Inverno 1981. Il dj Kevin Throat e il chitarrista Red Crotalo si incontrano casualmente in una radio del pesarese. Un feeling immediato tra i due dà vita al progetto di una band metal, i Revenge, alla quale ben presto si aggregano il drummer Erik Lumen e il bassista Lambo. I quattro dimostrano sin dalle prime uscite un grandissimo potenziale, vincono il contest che potrebbe cambiare la loro storia (Cento Torri Rock) ma, per rimanere fedeli al proprio sound, senza cedere a commistioni con un pop più vendibile, gettano al vento l'occasione di poter incidere un disco con l'etichetta Ariston di Milano. Di lì innanzi riescono a costruirsi una nomea più che discreta negli ambienti del rock italiano, registrando anche una demo di buon livello, “Hotzone”. Tuttavia, le occasioni per il salto di qualità definitivo mancano, e così i Revenge sono costretti a sciogliersi sul finire del decennio. Nel bel mezzo degli anni 2000, un'improvvisa nostalgia per quei quattro ragazzi che avevano fatto breccia in molti cuori di metallo dà l'avvio al lancio di un progetto discografico che ne riprenda il materiale d'archivio, denominato appunto “Archives”. Così, come novelle fenici, i Revenge d'un tratto rinascono dalle proprie ceneri, e sulla scia di questo nuovo successo si riuniscono (con un nuovo bassita, Vallo) dando la vita, oltre trent'anni dopo la propria nascita, al primo album ufficiale: “Survival Instinct”. Sarebbe interessante sapere cosa sarebbe accaduto alla band se questo disco fosse stato pubblicato nella decade originaria. Ad ogni modo, sebbene abbiano smesso di suonare per un lasso di tempo così lungo, i quattro marchigiani dimostrano, con questa fatica discografica, una freschezza compositiva a tratti sorprendente. “Survival Instinct”, infatti, non è un album che malinconicamente mette in risalto i limiti imposti dal trascorrere del tempo. Anzi, è la dimostrazione di come il tempo possa essere utile per far maturare il proprio talento sino a raggiungere standard molto alti di qualità. Nel disco in questione vi è tutto ciò che si sarebbe potuto trovare in un buon album anni '80: riff granitici, assoli al fulmicotone, ritornelli da arena, melodie AOR e ballate strappalacrime. Un tuffo nel passato rivestito, qua e là, da una patina moderna che rende il tutto ancor più convincente, evitando che il prodotto possa essere etichettato come ‘fuori tempo massimo’. D'altronde, la data di scadenza è qualcosa che la musica, fortunatamente, non possiede. “Survival Instinct” è aperto dalla granitica Dead or Alive, autentica scarica di adrenalina la cui unica pecca è un leggero caos riscontrabile negli assolo, che invece si mantengono molto più ordinati e godibili nei brani seguenti (ad esempio in Shelter, pezzo di minor impatto ma condito da un lavoro chitarristico notevole). La title-track si pone come seconda traccia, ed è in sostanza il brano che più cerca di mescolare un hard rock classico a elementi più vicini all'estetica contemporanea, riuscendo bene nel proprio intento. Crazy Nights, terza traccia del lotto, è in assoluto il punto più alto del disco: un vero e proprio pezzo AOR ottantiano, con quel tipico sound grezzo reso maggiormente dolce e arioso da una ricerca melodica sofisticata. I Revenge dimostrano di saper così conciliare il proprio animo istintivamente metal con il necessario ragionamento del genere adult oriented. Un qualcosa di simile viene tentanto anche in Bite the Bullet e Not the Same, buoni brani che, tuttavia, non si avvicinano alla qualità dell'antesignana. Can't Hold Me Down si basa totalmente sull'orecchiabilità del ritornello, senza eccedere in pretese, così come Cannonball, brano heavy metal nudo e crudo, fondato non tanto sul refrain quanto sul riff principale. La quinta traccia Flying e la conclusiva Home Again sono, infine, le due ‘power ballad’ dell'album, tra loro simili e al contempo differenti. Se entrambe, infatti, si fanno notare per l'ottimo equilibrio tra momenti di grande intensità e momenti più leggeri, confezionati in arrangiamenti perfetti, la prima porta a tali estremi il pathos da rischiare di divenire melensa, mentre la seconda ci propone una melodia poco originale (ovviamente), ma sincera. Nel complesso, “Survival Instinct” testimonia lo stato di grazia del quartetto marchigiano, e rende giustizia alle loro capacità. È un album completo, in cui si mettono in mostra il cantato versatile di Kevin Throat e la perizia tecnica di Red Crotalo, senza che venga, però, oscurato il lavoro della sezione ritmica. È l'affiatamento tra i quattro membri il protagonista assoluto del disco: una caratteristica che rimane impressa e che merita applausi e congratulazioni. I Revenge sono una fenice: ci auguriamo che questa seconda vita possa regalargli (e regalarci) maggiori soddisfazioni.
Articolo del
23/09/2014 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|