Si chiude la trilogia dedicata da Enrica Perucchietti, filosofa e autrice televisiva, alle “Origini occulte della musica”, da intendersi, per chi si fosse perso i primi due volumi, come ricerca delle tematiche di tipo esoterico presenti nella produzione musicale delle maggiori star internazionali (e non) dal 1700 ad oggi. Ognuno dei tre volumi è all’insegna di una figura simbolo: se per il primo era stato il Pifferaio, ovvero colui che attrae con incantamento e porta alla perdizione, e per il secondo il Briccone o Burlone divino, l’ingannatore, il terzo volume è all’insegna della figura della Sirena, incarnazione del Male che si finge Bene. Il volume si concentra sugli ultimi vent’anni di produzione musicale di massa, con la parziale eccezione della madrina della figura della Sirena, ovvero Madonna. Secondo uno schema costante nell’opera, ogni artista è preso come scusa per approfondire diverse tematiche che sono accennate, alluse o palesemente presenti nella sua produzione: per Madonna abbiamo così un focus sul cattolicesimo giansenista della madre, che ha lasciato tracce profonde nella psiche della figlia, nel bene o nel male; sulla Kabbalah, al cui studio Madonna ha pubblicamente dichiarato di essersi approcciata tramite una branca dell’Ebraismo in odore di eresia (se il termine fosse applicabile all’Ebraismo, ma non lo è) o perlomeno di speculazione a fini di lucro (il Kabbalah Learning Centre di Beverly Hills); alla Wicca e all’ipotetica setta degli Illuminati, sulla cui esistenza la stessa Madonna ha espresso forti dubbi nella canzone omonima, seppure in modo ambiguo. Varie sono le star citate nel volume: saggi ponderosi toccano ai Muse, Tupac Shakur, Notorious Big, Eminem, Robbie Williams, Jay-Z, Rihanna, Britney Spears, Miley Cyrus e Lady Gaga, più altri minori. Questo gruppo si può scindere in tre sottoinsiemi: chi crede nelle tematiche occulte o cospirazioniste e vi si oppone (dai Muse a Robbie Williams), qualunque sia il valore che ognuno di noi voglia dare ad esse; chi perlomeno ci gioca, ma pare anche aderirvi in piena convinzione (Jay-Z, Rihanna e colleghi a cui è dedicato minor spazio come Beyoncé, Jennifer Lopez, Nicky Minay, ecc.); chi ne appare vittima, nel suo essere un personaggio palesemente costruito e ipersessualizzato (Spears, Cyrus). Parziale eccezione la fa Lady Gaga, che, come ognuno ben sa, si vuole porre come erede al trono di Madonna. Comunque la si pensi a proposito delle teorie del complotto e delle tematiche occultistiche, il volume riserva diverse interessanti sorprese: da scettico, non posso fare a meno di sbalordire vedendo quanto ci credono questi o che ruolo hanno in Usa certe tematiche nella costruzione di un personaggio di successo. Sorprendente come Jay-Z, che sbandiera sulla propria linea di abbigliamento motti crowleyani, segni cabalistici, piramidi massoniche, alla fine sia stato immortalato tra i presenti a una cerimonia funebre massonica: insomma, lo sfruttamento commerciale delle tematiche occulte è certo, ma chiaramante Jay-Z non solo ci fa, ma ci è. Altro saggio molto interessante quello su Lady Gaga, personaggio con ambizioni colte, ma che gratta gratta di rivela di una impreparazione crassa sulle sue tematiche che sbandiera: e il fatto che esse siano comparse all’improvviso nella sua vita una volta che è stata ingaggiata dal produttore Rob Fusari, ideatore pure del nome d’arte della cantante, non depone certo a suo favore. Vengono in mente le lunghe interviste che negli anni 70 David Bowie, Jimmy Page o Robert Fripp concedevano sui temi in oggetto, e lo squallido divario non potrebbe essere più pesante. E proprio questa è una delle conclusioni cui perviene il bel saggio di Perucchietti: là, un tempo, artisti per i quali gli interessi esoterici erano parte fondante della propria ricerca esistenziale ed artistica; qui, oggi, tutto quanto fa spettacolo, desemantizzato e impoverito. O tempora, o mores.
Articolo del
10/02/2016 -
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