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Nevica
Un occhio al tempo che ci aspetta
di
Domenico Capitani
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Eccolo il nuovo disco di Gianluca Lo Presti in arte NEVICA. Torna a fare musica sua, torna a mettere al centro il basso e a scrivere suoni, landscapes sonori che un poco ci riportano a quella “Crisalide” di tempo e tempo fa. Più che di psichedelia io parlerei molto di post-rock, di suono post-atomico. In fondo “DISTOPIE” suona molto come un quadro futuristico per niente positivo e per niente ottimista… una nota di merito alle liriche che sono come punture in questo mare di suono, sono gocce, sono piccoli innesti immaginifici e (questi si) psichedelici. Ecco: sulla parte testuale forse avrei voluto una ricerca maggiore visto che il suono ha una potenza davvero importante.
Con te non possiamo non parlare di produzione. Si parte dal basso... che che,passando da effetti molto diversi tra loro,crea la sensazione che siano tracce sembra anche una fotografia concettuale del disco... ma parlando dello strumento, il suono poi prende altre derive. Che macchine e che altri strumenti hai usato? La cosa interessante di questo disco è che c’è un unico arrangiamento di basso suonate separatamente. In realtà è la stessa traccia suonata più volte che ha preso diciamo così “derive differenti”. Per ottenere queste sonorità ho usato sostanzialmente una BOSS GT 1000, un EVENTIDE H9 e uno ZOIA della Empress, quest’ultimo è un pedale modulare che va oltre il concetto di pedale stesso. L’aggiunta di qualche synth è diciamo il 10% del suono che senti.
Quando hai pensato di aver raggiunto la “deformazione” necessaria del suono naturale di basso? Sin dall’inizio delle registrazioni perché ai suoni ci avevo già lavorato prima Segnandomi quelli più interessanti da usare.
L’obbedienza è mancanza di sacralità? Dipende a chi si obbedisce. Se si segue la propria ricerca interiore con la volontà e il desiderio di evolversi come esseri umani,senz’altro facciamo qualcosa di sacro.
L’era moderna è un tempo privo di consapevolezza? Dunque di un maggiore controllo? Io penso di si. Credo che la questione sia molto delicata da affrontare ma ne vale la pena. La mancanza di consapevolezza favorisce la possibilità di essere maggiormente manipolati ma nessuno ti dirà che è manipolato. Questo secondo me è il primo segnale che invece è così. Gurdjeff all’inizio del 900 parlava già di questo in una società molto meno complessa di adesso.
Hai pensato di far suonare tutto questo in vinile... potrebbe anche sembrare una contraddizione, visto il futuro... o sbaglio? Recuperare tecnologie del passato che sono più interessanti dal punto di vista sonoro rispetto alla digitalizzazione di oggi,non la vivo come una contraddizione ma come scegliere il meglio per onorare la musica e l’ascoltatore.
Articolo del
02/12/2024 -
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