Terzo libro sui Baustelle, dopo i saggi “I Baustelle e la canzone” di Andrea Bernardini (Atmosphere Libri, 2013) e "I Baustelle mistici dell'Occidente" di Paolo Jachia e Davide Pilla (Ancora, 2011), questo “L’amore e la violenza” ha un taglio completamente diverso: non più studio sulla produzione della band, ma biografia. E biografia condotta secondo la fortunata e gradevole formula orale, in cui cioè, sostanzialmente, la narrazione è fatta condurre dagli interventi dei protagonisti, ovvero i Baustelle stessi e chi li ha supportati in varia maniera (discografici, manager, musicisti aggiunti ecc.) in quasi venti anni di carriera. Inoltre, a garantire la serietà del tutto, c’è la firma di Federico Guglielmi, da sempre una delle colonne del giornalismo musicale italiano, che segue con passione e attenzione il percorso della band di Montepulciano fin dagli esordi.
Otto i capitoli della biografia, preceduti da una breve prefazione e seguiti da uno sguardo, sempre affidato alle testimonianze dirette dei Baustelle, sulla produzione solista dei tre membri superstiti, non solo musicale, dato che nel caso di Bianconi è da ricordare perlomeno il notevole impegno letterario di “Il regno animale” e “La resurrezione della carne” (Mondadori, 2011 e 2015). I capitoli strettamente narrativi delle vicende della band sono strutturati tutti alla stessa maniera: poche righe di introduzione di Guglielmi, ricordi dei protagonisti disposti in un filo narrativo coerente, qualche raro intervento di raccordo, intervista che sintetizza il periodo preso in esame, risalente ovviamente allo stesso. Se il paragone sono libri prestigiosi come “Led Zeppelin. La storia orale” di Barney Hoskins, la sfida è pienamente riuscita: il libro è molto più approfondito della media delle biografie italiane scritte su artisti italiani. Data anche l’impostazione, manca l’effetto wikipedia o quello comunicato stampa, grazie a Dio, così frequente nelle biografie italiane. Si prendono in esame le vicende umane e artistiche della band, lasciandone l’analisi agli stessi protagonisti. Perfino - udite, udite! - ci sono molti aneddoti e in un paio di occasioni si fa cenno alle intemperanze da tour di Claudio Brasini e Claudio Chiari. L’unico appunto che si può muovere a Guglielmi è di non aver dato più spazio al racconto di queste, invogliando i protagonisti a dettagliare, perché in una biografia di un gruppo rock, seppur molto pop, ci vogliono eccome.
In sintesi, una biografia davvero ben fatta ed esauriente, consigliata a tutti i fans della band toscana.
Articolo del
16/01/2018 -
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