Appassionato di musica e di dischi fin da bambino, Gianni Corbari è il proprietario del negozio di vinili ‘Jean Music Room’ di Ravenna, una realtà che, dal 2018 ad oggi, è riuscita a farsi spazio in una città in cui un negozio di dischi mancava da molti anni.
Gianni è un grande cultore di musica e, all’interno del suo piccolo negozio, si possono trovare vinili di ogni genere musicale, con un catalogo rivolto al passato, che arriva fino agli anni ‘90. ‘Jean Music Room’ non è solo un esercizio commerciale, è un punto d’incontro in cui si è creata una vera e propria comunità di persone con la passione per la musica e che hanno il piacere di condividere storie e valori legati ad essa attraverso l’iniziativa ‘Salotto Vinile’ e tante altre proposte culturali.
Com’è nata l'iniziativa ‘Salotto Vinile’ e in cosa consiste? Salotto Vinile consiste nell’organizzazione di incontri tematici con esperti del settore che condividono la propria conoscenza storica su generi o gruppi musicali. L’idea di creare Salotto Vinile è nata quasi per caso, durante una chiacchierata in negozio con un cliente che ha iniziato a raccontare alcuni aneddoti musicali. Dopo l’emozione positiva e il coinvolgimento del primo incontro, anche se con poca affluenza, sono stati organizzati sempre più appuntamenti, decretando il Salotto Vinile come una vera e propria realtà che unisce e sdogana la musica, affinché tutti possano fruirne e conoscerne le storie più curiose che vi sono celate.
Ci sono altre iniziative legate alla musica che si tengono in negozio? Sì, si punta molto sulle nuove generazioni e si cerca di formarle affinché possano scegliere consapevolmente la musica da ascoltare. Periodicamente, in negozio vengono regalati vinili di musica classica agli under30. Ci sono molti ragazzi che aderiscono all’iniziativa e scelgono i dischi da portar via in modo conscio e non casuale, facendo trapelare un vero e proprio interesse non scontato. Quest’iniziativa ha un bel seguito e anche l’etichetta di Riccardo Muti ha regalato del materiale da donare ai ragazzi per far crescere la cultura musicale delle nuove generazioni. Inoltre, sono stati anche organizzati dei piccoli concerti di musica classica sotto il portico del negozio, in collaborazione con la ‘Young Musicians European Orchestra’ di Paolo Olmi.
Ultimamente, sempre più giovani si affacciano al mondo dei vinili, nonostante le tecnologie avanzate che, oggigiorno, permettono l’ascolto della musica in qualunque momento e formato. Cosa ne pensi di questo fenomeno e come mai, secondo te, c’è quest’inversione di tendenza? Si è raggiunto un livello in cui la musica sul web è infinita, c’è molta disponibilità, ma è difficile trattenerla. Acquistando un vinile, invece, si ha un oggetto da conservare e a cui dare un valore concreto. Oggigiorno si è sempre alla ricerca di input nuovi e rapidi da poter dismettere in poco tempo con la fruizione digitale e l’inversione di tendenza si sta facendo sentire. I giovani si sono accorti che il livello è molto basso ed è necessario ripartire dall’inizio. Nonostante le difficili condizioni economiche mondiali, c’è sempre più interesse da parte dei giovani e questa prospettiva è molto positiva.
Se dovessi dare un suggerimento ai giovani sulla musica del passato, secondo te, quali sono gli artisti da conoscere obbligatoriamente, a prescindere dai gusti musicali? La musica classica deve essere un perno fondamentale dalla quale iniziare a muoversi e scoprire la musica di oggi. Gli artisti classici aiutano a sviluppare l’udito in modo intelligente e gettare le basi per poter, in seguito, spaziare alla scoperta di altri generi musicali. Beethoven, Bach, Ravel sono tre nomi da cui si potrebbe iniziare. Passando, invece, alla musica rock, a un primo approccio non possono mancare artisti di grande calibro e classici come Led Zeppelin e Pink Floyd, spaziando, in seguito, verso la psichedelica americana e rock inglese. Per quanto riguarda il jazz, sono interessanti le sonorità leggere dello swing e, sicuramente, non può mancare l’ascolto di grandi voci come Ella Fitzgerald, Louis Armstrong e Chet Baker.
