È un manifesto alla libertà di rinascere, al bisogno di rinascere, al diritto incontestabile di finirci dentro le oscurità del malessere. È un disco questo che non penso si possa capire senza aver passato le oscurità di un malessere. Per Dilis - al secolo Pietro Di Lietro - è l’amore il centro nevralgico di tutto. La fine di una storia ma anche la consapevolezza dell’unicità di se. Il suono indiepop, il suono post-rock, il suono intimo… dimensioni metalliche, fredde, viscose, sospese. Suona bene questo ritorno in scena dopo almeno 10 anni di silenzio. Suona bene questo “Infinite forme di Salvezza”.
Quanta solitudine ha scritto questo disco? Sembra di coglierla… dentro la fine di un amore o dentro l’apocalisse della terra… Sono stati due anni difficili, dopo l’operazione per un tumore, nella fase post-operatoria ero caduto in una forte depressione dovuta alle incertezze sul futuro, scrivere le canzoni è stato il mio modo per uscirne fuori, il disco è concepito come un concept album dove attraverso il racconto di una relazione, dalla genesi alla fine, offro una mia visione della società contemporanea.
Che poi, restando sul tema, che sia l’una o che sia l’altra, alla fine questo è un disco che accoglie la fine di qualcosa. Non è così? Si il disco si chiude con goodbye, una canzone che per me significa rinascita, chiudere con il passato, la fine di un periodo buio
Daniele Mencarelli ha scritto “Tutto chiede salvezza”. E in qualche modo, per strade diverse, l’ho paragonato a questo disco. Conosci questo romanzo? In qualche misura sono collegati? Si ho letto questo romanzo ed in qualche modo è collegato al disco nella ricerca della salvezza, in questi anni ho letto molto ed è stato fondamentale non solo per l’ispirazione ma soprattutto per salvezza che trovato nei libri, uno su tutti “vite che non sono la mia” di Carrere che sento molto vicino alla mia storia.
Per te dunque cos’è la salvezza? Il silenzio che c’è in “Goodbye” o nel post rock di “Ancora noi”? La salvezza per me è stato ritrovarmi, capire chi sono e cosa voglio e soprattutto perdonarmi e perdonare, affrontare la vita giorno per giorno ed accogliere tutto come una benedizione, quando mi riferisco ad “infinite forme” intendo proprio i diversi modi di ricerca, nella mia carriera ho sempre sperimentato diverse sonorità e volevo racchiuderle tutte in questo disco
Un video… te lo immagini? Come? Che colori dovrebbe avere? Sai che io lo penso assai ricco di luce? Stiamo pensando di fare diversi video dei brani, ho sempre avuto il desiderio di far “vedere” anche le canzoni, per ogni canzone del brano abbiamo preparato anche delle illustrazioni, i brani presentano diverse sfumature e colori ma si ci vedo anche io molta luce.
Articolo del
26/04/2024 -
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