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A poca distanza dalla release del loro nuovo album “Non Un Passo Indietro”, siamo andati ad incontrare il frontman dei Surgery, Daniele Coccia, per farci raccontare la loro esperienza musicale, a metà tra l’industrial metal e i cantautori italiani; forti delle tematiche di denuncia alla società e al mondo italiano, che rimangono la base su cui questa band tiene i riflettori puntati sempre e comunque nella sua produzione.
Siamo all’uscita del secondo vostro album prodotto da Altipiani, quali considerazioni avete fatto alla fine di questo percorso?
La maggior parte di quelli che hanno ascoltato l’album sono rimasti favorevolmente colpiti e questo penso sia un buon segnale. Aspetteremo che la promozione faccia il suo corso per tirare le somme generali, sia sul lato delle vendite che su quello della critica. Per ora siamo molto soddisfatti della risposta che il disco sta avendo.
Quanto avete lavorato per partorire “Non Un Passo Indietro” e che tipo di parto è stato?
E’ stato un parto tormentato, perché l’autore della metà circa delle musiche è uscito dalla band nel 2008. La gestazione dell’album è durata circa tre anni, perché diverse canzoni, presenti in questa release, erano già pronte al tempo della pubblicazione di “L’Altra Educazione”.
Se dovessi raccontare “Non Un Passo Indietro” che favola sarebbe e quale il fil rouge dei suoi brani?
“Non Un Passo Indietro” racconta una brutta favola, la storia delle persone coscienti, civili e sensibili in un paese caduto molto in basso. Il fil rouge è semplicemente la reazione, la presa di coscienza e la nostra rabbia di fronte all’abominio. Alcune parti dell’album hanno dei risvolti introversi e piegati all’interno in riflessioni individuali. Domina però la denuncia, l’urgente segnale d’allarme a monito di una realtà gravissima.
Nel vostro nuovo disco posso sentire chiaramente due livelli sonori. Qual è oggi lo spirito con cui i Surgery compongono musica?
Nell’arrangiare i nuovi brani abbiamo avuto un approccio più ragionato, partendo dalle parti elettroniche, ma modificandole in base alle armonie suggerite da basso chitarra e voce; abbiamo lavorato coralmente in sala prove. ”Das ende Meiner welt”, “Lupi da Cortile” e ”Dolcissima Italia”, sono i brani su cui abbiamo lavorato in questo modo e la differenza è evidente.
Nei testi, Daniele, diventi sempre più affettato, cinico e sarcastico. La denuncia continua ed è sempre più cruda e realistica. Come nasce un tuo testo? Ce n’è uno al quale sei particolarmente?
La denuncia è commisurata alla gravità di quello che percepisco, preferirei che il mio desiderio intollerabile di sovvertire i piani del mio habitat svanisse piano piano. Preferirei parlare di altro. Le nostre parole nascono poco alla volta e sono la rappresentazione del nostro pensiero. Sono affezionato a tutti i testi e a nessuno. In linea generale credo che i migliori possano essere, quelli di ”Morituri Te Salutant”, “Classe Onirica”’ e di ”Lupi da Cortile”. In pratica i più introspettivi. Parlami di ‘Classe Onirica’, questa pecora nera della nuova produzione che in live non riusciamo mai a sentire.
”Classe Onirica” ha un grande valore per me. L’abbiamo scritta nel 2004 ed è presente (in una versione molto diversa) nel demo dell’epoca ”Verso Nega”. Oggi siamo riusciti a rendergli giustizia con un arrangiamento degno di nota, grazie a Mauro Neri (Neverdream) e al suo pianoforte. Il suo lavoro è stato esemplare ed il risultato incantevole. Non è escluso che prima o poi la suoneremo dal vivo.
Hai mai pensato di scrivere una canzone in latino per parlare alla chiesa nella sua stessa lingua?
È una buona idea magari la facciamo produrre a Papa Ratzinger.
La canzone di Battiato “Inneres Auge” è stata censurata per i suoi contenuti, ti ho sempre visto molto vicino a questo autore, anche se lui è più etereo e filosofico mentre tu sei più pratico, e per me è un grande complimento che ti faccio! Cosa ne pensi della critica mossa a Battiato e come risponderesti se la stessa censura venisse imposta a voi?
Per me è un grandissimo onore l’accostamento con il maestro. Oltre a considerarlo la massima espressione della musica Italiana da 30 anni a questa parte, penso che Franco Battiato sia un modello di approccio alla vita, una guida. I servitori dello Stato di cui parla nel brano oggi non lavorano solo nei corpi armati come negli anni ’70, ma nelle televisioni e nelle radio ed essendo servi non remano contro il padrone. Per quanto ci riguarda non abbiamo avuto problemi di censura fino ad oggi neanche con brani come ”Elettroshock”, ma il nostro è un circuito molto ridotto rispetto a quello del maestro. Spero ci censureranno presto, sarebbe una grande soddisfazione.
Raccontaci un aneddoto interessante e divertente che si è verificato durante tutto l’iter di “Non Un Passo Indietro”.
Durante il servizio fotografico che abbiamo realizzato (grazie a Pala Panicola) in un pollaio c’è stato un pò di attrito tra me e il padrone di casa, un gallo che potete notare nel retro copertina. Diciamo che si è fatto rispettare, ed essendo io animale quanto lui, non ho certo abbassato la cresta, tra l’incredulità di tutti. Esilarante. Visto che i Surgery non sono il solito gruppo elettronico e/o metal, quale pensate sia il loro vostro posto all'interno di una scena italiana sempre più calcificata e divisa nei compartimenti stagni di generi e definizioni? Chi pensate sia il fruitore finale di un disco come “Non Un Passo Indietro”?
Il fruitore finale di un prodotto così potrebbe essere una persona aperta di mente. che ne ha pieni i coglioni, dell’Italia e della musica italiana, anche di quella pseudo alternativa. Non sappiamo quale è la nostra posizione nel panorama musicale italiano e non ce interessiamo. La nostra proposta corre lungo corsie trasversali rispetto ai canoni del music business e le leggi di mercato. La nostra musica nasce con altri impulsi e per un consumo sano. Abbiamo per fortuna tutti un lavoro che ci fa mangiare e, in teoria, non c’è nessun motivo per cui regalare la nostra onestà al mercato.
“Non Un Passo Indietro”, quali sono i passi indietro che non volete più compiere, e quali invece i passi in avanti?
Dal 2000 ad oggi abbiamo sempre avuto la sensazione che ci stavamo muovendo verso la direzione giusta. Abbiamo imparato le cose da evitare, ma si tratta di dettagli, cose poco interessanti. Passi avanti vorremmo farne parecchi, magari qualche buona tournée.
Articolo del
19/02/2010 -
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