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Febbraio: un mese corto, freddo, ma unico per gli appassionati di musica e, soprattutto, del Festival della canzone italiana.
In principio fu il 29 gennaio 1951. Dal SZalone delle Feste del Casinò municipale di Sanremo viene trasmessa, in diretta radiofonica sulla Rete Rossa della Radio, la prima edizione del Festival di Sanremo. A presentarlo, l’inconfondibile voce garbata ed elegante di Nunzio Filogamo che, a partire dal 1952, conia il suo storico saluto: «Miei cari amici vicini e lontani, buonasera ovunque voi siate». Le canzoni in gara sono venti per tre soli interpreti: Nilla Pizzi, che vincerà con Grazie dei fiori, Achille Togliani e il Duo Fasano. La kermesse musicale è passata dalla radio alla tv (a partire dal 1955), da una a cinque serate, dall’essere un concorso più per autori ed editori e per la promozione della regione Liguria alla più seguita rassegna nazional-popolare della canzone italiana.
C’è chi lo snobba facendo finta di ignorarlo, chi lo aspetta tutto l’anno, chi ne segue solo un pezzetto, chi resta incollato allo schermo facendo le ore piccole. Ma la verità è che tutti ne parlano perché “Sanremo è Sanremo”, come afferma questo famosissimo slogan che deriva dal titolo della sigla rap-melodica di apertura dell’edizione del 1995. Negli anni, ci sono state canzoni impegnate, come Una casetta in Canadà di Gino Latilla, 1957, Per Elisa di Alice, 1981, Signor tenente di Giorgio Faletti, 1998, Pensa di Fabrizio Moro, 2007. Ci sono state canzoni imbarazzanti, maliziose e trash, come Toccami di Tom Hooker, 1981, Era bellissimo di Dj Francesco, 2004, Italia amore mio di Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, 2010. Ma anche canzoni anticonformiste e all’avanguardia, come Nel blu, dipinto di blu di Domenico Modugno, 1958, Contessa dei Decibel, 1980, Tutti i miei sbagli dei Subsonica, 2000, Morirò d’amore di Giuni Russo, 2003, Il postino - amami uomo di Renzo Rubino, 2013. Ci sono stati infine brani di una bellezza e una profondità rare come E non finisce mica il cielo e Almeno tu nell’universo di Mia Martini, 1982 e 1989, Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi, vincitore nel 2007, Ho amato tutto di Tosca, 2020.
La storia del Festival di Sanremo è la storia dell’Italia, dei nostri valori, dei nostri costumi, dei nostri vizi, di una società che è cambiata, pur restando, nel bene e nel male, fedele a se stessa, dei nostri talenti musicali. In questa puntata speciale la ripercorriamo tra canzoni, protagonisti, look ed eventi. Come sempre non manca uno sguardo al presente.
Anni ‘60 - 26 gennaio - 6 febbraio 1961 L’undicesima edizione di Sanremo è quella del ricambio generazionale, di voci straordinarie come quelle della Pantera di Goro Milva e della Tigre di Cremona Mina, di giovani spavaldi come Giorgio Gaber e poeti raffinati come Gino Paoli. È il Sanremo di Adriano Celentano e Little Tony che cantano 24 mila baci, brano rock ‘n’ roll che si posiziona al secondo posto, registrando uno straordinario successo popolare. Celentano desta scalpore cantando, per quasi tutta la durata della canzone, di spalle al pubblico, azione oggetto di discussione persino alla Camera dei deputati. Come riporta il quotidiano Il Secolo XIX, il cantante, che si presenta sul palco in divisa perché stava svolgendo il servizio militare presso la caserma Morelli di Popolo di Torino, per partecipare al Festival è costretto a chiedere una licenza speciale all’allora ministro della difesa Giulio Andreotti. È la prima volta in cui a decretare il vincitore è un referendum popolare abbinato all'Enalotto; per avere i risultati ci vogliono nove giorni. A vincere sono Betty Curtis e Luciano Tajoli con Al di là, scritta da Carlo Donida Labati e da un certo Mogol.
- 27 gennaio 1967 Dopo aver cantato, in coppia con la cantante italo-francese Dalida, Ciao amore ciao, brano che parla dell’alienazione di un uomo catapultato in una grande e moderna città, Luigi Tenco, a soli 28 anni, si suicida. Nonostante l’ottimo connubio tra canzone d’autore e pop, il brano non arriva in finale. Si consuma allora la tragedia. Tenco, cantautore inquieto e decadente, si spara un colpo di pistola alla tempia destra nella camera dell'Hotel Savoy. L’esclusione del pezzo dalla gara canora ha influito su questa tragica decisione di Luigi. Il cantautore lascia infatti un messaggio d'accusa: «Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi».
