C'è la forza estrema delle voci interiori, quelle che divorano l'anima, che urlano verso un vuoto insostenibile tra le profondità più oscure della mente nello spettacolo “Flammenwerfer” andato in scena al Teatro Argentina, nell'ambito del Romaeuropa Festival.
“Flammenwerfer” è una rappresentazione di teatro musicale vivo, ipnotico, grondante di abissi di senso, realizzato dalla compagnia teatrale danese Hotel Pro Forma per la regia di Kirsten Dehlholm e Marie Dahl, che esplora la sostanza pura dell'angoscia e le sagome creative e psichiche del pittore svedese Carl Fredrik Hill, che dopo una diagnosi di schizofrenia paranoide, trascorse anni in isolamento producendo oltre 4.000 opere, molte delle quali oggi custodite al Malmö Konstmuseum.
In questo universo fatto di visioni pungenti e acute, con musiche e testi originali di Blixa Bargeld e con l'aggiunta di alcune composizioni di Nils Frahm, le voci sono lo strumento dello spettacolo, la strada uditiva per scardinare i recessi della follia. Si crea così un vortice di echi di memoria e sofferenza, in cui le magnetiche parole cliniche di Blixa Bargeld si fondono alle maestose trame operistiche dell'ensemble vocale IKI, e le sue urla, spesso reiterate, divengono grida disperate e lancinanti in quel buco nero chiamato pazzia.
Una performance divisa in atti, o meglio un viaggio tra i tormenti delle fasi della malattia mentale, con scene, costumi e proiezioni firmate da Henrik Vibskov, Jesper Kongshaug e Magnus Pind, che viene letteralmente attraversata dalle sovrapposizioni scenografiche in controluce, infinite e impalpabili, della pittura di Carl Fredrik Hill come via inesorabile verso l'allucinata distorsione della realtà.
“Flammenwerfer” è abitare la solitudine del delirio con il potere immerisivo di musica, arti visive e teatro. È il dolore che spezza in due la scena; il suono, la parola, la voce come forma di indecifrabile presenza e mai di assenza; l'arte come cura estetica, e di significanza, a tutti i mali del Mondo.
Articolo del
30/09/2025 -
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