Lucia Burello, giornalista e scrittrice, nel suo libro “Più culo o sentimento?” (editore Nota, 2022) regala al lettore un’interessante e briosa prospettiva su un trio musicale poco conosciuto ai più: il trio Frizzi Comini Tonazzi.
Si tratta di un gruppo musicale che di primo acchito si potrebbe categorizzare come appartenente al genere rock demenziale, genere precipuamente italiano e che non ha corrispettivi in altri paesi del mondo, salvo che nel Regno Unito con la comedy rock, per poi scoprire, grazie all’autrice del libro, che il trio musicale è stata una vera e propria fucina di idee molte delle quali, purtroppo, non realizzate.
Il trio Frizzi Comuni Tonazzi si forma in quel di Udine nel lontano 1975 e può essere, a buona ragione, considerato uno dei capostipiti di un genere del quale i rappresentanti più famosi sono stati probabilmente gli Squallor il cui cantante, Alfredo Cerruti, quando direttore artistico della CGD, la casa discografica di Caterina Caselli, sarà guarda caso proprio colui che farà incidere al trio l’album “Melodia*”.
L’autrice prende per mano il lettore, facendogli ripercorrere tutta la storia del gruppo, a partire dal primo incontro fra Enrico Tonazzi, Sandro Comini e Massimo Frizzi, tutti nati nel 1952 in Friuli, illustrando via via le varie esperienze non solo musicali, ma anche di vita stessa, così come i molteplici incroci con altri artisti, quale quello con Renzo Arbore, utilizzando molti aneddoti, alcuni veramente curiosi.
La produzione musicale del trio non si limitava a pezzi surreali e dissacranti, spesso scurrili e ancor più spesso cantati in friulano anziché in italiano, ma si estendeva a pezzi di un certo impegno culturale, dimostrando come al di là della poca risonanza ottenuta nel grande pubblico, il gruppo Frizzi Comini Tonazzi stesse tracciando nel panorama musicale italiano un solco ben più esteso di quello che avrebbe potuto sembrare a prima vista.
Interessanti gli intrecci fra la storia del gruppo nel suo complesso, le singole storie di vita dei tre componenti, e le storie di vita di molti personaggi del mondo dello spettacolo, fra i quali Loredana Bertè e Gianni Morandi.
Il libro è scritto con uno stile tagliente, arguto e frizzante, di fatto un’intelligente esplorazione di una particolare tipologia musicale definita da Livia Aymonino, già assistente di Caterina Caselli alla CGD, come inclassificabile, ironica, astratta e musicale insieme.
Lucia Burello ripercorre tutta la vicenda storica del trio, a partire dal primo album (Le craccole, 1975), proseguendo via via con i successivi (Squarciando a cantagola 1976, Abordo 1978, Melodia 1979, Ritmo provinciale 1982, Se volete la musica gratis fatevela da soli 1985, Intimo 1989, Calma 1991, Prove vol I 1992, Marmellando 1995, Muridiridi 2002, Whoops Sea you in Valbruna 2003, Rammendo se proprio devo 2007, Mestieri 2013, Sinfonia n. 3 2022), illustrando al lettore anche la vita privata dei tre componenti il gruppo nei periodi “morti” dalle vicende musicali.
Da notare che la particolarità del prodotto musicale del trio Frizzi Comini Tonazzi non stava solamente nel surrealismo dei titoli e delle parole (esempio: “Ah potessi avere una bella ragazza pulita” oppure “Un pezzo a cui siamo molto cari”), ma nel coinvolgimento di artisti di fama mondiale, come quando ingaggiarono Vernon Nash, già tastierista di Joe Cocker a Woodstock per l’incisione del secondo disco per la CGD, così come nell’ideazione di manifestazioni culturali particolari, quale il “festival della canzone funebre” e prima di tutto, nella realizzazione di sonorità indefinibili, cangianti, a volte progressive rock, a volte funky, altre volte semplici ballate quasi country.
Per questo può essere limitativo classificare il loro genere solo come appartenente al rock demenziale, alla stregua di quello di altri gruppi come gli Squallor prima e gli Skiantos successivamente; il libro stimola nel lettore l’idea che quanto realizzato dal trio Frizzi Comini Tonazzi rientri più in un filone musicale e, in senso più ampio, culturale, che partendo da Ettore Petrolini passa per Enzo Jannacci e Giorgio Gaber per arrivare, ai giorni nostri, fino a Elio e le Storie Tese.
Un libro sicuramente da leggere per riuscire ad apprezzare un gruppo musicale poco conosciuto ai più, ma che è stato un tassello importante di un genere musicale scarsamente esplorato dalla critica
Articolo del
02/07/2024 -
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