Anni ’70
- 24 - 26 febbraio 1972 La ventiduesima è la prima edizione del Festival non più organizzata dall’Ata, la società di gestione del Casinò, ma dal comune di Sanremo. Inoltre, per la prima volta, ogni canzone ha un solo interprete ufficiale. Cambia anche la composizione della giuria: un gruppo viene sorteggiato tra gli abbonati del telefono, un altro è formato da componenti di comunità sociali come caserme e ospizi, un terzo è formato dal pubblico del Casinò. Il Festival è a rischio. La Cisas, uno dei sindacati dei cantanti, accusa il comune di ripetute violazioni al regolamento in materia di cantanti da invitare e canzoni da ripescare. Vince I giorni dell’arcobaleno di Nicola Di Bari, costretto a modificare il testo in quanto ritenuto troppo esplicito nella descrizione della "prima volta" di un'adolescente. È l’anno di molti esordienti: Gianni Morandi con la sua Vado a lavorare, Carla Bissi alias Alice con Il mio cuore se ne va, Marcella Bella con Montagne verdi, il gruppo beat I Nuovi Angeli con Un viaggio in Inghilterra e i Delirium con Jesahel, inno hippie cantato dal gruppo capitanato da Ivano Fossati, del quale fanno parte anche Mario Lavezzi, Oscar Prudente e un ragazzo francese caricato mentre faceva l’autostop. La splendida Piazza Grande di Lucio Dalla si piazza solo all’ottavo posto.
- 1° marzo 1975/28 gennaio 1978 In gara ci sono le canzoni Ragazza del Sud e Gianna che descrivono due tipi di donna completamente diversi. Il primo brano vince Sanremo nel 1975 ed è cantato dalla prima cantautrice della storia della kermesse, Rosangela Scalabrino in arte Gilda, anche se non viene riconosciuta come tale. Gilda narra di una ragazza che vive in un contesto arretrato, ricamando il suo nome sul lenzuolo della dote nuziale e aspettando il suo primo amore. La 25ª edizione è tra quelle di minor successo, a causa del boicottaggio delle case discografiche che rifiutano di mandare al Festival i propri artisti di spicco; stessa cosa succederà nel 2004. La Gianna di Rino Gaetano, invece, è una donna libera e contradditoria, come tutti gli italiani, pieni di vizi che nascondono dietro a un finto perbenismo. La prima canzone del Festival a contenere la parola sesso si classifica al terzo posto nel 1978. Il cantautore si presenta con un look estroso, indossando un frac costellato di medaglie, un papillon bianco, un cilindro nero e scarpe da ginnastica Mecap, suona l’ukulele ed è accompagnato dalla sua band, i Pandemonium.
Anni ‘80
- 5 febbraio 1983 Nella 33ª edizione del festival di Sanremo L’italiano di Toto Cutugno si piazza al quinto posto. La canzone, tra le più conosciute al mondo, viene premiata dal pubblico, che le fa vincere, con ben 548.085 voti, il concorso di pronostici Totip, da quell’anno abbinato al Festival. Cutugno si piazza anche al secondo posto nella classifica del Premio della Critica, vinto dai Matia Bazar con Vacanze romane. Il brano di Cutugno fotografa i vizi e le virtù del popolo italiano, dell’Italia con: «gli spaghetti al dente, un partigiano (Sandro Pertini) come presidente, troppa America sui manifesti, la moviola la domenica in tv, col caffè ristretto, le calze nuove nel primo cassetto e una Seicento giù di carrozzeria». Si tratta di un Festival dei record, con ben 36 canzoni in gara tra Big e Nuove Proposte e con, grazie al concorso Totip, la più lunga schedina dell’anno.
