L’avevamo segnalato, l’avevamo promesso e dunque eccoci qui. Due chiacchiere con una delle storiche formazioni toscane che hanno contribuito a segnare belle pagine del suono rock underground che ci portiamo dentro da quegli anni ’80 di puro glam. Sono gli Zero.55, formazione che rinasce dalla grande perdita del bassista e co-fondatore Marzio Bianchini. Oggi la formazione si firma nei nomi di Roberto Miscali (voce), Silvio Brambilla (batteria), Roberto Conti (chitarra), Stefano “Zio” Battaglia (basso) e Andrea “Gallo” Gallinella (chitarra)… e altro chiediamo conto di questo nuovo disco, un Ep di 5 brani che si chiudono con un omaggio a Luigi Tenco davvero personale. Cosa ne penseranno i nostri lettori? Beh staremo a vedere… intanto facciamo girare “L’aria che tira”, il nuovo disco degli Zero.55 non solo in digitale ma anche disponibile in CD, sempre ottimamente curato dal lavoro grafico della RadiciMusic Records…
Tornano gli Zero.55. Sono passati anni... è cambiata la vita, la musica, la tecnica... ma il vostro rock è fortemente saldata a morali e forme classiche, “antiche” se vuoi... il suono suonato, l’espressione “analogica” dell’arte... non è così? Perché tutto nasce dal momento creativo. Le nostre canzoni sono il frutto della creatività istintiva legata al testo che nasce con pochi accordi e che si evolve in sala prove. Abbiamo arrangiato insieme a Francesco Fanciullacci (supervisore attento ai suoni anche in studio da e con Marzio Benelli) tutti i 5 pezzi per avere quella visione musicale rock più innovativa ma non x questo meno classica.
Che rapporto avete con il presente dei Social e di tutto il resto? Come ve lo sentite addosso? I social fanno ormai parte del quotidiano. Il segreto, penso, sta nel saperli prendere per quello che sono, cioè, almeno per me, un mezzo di comunicazione “leggera” con gli altri, magari anche in maniera utile. Purtroppo per molti (troppi) non è così.
E con il vostro passato? Siete consapevoli che molte cose non torneranno, oltre altre sono totalmente cambiate? Proprio con questa consapevolezza abbiamo alzato il naso per fiutare “L'aria che tira”...
Oggi la vostra musica cerca in qualche modo di restituire voce a quel passato o cerca di codificarlo in una dimensione di futuro? Abbiamo cercato di suonare un genere attuale, ricercando suoni ed arrangiamenti che non fossero inflazionati troppo dalle decadi passate. Ma talvolta il rock anni 80/90 e la new wave traspare, perché è parte del DNA della band.
Te lo chiedo perché in questo Ep troviamo l’omaggio rivisto e rivisitato di Luigi Tenco. Una sfida magnifica: attualizzare, stravolgere un pilastro del cantautorato italiano senza perdere il profondo significato dell’originale e col massimo rispetto. Un modo, tra l’altro, per provare a fare conoscere alle nuove generazioni un gioiello del passato. Se anche solo pochi ragazzi saranno incuriositi dalla nostra versione da andare a scoprire il mondo musicale italiano di quegli anni, la nostra “missione” ha avuto successo!
Il bianco e nero è un punto fermo della vostra immagine... posso chiedere perché? Forse perché paradossalmente con il bianco e nero si vedono e si esaltano tutte quelle tonalità di grigio che fanno ricca la nostra esistenza... in realtà la nostra è una musica che io considero molto colorata: il brano “Flowers” lo dimostra!!
Ha una dimensione d’autore questo disco... la parola non è rock, è d’autore. Cosa ne pensate? Leggiamo questo come un complimento e ti ringrazio. Volevamo stimolare sensazioni attraverso le nostre canzoni e con voi ci siamo riusciti. I vostri lettori cosa ne pensano?
Articolo del
15/01/2024 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|