonasse.
Ringraziando Eleonora Strino per la sua disponibilità ed affabilità concludo ritornando alle due parole d'ordine che ho suggerito inizialmente: il divertimento, la gioia di conoscersi suonando, ed il sound, l'attenzione alla timbrica generale del trio. Ora affondate nella poltrona e godetevi la musica
Articolo del
04/07/2023 -
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