Riedizione aggiornata del volume già edito nel 2013 con nuovi spunti investigativi, “Le ombre del silenzio” sono, allo stesso modo di “L’ultimo giorno di Luigi Tenco” di Ferdinando Molteni, un lavoro di detection che nulla ha a che fare con la musica in senso stretto.
Ma non per questo risulta un testo poco interessante, anzi! La disamina del mistero Tenco parte dalla settimana trascorsa a Sanremo dal cantautore piemontese, ma ligure d’adozione, ma, differentemente dal saggio di Molteni, si proietta a ritroso cercando di fare chiarezza negli ultimi anni della sua vita.
Dal contratto con la RCA nel 1966, che fruttò, differentemente da quanto si crede, almeno un paio di successi, “Lontano” e “Un giorno dopo l’altro”, si passa al viaggio in Argentina, compiuto durante il servizio militare, grazie a un permesso totalmente inusuale e rilasciato da un ufficiale collegato agli ambienti neofascisti che ruotavano intorno al principe Junio Valerio Borghese, ex comandante della X Mas nella Seconda guerra mondiale e futuro autore di un tentativo di golpe fascista nel 1970.
Lo strano collegamento tra Tenco, noto simpatizzante di sinistra e forse iscritto al Partito Socialista Italiano, schedato dal SIFAR, il servizio segreto italiano d’allora, è dato dal fatto che per qualche tempo ebbe una storia con una ragazza soffiata ad Adriano Aragozzini, allora suo promoter, e nipote di un generale dell’aeronautica anch’esso legato agli ambienti neofascisti.
Per di più, ci informano Guarneri e Ragone, pure la famiglia di Aragozzini era legata a tali ambienti. Altri misteri compaiono: la RCA, che in Italia si occupava della produzione di dischi, in America traeva il grosso dei propri proventi dal settore aerospaziale e della difesa. Ancora aeronautica, ancora militari.
E Lucien Morisse, ex marito di Dalida dal 1961 e novello sposo della modella Agathe Aëms dal 1963 e felice padre di due figli, dirigente di Radio Europe 1, che a Sanremo nessuno seppe dire dov’era l’ora della morte di Tenco?
Lavorava per lo stesso gruppo che gestiva la Breguet, fabbrica francese di aerei militari, e la Matra, produttrice, oltre che di auto, anche di missili. E che dire del ruolo di Piero Vivarelli, autore del testo di “24.000 baci” di Adriano Celentano nel 1961, futuro regista di “Il Dio cannibale” nel 1970, ex miliziano della X Mas (guarda un po’), iscritto al Partito Comunista Cubano, e al tempo giornalista di “Big”, la più importante testata di musica giovane nella faccenda? Fu lui a esortare a più riprese Tenco a fare uno scandalo per l’eliminazione di “Ciao amore ciao” dal Festival di Sanremo.
Strane coincidenze. Ma l’indagine di Guarneri e Ragone, che in passato hanno anche ottenuto la riapertura del caso Tenco con tanto di nuova autopsia (che, ahimè, definire frettolosa è davvero poco), mostra, dati scientifici e perizie alla mano, inconfutabilmente (tranne che per la giustizia italiana… ma di essa si conoscono tanto i pregi quanto i difetti…) che Tenco è stato ucciso.
Un libro importantissimo che contribuisce a fare luce su un mistero italiano forse non solo legato al mondo della musica, come si è sempre creduto. E che trovo sia accordabilissimo con le conclusioni circa il colpevole raggiunte da Molteni qualche anno fa, che invece Guarneri e Ragone respingono. Mah. Da leggere assolutamente.
Articolo del
14/04/2017 -
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