Dal rap alle soluzioni due metropolitane. Ma anche variazioni altre che non riesco bene a codificare. Eccolo l’esordio discografico di Marco Elba dal titolo “Frammenti”. È questo il vero punto centrale di questo ascolto: momenti difficili da codificare ed il bello è soprattutto questo. Si passa da scenari urbani ad altri più esoterici, visionari, meno attinenti alle mode. C’è tanta personalità o forse tanta ricerca di personalità che non ancora sceglie il suo posto nel mondo. Di sicuro sono le prime derive di stile della nuova scena d’autore italiana di questo futuro digitale.
Un esordio ma già sulle spalle hai tanto da raccontare. Dunque perché arrivi solo ora al disco? Il mondo discografico attuale, specialmente per quanto riguarda i giovani, spinge a puntare più sui singoli che sugli album. Io ho sempre adorato ascoltare i progetti per intero: quando trovo una canzone che mi piace vado a spulciarmi l’album da cui è estratta. Tuttavia mi rendo conto che tra i miei coetanei sono un po’ un’anomalia. Oggi è tutto ultra flash, istantaneo. Spesso non si arriva nemmeno alla fine della canzone, figuriamoci ascoltare un album intero. Sono dinamiche che comunque, volenti o nolenti, vanno tenute in considerazione se oggi si vuol fare della musica un mestiere. Poi indubbiamente produrre un album richiede molto più tempo e lavoro, e dato che sono un perfezionista maniacale volevo che fosse tutto perfetto prima di pubblicare il mio primo EP.
Che poi è un EP: ormai ci si muove per piccoli passi? Esatto, come stavamo dicendo l’industria spinge per narrazioni frammentate, rapide, istantanee. Viviamo nell’era della velocità, del tutto subito, e questo si riflette anche nella musica.
Un video ci manca e siamo nel tempo dell’estetica… cosa ne pensi? Assolutamente d’accordo! Io amo i videoclip. Essendo un appassionato di cinema e avendo studiato per anni recitazione, la parte visiva e cinematografica ha sempre avuto un ruolo centrale e determinante nel mio progetto. Mi diverto proprio a dirigere ed interpretare piccoli film: i videoclip dei miei brani diventano un po’ la scusa per dar sfogo al Marco attore/regista. Poi oggi i video sono importantissimi! Ne ho già programmati un sacco e continuano a venirmi idee… Non vedo loro di girare il prossimo!
A proposito di estetica: viviamo e misuriamo tutto facendoci bastare i “frammenti” delle cose. Fa comodo ma…? Ma a volte si rischia di non cogliere fino in fondo l’essenza delle cose. Restare in superficie in alcuni casi può bastare, ma in altri è necessario scendere più in profondità, anche se oggi sembra sempre più difficile farlo. I “frammenti” del mio EP sono infatti proprio un modo per fuggire dalla superficialità e scendere nelle profondità della mia musica. Non mi andava di semplificare tutto con brani simili tra loro, così ho cercato di imbastire un vero e proprio viaggio attraverso le varie sfaccettature della mia musica. Mi hanno sempre detto che sono una persona eclettica, e questo si riflette anche nelle mie canzoni. Con questo EP volevo proprio dare un assaggio di tutto ciò, mostrare la mia vera essenza non fermandomi a una semplice e superficiale apparenza.
E questo suono? Figlio dell’America del drilling e non solo… Essendo il producer dei miei brani, mi piace moltissimo sperimentare con i suoni. Sono un grande fan del sound americano, ma in generale adoro pescare un po’ da tutto il mondo. Nell’EP ci sono un sacco di rimandi etnici. In generale, cerco di creare un sound riconoscibile e originale, che rappresenti fino in fondo la mia idea di musica. Dal punto di vista della ricerca sonora, in America sono molto avanti. Cerco di assorbire tutto ciò che si sente in giro di interessante per accrescere il mio bagaglio e sviluppare la mia personale strada.
Articolo del
15/10/2024 -
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