Nasce una linea editoriale a firma della Lobello Records di Tobia Lamare, linea tutta improntata al jazz e alle tante contaminazioni di stile. E in questo prima release il mondo la fa da padrone. Esordio eponimo per i Flaming Fingers formazione che in questo mese di ottobre da alle stampe un disco apolide, dentro cui lo spettro ispiratore di Miles Davis regna sovrano. Ma poi Caraibi, l’Africa e il Mediterraneo, il metallo lucente di metropoli cosmopolite e soluzioni classiche. Un quintetto apolide appunto… nel cuore, nel suono e nelle origini.
Africa ed Europa. Dentro ci trovo tutto ma non ho orecchio così fine per sottolinearlo. Lasciarsi andare all’ascolto senza troppa didattica secondo voi è utile? Probabilmente non c’è una via giusta e una sbagliata in questo. L’arte in generale ha il grande vantaggio di possedere un linguaggio universale, che il più delle volte lascia l’aspetto teorico solo a chi di dovere e nella fase iniziale di un brano, nel momento in cui si compone. Sarebbe giusta anche l’idea di lasciarsi andare all’esecuzione per costruire un mondo musicale che possa rispecchiare la realtà del momento. In sostanza facciamo riferimento a quella che è l’eterna e graziosa danza, nell’arte così come nella vita, tra disciplina e ribellione.
Mi piace questa copertina: un cuore? Un seme? Qualcosa che non vuole avere forma ma che prende la forma di qualsiasi cosa? Grazie! La copertina è stata disegnata da Federica Pezzuto che si è lasciata ispirare dai nostri brani e dalle nostre idee sul progetto. L’immagine rappresenta una fiamma, nello specifico cinque fiamme che si fondono in un’unica. Stando al significato letterale della parola è una fonte di calore e di luce originata da una combustione ed in modo figurato il quintetto rappresenta il comburente di qualcosa che può assumere le più svariate forme e dimensioni in base alle nostre idee, ai nostri stati d’animo, insomma, in base alla nostra musica. La fiamma quindi rappresenta il nostro flusso in continua evoluzione e l’idea di averla in copertina ci è piaciuta da subito perché rappresenta una forte connessione con il nome del progetto e, di conseguenza, con il titolo del nostro disco.
E poi la Musicassetta. La Lobello Records guarda oltre o forse incentiva le mode del passato. Di sicuro è una scelta affascinante. Voi come la vivete? L’idea di proporre un supporto come la musicassetta, partorita dalla mente di Tobia Lamare di Lobello Records, è stata accolta da noi con grande curiosità. La suggestione che l’oggetto in sé rievoca si lega bene agli scenari musicali che si avvicendano nell’album. Pensiamo inoltre che il concetto di portare sempre con sé la propria musica, in qualsiasi forma, non sia mai cambiato nel tempo. A dare forza alla nostra scelta la riscoperta del “Walkman”, tornato ad essere di tendenza fra le nuove generazioni.
Un disco simile quanto è nato dai palchi della vostra vita assieme? Come quasi tutti i musicisti il suonare insieme è la parte più importante e soddisfacente di un percorso musicale. Per noi questo disco rappresenta un punto di arrivo e allo stesso tempo di nuova partenza. E questo è stato possibile grazie ai nostri background personali, che sono molto eterogenei, grazie a tutti i progetti paralleli che abbiamo ma soprattutto grazie a tutto il tempo che investiamo in sala prove e nella gioia di suonare tutti e cinque insieme nei nostri concerti. Quest’ultimo aspetto ci consente di cercare in maniera naturale il nostro sound, di poterlo consolidare ed evolvere.
E dunque per tornare alla forma e alla contaminazione: alla fin della fiera, secondo voi, che forma ha questo disco? Sicuramente ha la forma dei nostri pensieri, di tutte quelle che sono le nostre idee compositive ed espressive. E ci auguriamo possa essere una bella forma anche per chi ascolta.
Articolo del
23/10/2023 -
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