Quando si ha l’occasione di intervistare una grande compositrice come Mariella Nava forse non c’è nulla da dire prima che lo faccia lei stessa. Posso solo menzionare che è una delle artiste italiane che vanta collaborazioni con tutto il mondo della musica nazionale ed internazionale. A questo punto non ci resta che leggerla.
Mariella sei considerata una delle più prolifiche artiste nel panorama della musica italiana. Quando hai iniziato pensavi che un giorno saresti diventata un punto di riferimento per tante cantautrici? No certamente, non lo potevo neanche immaginare. Quando ho scelto la musica come mestiere mi premeva solo conoscere il più possibile la materia. Esserne consapevole per esprimere tutto il carico di emozioni che la vita già mi proponeva. Sapevo che sarebbe stata la mia vera vocazione e avevo individuato quel linguaggio come il più idoneo al mio modo di essere per comunicare e per diventare la donna che sono. Se qualcuna delle nuove cantautrici si specchia in questo modello e trae forza dal mio esempio, mi rende felice.
Quali erano all’epoca dei tuoi inizi i punti di riferimento musicali? Indubbiamente tutta la musica di contenuto. I cantautori sono stati il mio pane. Prestavo molta attenzione ai testi. Mi dispiaceva che fossero solo uomini in genere a “raccontarsi” mentre nel panorama internazionale c’ erano già tante cantautrici. Così ho pensato di propormi prima come autrice, ho creduto che fosse l’iter più giusto perché non mi si giudicasse solo come “cantante” come era solito per le donne qui, era come se potessi in questo modo essere considerata nel mio intero stile, così, immersa nel mio mondo e mentre mi accompagnavo al pianoforte. Mi piaceva ascoltare tutta la musica però, avendo scoperto che ci sono radici comuni tra il rock e la musica classica sinfonica. La musica dei compositori moderni americani come Henry Mancini, Cole Porter, George Gershwin, Burt Bacharach ha poi fatto da ponte tra la musica colta e orchestrata divinamente e la canzone di fruizione più popolare e questo esercizio, questa pratica, mi attraeva tanto. È un po’ velleitario, lo so, ma credo che qualsiasi orecchio si possa educare e “abituare” a capire il “bello” e a distinguerlo dall’ ovvio e dal banale, semplicemente attraverso l’ascolto e quindi mi piaceva da subito provare ad alzare il livello di ricerca armonica nella scrittura delle mie canzoni.
Hai praticamente scritto canzoni per tutti. Da Renato Zero a Eduardo De Crescenzo e collaborato con Mina, Bocelli, Dalla e tanti altri per citarne alcuni. Che cosa ti hanno “donato” questi artisti in termini emotivi? Ognuno di loro mi ha donato più di qualcosa. Chi un consiglio, chi l’amicizia e la crescita, chi la consapevolezza, chi l’esperienza collaborativa, chi la sorpresa. Sono grata a tutti davvero.
Grandiose le tue esibizioni con Mango e la divina Dionne Warwick. Com’è stato lavorare con una stella del soul/jazz americano? Meraviglioso! Arrivava da sola scendendo dal suo aereo! Quando si dice che i grandi sono i più umili è proprio vero! Lei ne è un esempio. Fu bellissimo registrare in studio insieme. Anche in questo caso ho imparato tanto, mi trasferì la serenità del canto come ispirazione, elevazione pura e intima e lasciando da parte la tecnica. Mi regalò un ciondolo a forma di stella… ”you shine more than it!” mi disse, invitandomi a credere di più in me stessa. Ci sentiamo ancora spesso e mi ha fatto capire che le farebbe piacere se le scrivessi una nuova canzone!
Il ricordo più importante con Mango? La sua discrezione, il suo rispetto, la sua gentilezza. La sua voglia coraggiosa di sperimentare.
Ti piace Angelina Mango? Sì, si vede che ha respirato musica, ce l’ha nel corpo, nell’ energia vitale. Si vede che ha personalità. Credo che possa crescere e darci sempre cose interessanti come il suo stesso papà.
Che musica ascolti quando non componi? Ascolto ancora di tutto anche la musica che è più lontana dai miei gusti. Ritengo che non sia giusto fermarsi e non conoscere quello che accade intorno. Bisogna essere sempre se stessi con coerenza ma connessi con il tempo che viviamo.
Stai portando in giro per l’Italia un tour che parla di femminicidio. Chi sono gli artisti al tuo fianco in questa avventura? Siamo io e Daniela Poggi. Abbiamo deciso di mettere in scena un testo forte, concepito con l’autrice Stefania Porrino, ispirato dalla lauda “Il pianto della Madonna” di Iacopone da Todi. Daniela incarna la figura di una madre che si chiama Maria. Ha un destino simile per dolore a quello di Maria di Gesù, perché anche lei piange un figlio perso. Non innocente, non vittima. Il suo è colpevole e condannato per aver commesso un cruento femminicidio, ma è pur sempre un figlio che non ritrova più. È come se non esistesse più quel figlio che ha messo al mondo e allevato con amore, come credeva. Si pone domande, si chiede se può avere delle responsabilità e si sente fallita e tradita due volte come madre e come donna. Si chiede anche se potrà mai perdonarlo e se sia giusto farlo. È uno spettacolo che tiene con il fiato sospeso. Noi sentiamo dal palco il respiro e la commozione partecipativa del pubblico ogni volta. Io sono lì a sottolineare tutti i passaggi emozionali di Daniela con le mie canzoni più adatte. A parte il teatro, prossimi progetti? In mezzo a questi tanti impegni, ho fatto conoscere due nuovi singoli. Uno è un canto che ho scritto dedicandolo all’ Italia, al valore del nostro immenso patrimonio artistico culturale, dal titolo “Italia è il mio nome”, cantato in duetto con il giovane Matteo Montalto, arrangiato dal Maestro Vessicchio e con il prezioso flauto di Andrea Griminelli. L’altra novità, di recentissima pubblicazione, è un inedito di Franco Califano che ho avuto l’onore di cantare dal titolo “Oltre la città”. Insieme alla mia voce, c’è il violino di Vincenzo Schettini, il professore di fisica tanto amato dai giovani e non solo. Lui è appassionato di musica, ha studiato violino al conservatorio ed è stato bello averlo con me in questa veste di musicista. Il brano apre il secondo volume dell’opera postuma del cantautore romano. Un progetto curato da Alberto Zeppieri con la collaborazione di tanti artisti e premiato, per il primo volume, il prossimo ottobre al Club Tenco. E intanto lavoro ancora alle mie canzoni inedite che spero di pubblicare con il mio prossimo album al più presto.
Articolo del
30/09/2024 -
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