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Da chitarrista degli Hellacopters a frontman dei Thunder Express, Robert Dahlqvist conferma e valorizza le sue doti tecniche compositive, mettendo anche in evidenza la sua ottima propensione per il canto. Anche se con molte ore di sonno da recuperare, Robert è sorridente e carico al punto giusto per affrontare il mini tour italiano con i suoi Thunder Express. È certo della buona riuscita delle loro date ancor prima di esibirsi: “Sono già stato in Italia con gli Hellacopters e ci siamo sempre divertiti. Dopo questo tour con i Thunder non vedo l'ora di poter organizzare qualcosa di nuovo e ritornare quanto prima!”.
All'inizio i Thunder Express erano un tuo progetto parallelo agli Hellacopters. Ora che sono il tuo primo impegno, com'è essere leader e frontman in tutto e per tutto?
Ti dirò, non ho mai considerato i Thunder Express un side project. La sento da sempre una vera e propria band; anche se è vero che prima suonavamo meno, quando avevamo molto tempo da dedicarvi. Anche se vengo considerato il leader degli Express, mi suona anche strano essere visto come frontman della band, perchè in passato non ho mai ricoperto questo ruolo.
Il nome Thunder Express è preso da una canzone degli MC5, band che amate moltissimo. Perchè nella vostra Svezia avete un nome diverso; Dunder Tåget?
La nostra etichetta svedese ci ha proposto di fare questa doppia uscita discografica: semplicemente lo stesso cd ma cantato in svedese. Siccome alcune delle canzone del nostro precedente album Republic Disgrace, sono state registrate nella nostra lingua madre, per il nostro ultimo cd, abbiamo fatto questa scelta.
Le canzoni che scrivete sono frutto di jam session, oppure di un lavoro più personale e “ragionato”?
Le scrivo con la mia chitarra acustica e ne faccio un piccolo demo con il computer. Oppure mi capita spesso di registrare qualche cosa che mi ronza per la testa, canticchiandola o solo accennandola con la voce, per poi rielaborarla e portarla al resto della band.
In questo ultimo decennio dall'underground musicale di molti paesi, c'è stata la nascita di moltissime rock'n'roll band che si ispirano agli anni '60/'70. Dici che stiamo questo periodo può essere definito rock'n'roll revival; come gli anni '30 venivano identificati quelli del folk revival?
Yeah, penso di sì! Si potrebbe definire come un revival di quegli anni. Quella forma di rock'n'roll è stata ripresa e modernizzata, però curando molti aspetti indissolubili, per esempio: l'uso di una determinata strumentazione, infatti ultimamente il vintage va molto di moda. Quindi la timbrica che possono avere le chitarre o per alcune band anche il modo di registrare i cd; non in digitale ma in analogico, su nastro, come si faceva una volta.
Perchè moltissime band svedesi e scandinave in generale, vedi The Hives, The (I) Noise Conspiracy, riescono a essere molto famose ed apprezzate negli States, la patria natale del rock?
Penso che sia più interessante per un americano sentire una band svedese cantare in inglese la propria versione del rock'n'roll. É certamente una forma più esotica che rende intrigante una cosa che altrimenti, per quanto possa essere ben fatta e particolare, è comunque americana.
Un gruppo svedese che in questo periodo viene molto pubblicizzato ed in Italia ha un discreto seguito, sono i Mando Diao; è divertente vedere che anche loro si rifanno a sonorità '60, meno rock'n'roll ma comunque di quegli anni.
Sì è vero sono interessanti e divertenti e in più sono delle ottime persone. Mi ricordo che nel 2002 abbiamo fatto con gli Hellacopters un lungo tour in Svezia e per i Mando Diao quello è stata la loro prima tourneé. Erano giovanissimi sui vent'anni massimo e la loro vena punk pulsava tantissimo rispetto ad ora. Sono molto contento di vedere che con il passare del tempo il loro successo si faccia sempre più grande.
Parlando d'ispirazione sixties, nel 2002 hai collaborato con i tuoi connazionali The Solution. Com'è stato far parte di un progetto rhythm'n blues/soul distante dal rock'n'roll dritto e potente?
Sono un grande fan della musica soul, soprattutto del periodo tra la metà degli anni sessanta e i primi dei settanta. Con i The Solution ho collaborato in studio solo per una canzone anche se poi ho suonato con dal vivo in diverse occasioni. É stato divertente anche se rivestivo un piccolo ruolo.
Ma vieni influenzato da queste sonorità?
Sinceramente di quel periodo nelle mie canzoni si sente più l'influenza dei Rolling Stones (ride)!
Quindi vincono loro la battaglia con i Beatles?
Certo mi piacciono moltissimo anche i Beatles; hanno scritto canzoni magiche e sempre attuali. Comunque metto primi sempre gli Stones (ride), il mio grande amore.
Articolo del
11/06/2009 -
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