|
Non sarà certamente il disco che vi salverà la vita ma siamo sicuri che “Personal Train” dei napoletani Fitness Forever riuscirà a portare una ventata di freschezza alle vostre calde e tediose giornate estive. Un lavoro pop estremamente delizioso capace di rievocare un immaginario made in Italy fatto di spiagge, di ombrelloni, di occhiali colorati, di amori estivi e di calcio. Un’estetica demodé e un suono leggero, colto e internazionale che richiama alla mente Burt Bacharach, i Pizzicato Five, i Belle & Sebastian, Armando Trovajoli, La Casa Azul, gli Stereolab, le sigle di alcuni cartoni animati degli anni ’80 e persino certo beat italiano degli anni ’60. Pubblicato in Italia da Pippola Music, su licenza dell’etichetta spagnola Elefant Records, “Personal Train” è il perfetto esempio di “buona musica italiana” in grado di oltrepassare con le proprie gambe i confini nazionali (alla faccia di quei trademark e di quei contenitori musicali privi di cultura quali Amici, X Factor e Festival di Sanremo). L’intervista che segue è il risultato di un breve quanto divertente scambio epistolare con il leader della formazione partenopea, Carlos. Buona estate e arrivederci a settembre.
Allora Carlos, forse la formazione non è più la stessa e tanto meno il nome, ma ascoltando la vostra musica e guardando le vostre foto su internet ho avuto l’impressione di aver già visto e ascoltato qualcuno di voi dal vivo. Credo qualche anno fa alla Cantina Mediterraneo di Frosinone con una band chiamata Vaderrama 5, giusto? He he Luca, vecchia volpe del rock'n’ roll, quante ne sai. Ho fondato i Valderrama 5 nel 2002 e come forse alcuni sapranno, è stato tutto molto divertente. Ma in realtà, a parte me, non ci suonava nessun altro dei Fitness Forever...
Quindi qualcosa e qualcuno lo ricordavo... Lo sapete che i vostri show e i vostri travestimenti oramai fanno parte della leggenda della Cantina Mediterraneo? C’è il rischio che la Cantina Mediterraneo, in quanto luogo delle vostre prime apparizioni, diventi meta di pellegrinaggio dei vostri fan. Più che le nostre prime apparizioni, direi le uniche! Dato che ci volevano solo lì a suonare.
Comunque ascoltando “Personal Train” mi sembra di capire che la filosofia dei Fitness Forever sia più o meno la stessa dei Valderrama 5. L'approccio è certamente simile. Sono sempre stato convinto che l'ascolto della musica debba essere un'attività che trascenda la routine quotidiana e ti porti a visitare qualche angolino rilassante della tua mente. C'è talmente tanta roba angosciante in giro che portarla anche nelle canzoni non mi sembra proprio il caso.
Quanto vi sentite “scanzonati” nel fare questo tipo di musica pop? La musica pop non è per niente scanzonata. È un giocattolo complicatissimo che richiede una dedizione inimmaginabile! Ti basti pensare che la lavorazione di questo disco, che dura esattamente mezz'ora, è durata un anno!
Che differenza intercorre tra un gruppo (o un artista) “serio” e “impegnato socialmente” e voi? Non credo che trattare temi impegnati o disimpegnati possa essere qualcosa che determini la qualità e il livello culturale di una produzione musicale. Posso citarti per esempio Frank Zappa, che non trattava temi (apparentemente) "impegnati", eppure la sua musica e le sue canzoni sono universalmente considerate tra le più influenti del secolo scorso. In generale, lo stile musicale e il tipo di temi trattati sono aspetti molto sopravvalutati secondo me, e quasi di poco conto alla fine. L'unica cosa che conta nella musica è il tuo stile personale e la qualità di quello che fai!
Le vostre canzoni pur essendo romantiche e taglienti riescono a farci sorridere e a regalarci una buona mezz’ora di serenità. Il segreto sta semplicemente nel non prendersi troppo sul serio? Grazie davvero! Come persone, siamo molto allegre e divertite, all'antitesi di chi si prende sul serio (com’è evidente dai nostri video). Per noi la leggerezza è l'ideale supremo verso il quale tendere, nella vita e nella musica. In entrambi i casi, comunque, non è affatto facile riuscire ad ottenerla.