- 13 - 15 febbraio 1986 Gli anni ’80 sono un decennio in cui si dà molta importanza al look e Sanremo non fa eccezione. Gli artisti studiano i loro outfit anche e soprattutto per far parlare di sé. Così, nell’edizione condotta da Loretta Goggi, vinta da Eros Ramazzotti con Adesso tu, seguito da Renzo Arbore con la sua Il clarinetto, piena di doppi sensi, Anna Oxa, alla sua quinta partecipazione con È tutto un attimo, si mostra sensuale in un vestito nero con cappuccio che lascia l’ombelico scoperto. I look audaci della cantante fanno discutere anche nel 1978 e nel 1999. Ma a destare scandalo è Loredana Bertè, alla sua prima partecipazione con la canzone Re, scritta dai fratelli Armando e Pino Mango, quest’ultimo in gara quello stesso anno. La Bertè si presenta sul palco in un minidress Versace di pelle nera con borchie e un finto pancione, simulando una gravidanza. «Forse la gente crede che una donna incinta debba per forza soffrire in un letto e aspettare il lieto evento con un medico e una levatrice a fianco, invece che ballare, cantare, ed essere se stessa soprattutto in quei momenti così importanti per lei», dichiara la Bertè a TV Sorrisi e Canzoni. A causa delle polemiche, la cantante si vede revocare il contratto con la CBS.
Anni ’90
- 20 - 24 febbraio 1996 Nicola Fasani detto Faso, bassista, Davide Civaschi detto Cesareo, chitarrista, Paolo Panigada detto Feiez, polistrumentista, Sergio Conforti alias Rocco Tanica, pianista e tastierista, Christian Meyer, batterista e Stefano Belisari in arte Elio, cantante e frontman sono i sei strampalati musicisti degli Elio e le Storie Tese, in gara al Festival con La terra dei cachi, canzone che si piazza al secondo posto nella classifica finale dopo Vorrei incontrarti fra cent’anni di Ron e Tosca e vince il Premio della Critica, intitolato da quell'anno a Mia Martini. Il gruppo è ancora sconosciuto al grande pubblico ma famoso per le sigle del programma Mai dire Gol. Il pezzo coinvolge ogni strumento dell'orchestra, è pieno di citazioni musicali e altamente ironico e dissacratorio nei confronti dell’Italia della malasanità, delle stragi mafiose, della violenza negli stadi, dove tutto si risolve con l'auto-assoluzione e il “volemose bene”, magari a tavola davanti «du spaghi» o «una pizza in compagnia». In ogni serata la band stupisce con look stravaganti: parrucchino nella prima, braccio finto nella seconda, look casual ma versione della canzone a velocità triplicata (poiché il regolamento prevede la riduzione della durata dei brani a un minuto) nella quarta e versione Rockets (gruppo francese di rock elettronico) argentati nella finale.
- 18 - 22 febbraio 1997 Il quarantasettesimo Festival di Sanremo è l’undicesima e ultima edizione condotta da Mike Bongiorno, affiancato da Valeria Marini e da un irriverente Piero Chiambretti vestito da angelo e, nella serata finale, da diavolo. Viene vinta dal duo Jalisse con Fiumi di parole, che aveva esordito l’anno precedente nelle Nuove Proposte e che arriverà quarto al successivo Eurovision Song Contest, mentre il Premio della Critica viene assegnato a Patty Pravo con ...E dimmi che non vuoi morire. Tra gli esordienti nella categoria Campioni troviamo il cantautore Francesco Baccini, i Pitura Freska con l’originale Papa nero, canzone reggae in veneziano e la boyband Ragazzi Italiani. Nella categoria Nuove proposte vincono Paola & Chiara con Amici come prima, ma ci sono anche Alex Baroni con Cambiare, Niccolò Fabi con Capelli, vincitore del Premio della critica, e Mikimix, che otterrà poi successo con il nome di Caparezza. Il rock al femminile è rappresentato da Carmen Consoli con Confusa e felice, pezzo tra i più belli della “Cantatessa” che però viene eliminato a causa di un meccanismo del regolamento che permette a un quartetto di Nuove Proposte dell’anno precedente di accedere alla categoria Campioni. Al posto di Carmen passano Silvia Salemi, Marina Rei, gli O.R.O. e i Jalisse.
Anni 2000
- 3 marzo 2001 La 51ª edizione del Festival di Sanremo viene vinta da una giovane Elisa, che si aggiudica anche il Premio della Critica. In Luce (tramonti a Nord Est) l’artista triestina fa riferimento ai tramonti della sua terra natia e canta per la prima volta in italiano, presentandosi sul palco a piedi scalzi, con un look total white, formato da maglia e pantaloni. La canzone era stata scritta dalla cantautrice in inglese con il titolo Come Speak to Me (Vieni a parlarmi) e tradotta in italiano con l'aiuto di sua mamma e di Zucchero Fornaciari. Il testo, ricco di metafore e similitudini, racconta di una coppia che non riesce a comunicare e a condividere un progetto di vita. Il sound è astratto e minimale, in linea con lo stile dell’epoca e con la personalità di Elisa. Quella del 2001 è un’edizione tutta al femminile, sia alla conduzione, affidata a Raffaella Carrà, che sul podio, che vede al secondo posto Giorgia e al terzo la potente voce di Silvia Mezzanotte, nuova voce dei Matia Bazar. Altra protagonista, anche se da dietro le quinte, è Caterina Caselli, produttrice di Elisa e dei Gazosa, gruppo rock che vince nella sezione Giovani con Stai con me (Forever).
