Di certo ad un artista come Alex Ricci è immediato metterci accanto il blues e tutte le sue direzioni possibili. Di certo non faremmo un errore vista la sua grande carriera intrisa di blues. Ma non è questo “Mete”. Forse è anche questo… sicuramente in un brano come “Difendi con i denti” è chiara la matrice come lo è nelle lunghe peregrinazioni di carattere world che questo nuovo disco ci regala. Ma “Mete” prima di tutto è il disco di un cantautore che ha la mente assai disposta ad accogliere altro dalle sue comune abitudini. Insomma: da un artista come lui sarebbe stato scontato ascoltare soltanto blues. Si va oltre, facendo anche pop… e non è da tutti. E forse la produzione di Daniele “Benji” Benati non fa che amplificare tutto questo concetto…
A lavoro con Daniele “Bengi” Benati dei Ridillo. È la prima volta che lavori con una produzione di questo tipo? Ho avuto modo di collaborare con molti Produttori, penso sia una figura fondamentale per la realizzazione di un Album in quanto guarda l'artista dalla distanza giusta, durante la scrittura di “Mete” mi sono bloccato spesso, “Bengi” con talento e grande professionalità ha saputo riattivare la mia creatività, è stato molto stimolante lavorare insieme alla stesura e alla produzione delle 10 tracce.
Parlando del suono? Questa volta che obiettivo ti sei posto? È stato il suono che avevi in mente? Mi piace molto miscelare i suoni acustici caldi e intimi, suonati a volte con “chitarracce”, Mandolini, Trees, con quelli elettronici precisi e a volte asettici, come Synth, loop, batterie elettroniche e suonini vari, creando vari livelli che danno profondità e tridimensionalità alle canzoni. In “Mete” insieme a “Bengi” abbiamo fatto un bellissimo lavoro sui suoni, nei brani più prodotti come “Capitano”, “Dimmi” o “Sempre ti porterò” per esempio abbiamo mischiato cose acustiche ed elettroniche, questo piace molto a tutti e due.
Nel disco ci sono anche degli strumentali. Ho come l’impressione che sia questa la prima vera dimensione artistica di Alex Ricci o sbaglio? Non sbagli..Prima di imparare a scrivere dei testi mi sono confrontato con brani strumentali, mi piace tuttora partire dalla musica, un tema di chitarra, quattro accordi che mi ispirano o una melodia che mi gira in testa, questa è la semplicità e la grande magia della musica..Quindi hai preso in pieno il bersaglio!
E questo disco spazia anche molto nei suoni del mondo. Eppure all’Italia torni con la forma del pop e non è una critica, anzi. Cosa ne pensi? Tutto dipende dagli ascolti che ho fatto da ragazzo, con la mia famiglia abbiamo posseduto per 25 anni un negozio di dischi nella piazza di Atri, un piccolo paese in abruzzo, mio padre è un musicista e grande cultore di musica Jazz e Blues ecc., lui mi ha insegnato i primi accordi di chitarra. La mia scrittura è un melting pot, ho delle preferenze ovviamente, ma quando scrivo non voglio legarmi ad un genere, non ci riesco, mi piacciono tante cose, il Pop non è da meno.
Nell’amore di queste canzoni trovo la leggerezza con cui combattere la violenza di ogni giorno. Sembra assurdo ma trovo che questo lavoro abbia molti risvolti sociali… che mi rispondi? Grazie, questo è un bel complimento! Purtroppo viviamo in un momento decisamente buio, determinato dalle guerre, dalla discriminazione sociale e di genere, dalla prevaricazione del più forte con l'uso della violenza. Gli artisti hanno una grande missione, nel mio piccolo ci provo.
Articolo del
24/04/2024 -
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