Sembra quello shoegaze industriale che mai si risolve per quanto, ad un ascolto attento, le forme del comune pop sembrano restare in sottofondo. “Heilige Luna!” è il nuovo disco dei Queen Lizard, disco di rumori liquidi, educati, leggeri nella definitiva intenzione di non dare risposte… sembra un’opera buddista dentro cui l’accettazione e la contemplazione regnano sovrane. E noi come sempre ci addentriamo scoprendo cose molto interessanti…
Rumoroso e silente. Ci giocate molto su questo connubio… cioè? Il nuovo disco gioca sui chiaro-scuri, ci sono pezzi fragorosi, immersi nel magma degli strumenti e altri molto ovattati, come ad esempio “Heart of Winter” che ha i suoni dei passi nella neve. Il singolo “No Sun”, che per inciso è anche il primo brano dell'album mi fa venire in mente una cosa che diceva spesso lo zio pittore del nostro chitarrista per spiegare la tecnica dell'acquarello: "Per avere luci forti devi dipingere ombre forti". Questo perché nell' acquarello la luce non si disegna, si sfrutta il bianco del foglio. Le ombre invece si disegnano. Eppure la luce viene fuori sfolgorante, anche se non la disegni. Si tratta dell'eterna dicotomia tra attività e immobilità, resa e lotta, caos e ordine.
Per voi cos’è il rumore e cosa il silenzio? Il rumore è una percezione sensoriale complessa, nel nostro caso cerchiamo di alzare il volume degli strumenti per creare, in alcuni pezzi, una sorta di bozzolo sonoro in cui chiudere musicista e ascoltatore. Ricordo che Kevin Shields e Bilinda Butcher dei My Bloody Valentine dovettero ricorrere alle cure mediche per il tinnitus alle orecchie dopo innumerevoli sessioni a volumi oltraggiosi, secondo la loro tradizione. Il rumore, il noise, il frastuono richiede qualcosa in cambio... mi viene in mente Karl Jaspers, grande psicopatologo e filosofo del '900 che scrisse “la vita trova sempre delle possibilità per aggirare la realtà, per velarla, sostituirla, sempre con un piacere momentaneo di sollievo, ma sempre a prezzo di una perdita reale di vita o di una malattia". Al contrario, il silenzio è una sorta di pausa nel divenire, un angolo dove meditare. Bach diceva che “la musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c'è fuori.”
Direi un poco come questa copertina: distorta ma anche silenziosa… o sbaglio? La copertina è una mia foto scattata anni fa su un binario (morto) in Sardegna. La ragazza cammina di spalle, verso il punto di fuga in cui si uniscono le parallele delle rotaie. Esiste un punto lontano, così infinitamente lontano in cui è possibile ipotizzare l'incontro delle parallele. Questo punto, in matematica, è detto "punto improprio". Cos'è tutto questo nella foto? Un congedo, forse. Una uscita di scena verso qualcosa di eterno, e mentre sei occupato in questa nobile occupazione (il "vanishing act" di Lou Reed...) rischi parecchio, perché sei in mezzo alle rotaie. La foto è a bassa fedeltà, era in bianco e nero originariamente, abbiamo pensato di immergerla nel rosso granata, che è il colore del disco, alla fine. Trasmette al tempo stesso un senso di silenzio, di pericolo e di assoluto.
Che siano queste contaminazioni post-rock le nuove derive della new-wave? Non credo onestamente ci sia nulla di veramente nuovo: i suoni ai quali facciamo riferimento sono i dischi degli anni '90, i dischi della 4AD, della Touch and Go, ci sono i Pixies, My Bloody Valentine, Mazzy Star, P.J. Harvey, Pavement, Madder Rose, Sonic Youth, Slint, Codeine, tutto ciò di cui ci siamo nutriti per anni. Penso che la nostra band abbia affinità con la nuova leva che fa riferimento a quegli anni, tipo Alvvays, Wolf Alice e Snail Mail ad esempio.
Dischi che sono alla radice di questo? Se vi chiedessi tre titoli in ordine di importanza? Come dicevo prima, alla radice c'è la musica indipendente anni '90, io citerei "Rid Of Me" di P.J. Harvey, "Among my Swan" dei Mazzy Star;"You're Living all over Me" dei Dinosaur Jr, forse "It's Anything" dei My Bloody Valentine, certamente qualcosa dei Throwing Muses, lo shoegaze della prima ondata, Slowdive, Whirr e "Surfer Rosa" dei Pixies che comunque era della fine degli anni '80, ma precorreva i tempi... Poi al di là di tutti i generi e di tutte le epoche ci sono e ci saranno sempre i primi tre dischi dei Velvet Underground e i due Joy Division...a loro dobbiamo tutto, o quasi.
Articolo del
26/02/2024 -
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