“Una band di dannati che suona per un pubblico di maledetti”, disse di loro Sting. Ma anche una band composta da “chiunque fosse sexy, selvaggio e suonasse rock’n’roll”, secondo loro stessi. Signori e signore, stiamo parlando dei Cramps, le Maestà dimenticate del rock'n'roll. Eh, già, sic transit gloria mundi: oggigiorno chi ricorda i Cramps? Anche se, a dire il vero, non scalarono quasi mai le classifiche (con l'eccezione di “Bikini Girls with Machine Guns”, che giunse al decimo posto della Alternative Chiart di Billboard il 7 aprile del 1990), ci fu un tempo in cui questa band di folli devoti al rockabilly più radicale e strambo ebbero il loro reame nel rock. Nati nel 1975 dall'unione sentimentale (che sarebbe durata tutta la vita) tra Erick Lee Purkhiser, nativo di Akron, Ohio, e di Kristy Marlana Wallace, originaria di San Bernardino, California, entrambi devoti al sound del rock più selvaggio pre-British invasion, i Cramps cominciarono a farsi notare quando presero la decisione di spostarsi a New York. Divennero ben presto, seppur con qualche difficoltà, una delle band che ruotavano attorno al CBGB's, stimati da Ramones e Talking Heads, ma invisi alla pletora di critici fighetti e radical chic che spingevano la scena punk e new wave di NY. Ribattezzatisi Lux Interior (Erick) e Poison Ivy (Kristy) e fondendo la lezione dei lati B dei più oscuri 45 giri dell'epoca rockabilly con le suggestioni provenienti dal torbido mondo dei fumetti anni 50 per bambini (quelli della EC Comics, “Tales from the Crypt”, “The Vault of Horror”, “The Haunt of Fear” poi vietati per i loro contenuti troppo macabri e morbosi) e dall'exotica, finirono per creare un genere vero e proprio, battezzato inconsapevolmente da loro stessi psychobilly. Il libro di Dick Porter giunge a fare giustizia della colpevole oblio che il mondo ha riservato a coloro che furono re, con una biografia estremamente dettagliata e in grado di trasmettere al lettore l'eccitazione che i due band leader provavano sia verso il loro immaginario che, ovviamente, verso le proprie scelte artistiche. È tracciata con estrema precisione l'evoluzione della loro carriera, senza tralasciare i frequenti cambi di formazione, dovuti al fatto che per essere uno dei Cramps non bastava essere un bravo musicista (anzi: essi stessi iniziarono a suonare quasi dal nulla, anche se Poison Ivy divenne una grande e sottovalutata chitarrista), ma essere assolutamente dentro allo stile di vita estremo dello psychobilly. Porter non si spinge nelle vicende private di Lux Interior e Poison Ivy e questo dispiace un po', in una biografia rock di una band così fuori di testa, perché tra tossicodipendenze e sesso perverso ce ne sarebbero state sicuramente da raccontare. Con questo non sono però assenti gli aneddoti che fanno la felicità di ogni fans rock, come il resoconto del concerto al Napa State Mental Hospital, in California, il 16 giugno 1978, con i pazienti che si strusciavano sessualmente sul pavimento (del concerto esiste pure un filmato). Interessanti anche i doni che i fans facevano alla band: bulbi oculari finti tirati sul palco, un vero teschio umano scarnificato di fresco (regalo di un becchino), le bambole voodoo con le fattezze di Lux e Ivy morti inviate da un pazzo che cercò anche di incontrarli (e loro, saggiamente, stavolta evitarono). Una band che sembrava uscita da un fumetto di Zio Tibia, pericolosa e seducente, un libro da leggere assolutamente.
Articolo del
03/08/2016 -
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