Per iniziare una collezione di vinili quali sono i dischi che non possono mancare? Una collezione di vinili potrebbe incominciare con i dischi italiani: Lucio Battisti, Lucio Dalla, Mina (ultimamente poco considerata a livello di vendite). Per i cultori del rock, invece, non possono mancare Beatles, Led Zeppelin, Pink Floyd, Rolling Stones, per citarne alcuni. Per quanto riguarda il jazz, in una collezione di vinili che si rispetti non possono mancare Louis Armstrong, Chet Baker e Miles Davis. Le basi sono importanti per capire la musica di oggi. Per la musica elettronica si potrebbe partire dai Kraftwerk, per capire la storia e l’evoluzione a cui, poi, è andato incontro questo genere musicale.
Secondo la tua esperienza, quali sono i vinili più venduti? I vinili più venduti sono quelli blasonati e richiesti: Queen, Bowie, Janis Joplin, Johnny Cash, Rolling Stones, Beatles, per citarne alcuni. Corrisponde, ad ogni modo, la vendita più frequente con i grandi nomi della storia del rock.
Quali sono, secondo la tua esperienza, i vinili più costosi? Il collezionismo è un mondo molto vasto. Un disco più è raro, maggiore è il valore e il relativo prezzo, ma anche i vinili appartenenti a generi di nicchia, spesso, possono essere molto costosi. L’esempio calzante è rappresentato dal rock progressivo italiano, molto venduto e ricercato anche all’estero per la scarsa tiratura. A giocare un ruolo centrale sul fenomeno della lievitazione dei prezzi per i vinili vi è anche la richiesta. Ci possono essere dei gruppi non di nicchia, ma molto richiesti, che fanno alzare le quotazioni di mercato, nonostante non si parli di tirature limitate. Le prime edizioni stampate nel paese di appartenenza del gruppo in questione hanno molto più valore rispetto ad altre stampe. Fa parte dei dischi più costosi anche ‘AEnima’ dei Tool, uscito in America in poche copie e mai ristampato. Sono considerati dischi rari anche quelli degli anni ‘90 e 2000 perchè difficili da reperire, ma si vendono molto presto e sono tra i più richiesti. Quello che conta, più che la rarità, è la vendibilità. Un disco raro non ricercato non varrà mai quanto uno molto più richiesto dal mercato. Elvis Presley, ad esempio, è un artista precursore di un genere musicale ed esistono dischi rari, ma non richiesti
Cosa ne pensi delle stampe giapponesi? I dischi giapponesi degli anni ‘70 di artisti di grande calibro, come per esempio dei Pink Floyd, sono molto collezionati e hanno un valore superiore per la rarità e perchè i vinili giapponesi suonano meglio. Le stampe giapponesi sono incise molto bene e vi è cura di tutti i dettagli. Il problema di queste stampe è il costo, dovuto alle spese di spedizione e dogana.
In uno degli ultimi incontri di Salotto Vinile si è parlato dei Bee Gees e del fenomeno della discomusic e si è fatto perno sul fatto che era considerata musica frivola. Come mai nel corso degli anni è stato sottovalutato questo genere musicale e come ha influenzato la musica di oggi? La discomusic all’inizio è stata una svolta, una rottura del rock. Era scomoda e non veniva vista di buon occhio. Nel 1977/78 l’ondata della discomusic è stata travolgente, un fenomeno che si è unito alla nascita e allo sviluppo delle discoteche ed è stata anche legata alla parte scenica: colori, specchi e palle stroboscopiche. Si era creato un mondo attorno alla discomusic e i Bee Gees ne hanno approfittato, diventandone capostipiti. La discomusic ha influenzato la musica contemporanea lasciando spazio alla house, si è spogliata degli arrangiamenti, lasciando la base ritmica incalzante, e certe icone come Donna Summer sono rimaste nella cultura odierna
Articolo del
19/01/2024 -
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