Extra Music Magazine ha incontrato il cantautore e poeta romano Emanuele Inserto, tra i protagonisti (insieme a Alessandro Cives, Alessandro Paolucci e Trame) lunedì 22 aprile, dalle ore 20.00, del format “Per Chi suona la Campana”al Teatro Arciliuto.
Ideato per ricordare Giancarlo Cesaroni, il Folkstudio e le sue “stanze polverose” “Per Chi Suona la Campana?” è l’evento stabile dei Lunedì de “L’Arciliuto” (Piazza Montevecchio 5, Roma) frequentato stabilmente dai cantautori di tutta Italia dal 2012.
La direzione artistica e l’organizzazione sono a cura di: Ernesto Bassignano, Lino Rufo, Fabrizio Emigli, Erminio Sinni, Diana Tejera, Valerio Sanzotta, Tom Armati, Vittorio Centrone alias Lemuri il Visionario e Giovanni Samaritani.
Retrospettiva cantautorale (Battiato su tutti) e new wave italiana si incontrano in una canzone d’autore, quella di Emanuele Inserto, punteggiata di suggestioni musicali internazionali. Il nuovo lavoro in studio del cantautore, “Sotto L’Equatore” è un album dalle felici soluzioni stilistiche, che conquista per una certa impronta retrò ( a livello testuale e sonoro), coniugata all’attitudine- tutta postmoderna- alla contaminazione. Lo abbiamo recensito qui:http://www.xtm.it/DettaglioMusicAffairs.aspx?ID=23222#sthash.qpk5Zw9p.dpbs
“Sotto l’Equatore”, il suo ultimo lavoro in studio è, per sua stessa
ammissione, un album di otto brani volutamente rétro. E’un
nostalgico, musicalmente parlando?
Sì. E più passa il tempo più i miei gusti musicali retrocedono. Ciò però non significa che disprezzo gli artisti contemporanei. E' solo una questione di affinità.
Lei è anche poeta. (Ha pubblicato infatti Astri negli abissi (Poesie
– 2022 – Progetto Cultura Editore)
E Le stagioni del borgo (Poesie – 2023 – Porto Seguro Editore),
N.d.R). Il verso che ha scritto e che la rappresenta maggiormente?
Due versi, che sono l'inizio di una poesia:
Tu non contempli gli astri
e non sai di essere una stella
Il poeta che ama di più?
Salvatore Quasimodo.
L’interprete italiana a cui vorrebbe regalare un suo brano?
Patrizia Laquidara.
Per chi suona la campana, al Teatro Arciliuto, è l'unico
appuntamento stabile frequentato dai cantautori di tutta Italia
attivo dal 2012. Come si sta preparando alla serata di lunedì 22
aprile?
Come sempre: provando e riprovando i brani. L'Arciliuto è un luogo bellissimo, praticamente fuori dal tempo.
Quale ritiene che sia lo stato di salute della canzone d’autore in
Italia?
In realtà l'Italia è ancora oggi una terra ricca di talenti straordinari e unici. Ci sono migliaia di cantautrici e cantautori che scrivono e producono di tutto. Il problema è che quasi niente viene fatto circolare. Tutto rimane nel sottobosco e nulla affiora. C'è una sorta di censura non dichiarata ma di fatto reale.
Di quale grande cantautore le piacerebbe aprire il concerto?
Paolo Benvegnù.
Dopo “Canto di Eco” c’è in programma l’estrazione di qualche
altro singolo dall’album “Sotto l’Equatore”, che sta riscuotendo
un ottimo successo di critica?
Pensavo al brano "Pace". Chissà, di questi tempi, magari porta bene.