Uscito per Astana Music, si intitola “Where I’m Coming From” ed è il disco di inediti in studio del grande George Brown che lascia questo mondo in un giorno qualunque di novembre di quasi un anno fa. Finisce con lui un’era, una moda, un modo di pensare al funk e alla disco music. A pensarci bene, col senno di poi, è un titolo forte, un manifesto di vita, un commiato se volete, da una carriera di oltre 60 anni, di oltre 90 milioni di dischi venduti, di vette artistiche inarrivabili con i suoi Kool & the Gang. Incontriamo la moglie, Hahn Brown, in occasione del Sequoie Music Park di Bologna lo scorso mese di luglio. Sul palco è andata di scena la grande musica dei Kool & the Gang ed è stata una festa dal retrogusto amaro, è stato un addio per molti versi. Da tempo, diceva Hahn, George pensava ad un disco intimo, privato, personale, un modo per portare alla luce la sua vera identità musicale. Alla fine, dopo anni, l’ha fatto. Ci ha lasciati in eredità anche questo piccolo gioiello dai colori e dalle facce che forse non mi sarei mai aspettato: ecco ancora una prova inconfutabile di quanto sia grande e imprevedibile il genio creativo di uomini come lui che la storia l’hanno scritta… per noi altri di tutti i giorni.
Un disco che arriva oggi e che ci aiuta anche a celebrare la sua memoria, il suo lascito… Proprio così, purtroppo… e per fortuna, pensando a quanta musica ci ha lasciato. L’ascolto di questo disco spero faccia capire quanta “musica era” George, quanto mondo esisteva oltre ai Kool & the Gang. Erano anni che si pensava ad un disco solista e finalmente è arrivato e custodisce proprio il suo vero gusto, le sue libere scelte… insomma è George senza alcun filtro.
Perché questa dichiarazione? Come a dire che con i Kool & the Gang ci sono state dei compromessi? Beh ovviamente quando lavori in band non sei da solo e dei compromessi ci sono sempre. È anche giusto che sia così. Ma George aveva sempre una visione alta e voleva sempre spingere tutto oltre… voleva andare sempre avanti, fosse stato per lui ogni cosa doveva essere superata appena raggiunta. È sempre stato in prima linea e ha mosso il cuore e il motore trainante dei Kool e tantissime volte ha proposto brani al resto della band ma non ha mai trovato terreno fertile. E per devozione, serietà e amore, ha sempre accantonato il suo per l’amore del gruppo. Ora invece è come se si fosse liberato di certi vincoli e doveri e ha lasciato fluire tutto se stesso con libertà.
E tutto questo ovviamente riguarda anche la produzione, la scelta dei suoni… vero? Ovviamente. George si è circondato di una famiglia di amici e musicisti che finalmente ha scelto senza quei famosi compromessi di cui parlavamo. È un disco corale… la sua voce, le sue canzoni, le sue parole, portate a spalla da tutti coloro che lui voleva a fianco veramente. Ecco cosa troveremo anche dentro questo disco…
Ad anticipare tutto abbiamo digerito a fondo il singolo “What if”. Questa in particolare ma poi tutto il disco, che sia una dichiarazione di intenti, un augurio, un saluto finale? George è sempre stato un uomo di grandissima sensibilità. È sempre stato assai colpito dalle vicende umane, sociali, dagli eventi del mondo… proprio ultimamente, tutte le grandi guerre e le tragedie che l’uomo sta attraversando, per lui sono stati colpi durissimi con cui convivere. E non è tanto per dire… la musica è sempre stato un collettore per esorcizzare tutto questo. Se pensi all’ultimo disco dei Kool & the Gang, dove volevano restituire la felicità, la serenità ad una vita martoriata dalla pandemia. Ecco: con questo brano e con tutto il disco in fondo, George vuole invitarci a rivedere nella vita le cose davvero importante. Perché se fosse così, tutto cambierebbe e tante cose smetterebbero di avere un’importanza tale da scatenare guerre e distruzione.
Questo disco porta in scena un suono diverso. Nel senso che con i Kool & the Gang eravamo abituati al “party”, ai colori accesi, all’energia. Qui ci sono invece spesso luci soffuse e toni introspettivi o sbaglio? Certo, non sbagli. Come detto è una delle versione reali delle possibili che George aveva da dare al mondo e alla musica. Con i Kool abbiamo visto solo un lato. Questo disco, come suggerisce anche il titolo, è un disco di ricordi, un riguardare alla vita che è stata e trarre da essa insegnamenti che ci vuole regalare. È un processo doloroso se vuoi ma anche salvifico. Fede, umanità, famiglia… è li che è stato condotto ed è li che in qualche modo ci suggerisce di tornare.
Inevitabilmente una domanda sui Kool. Facciamo questa intervista in occasione di un concerto tutto italiano al Sequoie Music Park di Bologna. Oggi che eredità si deve raccogliere? Ci sarà un futuro per i “nuovi” eredi, per i “nuovi Kool & the Gang”? Se vuoi sapere se il progetto continuerà a vivere grazie a nuove persone, nuovi musicisti, beh questo no. Oggi facciamo festa e sarà un modo importante per ricordare tutto. Ma questa storia è giunta alla fine. Ciò che vivrà in eterno invece è l’eredità artistica che uomini come George lasciano al mondo, agli uomini, alla storia. Spesso abbiamo ballato e abbiamo fatto festa con le loro canzoni. Però l’invito è anche quello di ascoltare e di leggere con attenzione i testi, ad ascoltare bene le soluzioni di produzione, gli arrangiamenti. Tutto questo vivrà in eterno. Tutto questo oggi possiamo prenderlo e usarlo per scrivere nuove pagine di storia e per ricordarci che dobbiamo tornare ad essere fratelli, ad essere uguali e non rivali. Ecco un grande messaggio racchiuso dentro questo disco: che il concetto alto di fratellanza possa ritornare nella vita di tutti i giorni.
Articolo del
16/09/2024 -
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