Quanto è importante l’ironia nella musica e nella vita di tutti giorni? Personalmente, ritengo davvero l'ironia importantissima, l'unica vera difesa che abbiamo per difenderci dalle brutte persone e dalle cose brutte. Del resto ridere è la droga perfetta, forse davvero l'unica cosa al mondo meravigliosa e senza controindicazioni, insieme alla musica (quindi perchè non fonderle). Ah, chi ha pensato sesso pure ha ragione, ma si è scordato di Michael Douglas.
E il fitness? Viviamo nella società dell'immagine. Puoi essere una persona fantastica ma senza un aspetto fisico credibile non vali niente! Tutte le aspirazioni del genere umano (dal trovare un partner, riuscire nel lavoro ed essere credibile tra la gente, per non parlare dallo stare bene con se stessi) sono collegate all'attività fisica. È una considerazione amara, ma è purtroppo la verità, e sappiate che trovare la condizione fisica a Napoli circondati da pizza e mozzarelle è drammatico.
A proposito di Napoli, ultimamente da quelle parti stanno venendo fuori un sacco di bei gruppi, penso a voi e ai Gentlemen’S Agreement che, tra l’altro, abbiamo già avuto modo di ospitare proprio su queste pagine. Mi parlate un po’ di questa città, della sua bellezza, delle sue contraddizioni e di tutto ciò che sta accadendo in quelle zone? Ho la vaga impressione che Napoli, grazie alla sua antica, vivace e multiforme tradizione, sia, oggi, il propulsore della rinascita culturale e musicale italiana. Mi intriga sapere che fuori da Napoli si parla di una "new wave" Napoletana: Atari, Gentlemen'S Agreements, Stella Diana, noi, (tutta gente che si è allenata alla palestra Valderrama 5 tra l'altro) per non parlare di The Collettivo, Le Strisce, Denise, The One's... Vista da qui, la situazione è piuttosto problematica, il numero di club aperti è al minimo storico e molte band di fuori lamentano proprio la difficoltà di trovare posti disponibili a ospitare le loro performance. Questo ovviamente è un problema anche per i giovani gruppi napoletani che non hanno spazi adeguati per crescere. Ma la passione è tantissima e si fa tanta ma tanta gavetta... così le band arrivano più pronte e con una sana voglia di emergere nel panorama indipendente italiano, unite ad alcuni fattori climatici e umani che rendono la musica napoletana così apprezzata da molti secoli.
Il vostro esordio è stato pubblicato in Italia da Pippola Music su licenza Elefant Records. Mi dici com’è avvenuto l’incontro con l’etichetta spagnola e quali sono stati gli effetti sortiti con questa pubblicazione e distribuzione estera? Innanzitutto dobbiamo ringraziare, per tutti i contatti (e contratti) della nostra carriera, MySpace. Senza MySpace non credo sarebbe successo niente di tutto ciò. Stare con la Elefant ti toglie tante soddisfazioni, ci ha permesso di avere le nostre canzoni programmate in radio come la BBC in Inghilterra, Radio 1 in Francia e Spagna, e ti fa avere recensioni su El Pais e su Mojo, per esempio. Ma soprattutto, ti offre la possibilità di lavorare con delle persone che sono fantastiche da tutti i punti di vista, sia umano che lavorativo, dopo anni in cui in Italia nessuno aveva creduto in quello che facevo...
Diciamocelo - direbbe un certo La Russa - “Personal Train” è un disco leggero ma estremamente colto e raffinato. Un easy listening pieno zeppo di sonorità vintage che rischiano però di infastidire quegli ascoltatori atavici, irremovibili e ortodossi che non spostano di un centimetro il loro sguardo musicale. Hai qualche consiglio da dare a questa specie di integralisti rock e, casomai, a convincerli a tendere l'orecchio anche al vostro album d’esordio? Nessuno in particolare. Ognuno fa il suo percorso di ascoltatore, io stesso fino a 10 anni fa ascoltavo new metal. Mi piace pensare che questo disco possa piacere un po' a tutti, grandi e piccini.
