Nata e cresciuta a Genova, Giulia Ottonello è una cantante ed attrice. Già da bambina inizia lo studio del canto, della danza, e sempre giovanissima, intraprende i primi passi come cantante. Arriva al grande pubblico partecipando e vincendo la seconda edizione (2002/2003) della trasmissione televisiva "Amici" di Maria De Filippi. Dal 2003 ad oggi, ha avuto la possibilità di sperimentarsi e lavorare in diversi progetti ed esperienze artistiche molto eclettiche tra loro che comprendono: televisione, discografia, cinema, doppiaggio cantato cinematografico, teatro, concerti, vari tributi e numerose collaborazioni. In ambito discografico nel 2012 autoproduce e pubblica il suo primo album di inediti "I Miei Colori” preceduto dal singolo “Playboy”. Nel 2021 ritorna alla musica con un nuovo singolo “L’ombra di un bonsai”. Nel 2022 arriva il secondo singolo intitolato “Genova”, subito dopo viene pubblicata anche la collaborazione con la band Ella Goda per il singolo “Mentre il buio se ne va”. Seguono “Disco Rotto” che viene presentato live anche a Casa Sanremo durante il 73° Festival e nel 2023 debutta nel teatro di prosa ne "IL MISTERO DELL’ASSASSINO MISTERIOSO" di e con Lillo&Greg nel ruolo di Greta Grüzenzmeyer. Nel 2023 pubblica il singolo “Vudù”, e proprio nel 2023 festeggia vent’anni di percorso artistico proponendo nuovi concerti. L’abbiamo incontrata per farci rivelare le sue idee artistiche.
Giulia tu sei una speciale artista a tutto tondo. Nella tua già importante carriera hai fatto, cinema, teatro e scritto canzoni. Come nasce il tuo primo amore e la musica ha un posto d'onore? Grazie mille per la questione del tutto tondo :-). Il mio primo e più grande amore artistico è e sarà sempre la musica, il canto. Nel mio percorso artistico appunto, nasco come cantante e credo che questo avrà sempre un posto d’onore.
Sei nata a Genova e quindi con una buona scuola di cantautori dietro di te. C'è qualcuna/o che ti ha ispirato in modo particolare? In questo senso, e per me anche in molti altri sensi - perché sono davvero innamorata della mia città -, nascere a Genova è un grande privilegio. La personalità stessa di Genova, i sapori, il paesaggio incastonato tra mare, monti e cielo, fa già tanto, il cantautorato genovese fa il resto. Credo che pietre miliari come Fabrizio De André e Ivano Fossati, per fare un esempio, abbiano ispirato non solo tanti, ma quasi tutti, anche oltre la Liguria. Una cara amica di famiglia che mi piace menzionare, si chiama Claudia Pastorino - cantautrice, insegnante di cantoterapia e molto altro -, mi piace citarla perché quando ero bambina ascoltavo anche le sue canzoni tra i tanti ascolti differenti che facevo, il suo è davvero un bel percorso che l’ha vista in contatto artistico con un Maestro come Franco Battiato ed ha cantato anche con i musicisti di Gaber. Sulla storia del cantautorato genovese, e di quella che è la sua evoluzione e cambiamento attraverso le generazioni, ha fatto un bellissimo docufilm Claudio Cabona, il titolo è “La nuova scuola genovese”.
Il tuo ultimo lavoro musicale è "Vudù". Come nasce questa tua ultima canzone? “Vudù” è un brano che parla di riscatto e riaffermazione a seguito di una delusione o di un torto in una relazione. La protagonista è una donna forte, stanca di essere vittima delle situazioni, facilmente messa da parte o denigrata. Attraverso l’allegoria della magia nera e del vudù, la donna protagonista attua il suo piano di rivalsa verso un amante traditore, superficiale, con dinamiche tossiche: una maledizione che lo porti a vederla ovunque, a comprendere il vero valore di lei e pentirsi, mangiandosi le mani, di averla persa. Il vudù, l’oscurità della rabbia e del bisogno di rivalsa sono ovviamente dei pretesti: rappresentano la fase di elaborazione e di accettazione, non una pratica reale ed effettiva. Gli ingredienti reali di questa “pozione” sono consapevolezza di sè, accettazione e, soprattutto, autostima condita con un pizzico di autoironia. Così per lanciare un vudù e “vendicarsi” del proprio amato non servono spilloni, bambole e rituali degni della Louisiana più tenebrosa, ma soltanto un vestito con cui sentirsi belle, la serata giusta fuori con amici e una fotografia con un ritrovato sorriso sulle labbra, una frecciatina all’ex per togliersi qualche soddisfazione. “Vudù” ci ricorda che nessuno è perfetto e che a volte può essere anche utile e divertente cedere un po’ alla voglia di togliersi un sassolino dalla scarpa, quindi…attenti a quello che fate! :-D
Una cantautrice americana che ti piace e che vorresti conoscere? Erykah Badu, Jill Scott, Patti Smith, Alanis Morrissette, Madonna, Lady Gaga, Fiona Apple, Gwen Stefani e giusto perché mi devo fermare ahhhahahaahah…ovviamente la mitica Barbra Streisand.
Se pensi ad un duetto, con chi lo faresti? Sempre fantasticando, con le super artiste che ho menzionato nella risposta precedente. Tornando in Italia con il pensiero, restando però sulle cantanti femminili, mi viene in mente Elisa e La Rappresentante di Lista.
Una colonna sonora per un film. Quali sono le tue registe/i preferiti? Adoro le colonne sonore e spesso le ascolto perché mi accompagnano senza bisogno di parole, ascolto tantissimo in questo periodo Danny Elfman e Max Richter. Chiaramente adoro anche il cinema oltre alla musica. Tra i registi che più mi hanno colpito sicuramente ci sono: Tim Burton, Christopher Nolan, Tom Ford, Baz Luhrmann, Robert Redford per citarne alcuni. Sono molto curiosa di vedere il film che vede il debutto alla regia di Paola Cortellesi.
Cosa dovrebbe fare oggi, nel 2023, una donna per farsi largo nel mondo dello showbusiness? La vera domanda potrebbe essere cosa può evolvere nel pensiero comune che appartiene al mondo dello spettacolo, per far sì che una donna possa farsi largo nello showbusiness restando fedele a se stessa?
C'è più una cultura maschilista nel mondo della musica o in quello del cinema, tv o teatro? La cultura maschilista è ovunque nella nostra società, ed ogni donna sa bene che ogni giorno le toccherà lavorare il doppio, lavorare per il percorso che ha scelto, e lavorare per contrastare l’oppressione ed il pregiudizio del maschilismo.
Una terra che per te è musica? Ogni terra è musica finché resta viva, ogni terra ha la sua storia musicale, ma il bello della musica è che riesce ad arrivare in modo universale, non c’è bisogno di parlare la stessa lingua per sentire, non solo ascoltare ma proprio sentire nel profondo la musica.
Nuovi progetti? Spero di riuscire a continuare a fare questo meraviglioso lavoro, nuova musica, nuovi brani e sarebbe bello poter fare anche qualche piccola esperienza nel cinema.
Articolo del
07/12/2023 -
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