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Helle
Helle: una storia lunga nove brani questo nuovo disco
di
Domenico Capitani
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Ecco il nuovo disco di Helle al secolo Lisa Brunetti che torna in scena con “La Colpa” uscito per la Volume! e distribuito da Ingrooves. Sembra che nel tempo, l’artista bolognese abbia planato dentro radici più acustiche e decisamente più introspettive della canzone d’autore tout court abbandonando ricerche di suono digitale, lasciandosi andare con una maturità sempre più marcata a spiragli di suono e di parola sempre più nudi e naturali. Un disco come questo racchiude una storia, storia d’amore ma anche di emancipazione di libertà, tema che ritorna nella letteratura di Helle.
Mi piace come cambia e si evolve “Antropocene”. Dal blues al pop moderno. In fondo lo dice il titolo stesso... rappresenta l’evoluzione dell’uomo in qualche misura? Può essere intesa anche in questo modo. Antropocene è in effetti nata dalla necessità di disporre di una metafora: ho paragonato la sensazione dell’età, degli anni che pesano sul corpo e la mente, alla moderna industrializzazione che divora la natura, la sporca e compromettie. Il brano nello specifico parla di un attio sessuale fra la protagonista, una donna di quarantasettie anni, ed un ragazzo di soli 24. Questo evento genererà in lei non pochi sensi di colpa - da qui la necessità di rappresentarla tramite metafora.
“Issione” è questo alone di luce solare... secondo te è questo l’amore? Grazie mille per l’osservazione. L’alone di luce solare lo identificherei maggiormente con l’innamoramento. L’amore romantico irradiato nella concretezza quotidiana incontra, temo, maggiori ombre. La realtà non può essere così salvifica, forse; perlomeno, a me non è ancora capitato del tuttio. Si procede per avventure e stabilità.
Bello il lyric video di “Tempesta”. Che tempesta hai ripreso? Oppure hai preso contenu: open source? Ho inserito contenuti commerciali acquisendo la relativa licenza. Sono felice che le sia piaciuto!
Che poi la vita è questo: il trucco è lasciarsi andare alla tempesta? A diciannove anni le avrei risposto di sì, oggi invece scuoto la testa e sorrido tristemente; la tempesta fa sentire vivi, ma di solito la vita te la rovina anche. Crescendo si è convinti d’avere il mondo in mano - a vent’anni si gode di un grande spirito d’avventura. Poi diventi grande, e capisci che il pericolo sia un lusso da concedersi col contagocce, se si vuole costruire un futuro solido. Che pessimismo, eh?
Articolo del
16/05/2024 -
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