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FoFoForever
“Canzoni Contro il Panico”
di
Domenico Capitani
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Torniamo all’infanzia ma facciamolo con un piglio indie pop tutto italiano. Facciamolo con un esordio che si nutre di suoni e di modi estetici di un tempo della fanciullezza, per noi che siamo adulti oggi s’intenda. Ecco “Canzoni Contro il Panico” il primo disco del progetto di Stefano Poletti denominato FoFoForever dentro cui suonano xilofoni, omnichord, strumenti giocattolo e tanto altro… e perché no, anche giraffe volanti come dicono. Ci ritroviamo di fronte a quelle soluzioni che sanno di passato ma tanto devono al futuro nonostante tutto. In bilico tra parodia e verosimiglianza. Un bellissimo progetto, denso di visioni e di nostalgie… e intelligenza anche, che non guasta mai.
Perché così ancorati al tempo delle favole? Un modo per reagir al tempo delle disillusioni? Le nostre canzoni sono legate alla malinconia verso la fanciullezza e a quel sentimento dolceamaro dell’adolescenza. Il classico dualismo di ribellione/conformismo che tutti abbiamo vissuto in quegli anni; andare contro il sistema, fare i ribelli, ma allo stesso tempo avere paura di essere esclusi, di rimanere da soli. Le canzoni raccontano di momenti vissuti in prima persona, miei momenti intimi che ho voluto esorcizzare dandogli una veste musicale.
E in questo tempo che viviamo, di macchine e regole matematiche, come riuscite a salvare la fantasia? Credo che le “macchine” moderne in realtà siano un’opportunità per far scaturire la propria creatività e fantasia e che rendano più semplice la condivisione di contenuti propri. Per un’artista è un grande momento questo, le macchine sono dalla nostra parte. L’importante è partire da una fenomenologia sana in cui la macchina non è il punto di arrivo ma uno strumento da utilizzare durante il nostro viaggio.
Il suono dei FoFoForever… studiato a tavolino per volare nelle favole? Una scelta assai precisa che nasce da cosa o da dove? Fin dalla mia prima esperienza cantautorale il mio stile di scrittura e di arrangiamenti è sempre stato legato ad un’estetica Naif, allo stile che viene chiamato in musica “Lo-fi” o in pittura “Art But”; memorie rovinate, non completamente a fuoco. Forse per me tornare indietro nei ricordi è molto confortevole ma allo stesso tempo molto catartico. A tavolino non riuscirei a fare niente di artistico e genuino.
E al di la delle allegorie, trovo ci siano moltissimi rimandi alla vita di ogni giorno. Che sia un modo per fare critica? Spero proprio di sì. Fare musica senza fare critica sarebbe molto sterile secondo la mia concezione di arte,la quale deve sublimare il bisogno di riscatto sul reale.
E questo video che tanto richiama quel MTV anni ’90? Parlando nei testi di quel periodo della mia vita ho voluto che lo stile estetico collimasse con quello testuale.
Articolo del
21/10/2024 -
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