Il vostro è un immaginario (fine ’50 / inizio ’60) fatto di spiagge, di cocktail, di amori estivi, di costumi da bagno sgargianti e di occhiali da sole colorati. Un immaginario tuttavia ben attualizzato. Da dove nasce questa ricerca estetica e culturale così demodé? L'idea alla base era di fare un disco italiano. Qualcosa che avesse a che fare con l'immagine che il nostro paese ha all'estero, un posto romantico, malinconico e allegro, caldo e cinematografico. Ovviamente questo è stato solo il tipo di abito che abbiamo scelto di cucire addosso a queste canzoni, il che per noi è stato più che altro una specie di "divertimento filologico". Alla fine con le stesse canzoni avremmo potuto farci un disco latin o shoegaze... Forse mi ripeto, ma ho l'impressione che la gente dia troppo peso allo stile mentre quello che conta sono sempre e solo le canzoni.
Un’iconografia, quindi, molto italiana: il calcio, il latin lover... Appunto! È forse per questo che è piaciuto molto all'estero e un po’ meno da noi, quello che forse qui è qualcosa di scontato e vecchio, fuori suona ancora freschissimo e continua a ispirare nuove generazioni di autori e musicisti (pensare a Stereolab, High Llamas, Sondre Lerche...) e pensando ai nostri "mostri cantantozzi italiani moderni", non so se c'è molto da esserne fieri...
Ascoltando “Personal Train” mi vengono in mente Burt Bacharach, i Pizzicato Five, i Belle and Sebastian, Armando Trovajoli, La Casa Azul, gli Stereolab, le sigle di alcuni cartoni animati degli anni ’80 e certo beat italiano degli anni ’60. Sto dicendo una marea di cazzate oppure qualcosa di tutto questo ce lo sentite anche voi? Insomma, quali sono stati i dischi o i gruppi che in qualche modo hanno “deviato” i Fitness Forever? Ci hai preso in pieno! Queste sicuramente sono alcune delle nostre influenze principali: le sigle dei cartoon, in particolare, penso abbiano saldamente il controllo del mio subconscio di musicista da sempre. Giusto per divertimento, aggiungerei anche i nomi di Fred Bongusto e Peppino Di Capri. E Satomi dei Bee Hive.
La vostra musica, pur essendo “facile”, si muove in controtendenza alla musica leggera/pop italiana, alla stregua di un qualsiasi gruppo beat degli anni Sessanta che andava a cozzare contro le melodie seriose, nazional-popolari e già collaudate di personaggi come Domenico Modugno e Nilla Pizzi. Insomma, mi viene da pensare che la vostra musica possa correre il rischio di risultare “urticante” tanto per un ascoltatore di Sanremo quanto per un ascoltatore prettamente rock. Cosa ne pensi? Era nostra intenzione proporre qualcosa di non attualmente presente sul mercato. Crediamo che sia la migliore strategia per poter piacere a un pubblico "trasversale". Certo il rischio è di non piacere proprio a nessuno, ma abbiamo pizza e mozzarelle a sufficienza per affogare il nostro dolore.
Vogliamo dire ai lettori di ML, una volta per tutte, quale differenza intercorre tra i Fitness Forever e Marco Carta? Il gel e i relativi capelli a "porcospino". Noi non ce li abbiamo, lui sì. E poi lui si prende tutte le ragazze più belle.
Chi avreste voluto avere come “Personal Train(er)” artistico: Totò o Eduardo De Filippo? È impossibile! È come se io ti chiedessi se preferiresti una notte d'amore con Dita Von Teese o con Jessica Alba!
C’è la possibilità di sentirvi quest’estate in “filodiffusione” presso ogni stabilimento balneare d’Italia? Sarebbe forse chiedere troppo. Io ogni anno mi auguro solo che l'uso del perizoma in spiaggia cresca esponenzialmente. Se ciò possa avvenire grazie a noi o grazie al nuovo singolo di Enrique Iglesias va benissimo lo stesso.
Sappiate comunque che “Personal Train” sarà il leit motiv della nostra estate. Hai appena pronunciato il titolo del nostro prossimo disco... che non si chiamerà “Leit”.
Complimenti e grazie per la disponibilità. Grazie a te! Sei stato fantastico! A presto!
(pubblicato per gentile concessione di www.musicletter.it)
Articolo del
16/07/2009 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|