- 17 - 21 febbraio 2009 Giuseppe Povia, in arte Povia, scatena il dibattito dell’opinione pubblica a partire dall’annuncio del titolo della canzone che porta in gara a Sanremo. Luca era gay racconta la storia di Luca, un ragazzo che cambia il proprio orientamento sessuale: «Luca era gay e adesso sta con lei» è il verso con cui comincia il testo, suggerendo che essere gay è qualcosa che si può cambiare. Le polemiche sono tante, alimentate dalla decisione di non rendere pubblico il testo prima dell’inizio del Festival. Da Roberto Benigni a Francesco Grillini, molti personaggi nella settimana della kermesse propongono punti di vista alternativi a quello del cantautore. Ogni sera Povia si esibisce sul palco portando un cartello con scritte diverse, come “Nessuno in fondo sa come è fatto un altro” e “Ognuno difende la sua verità”, cercando, senza successo, di sottrarsi alle critiche. Povia, difensore della famiglia tradizionale, riceve persino minacce di morte.
Anni 2010
- 15 - 19 febbraio 2011 A partire da questa edizione il Festival di Sanremo torna a essere il meccanismo di selezione per la partecipazione all'Eurovision Song Contest; dal 2015 sarà la canzone vincitrice della kermesse ad accedere alla competizione europea. A vincere sia il Festival che il Premio della Critica sono Roberto Vecchioni con Chiamami ancora amore e, nella categoria Giovani, Raphael Gualazzi con Follia d’amore. Roberto Benigni fa un intervento sull’Italia e i suoi politici e sull’inno di Mameli, entrando all’Ariston su un cavallo bianco, mentre srotola il tricolore italiano. Viene reintrodotta la serata delle cover, già sperimentata nel 2004, che da allora si è sempre svolta, ad esclusione del 2018 e del 2019, gli anni della conduzione e della direzione artistica di Claudio Baglioni. Per festeggiare il 150º anniversario dell'Unità d'Italia, la serata viene chiamata Nata per unire e vede gli artisti in gara reinterpretare, da soli o con ospiti, brani storici della musica italiana. Da ricordare la cover di O surdato 'nnamurato proposta da Roberto Vecchioni con Lucio Fabbri al mandolino e Here's to You - La ballata di Sacco e Vanzetti reinterpretata dai Modà con Emma. A vincere la serata è Al Bano che canta Va, pensiero con Yannis Ploutarchos e Dīmītra Theodosiou. Tra le cover più rilevanti degli anni successivi ricordiamo: The World Became the World, versione inglese di Impressioni di settembre della PFM, che vince la serata nel 2012, reinterpretata dai Marlene Kuntz con Patti Smith, Amara terra mia di Domenico Modugno, cantata da Ermal Meta, vincitore della serata nel 2017, Amandoti dei CCCP - Fedeli alla linea, portata sul palco dai Måneskin con Manuel Agnelli, Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco, reinterpretata da Gaia con Lous and the Yakuza e Del mondo, dei C.S.I. (formazione successiva dei CCCP) cantata da Max Gazzè e Daniele Silvestri, tutte nella serata cover del 2021.
- 6 - 10 febbraio 2018 Il gruppo Lo Stato Sociale canta Una vita in vacanza, canzone che arriva al secondo posto, vince il Premio della Sala Stampa "Lucio Dalla" e che diventerà una hit radiofonica. I cinque amici bolognesi parlano di come possiamo arrivare a definire la nostra identità in base al lavoro che svolgiamo, di come essere disoccupati possa diventare uno status symbol, che spinge a trovare impieghi alternativi, dal «caso umano al pubblico in studio», passando per «l’analista del calciomercato e il toy boy». Sul palco non sono soli: con loro c’è Sarah Patricia Jones, in arte Paddy Jones la «vecchia che balla» del testo che, a 83 anni, si scatena in una danza acrobatica con il suo partner Nico Espinosa. La canzone, tra il serio e il faceto, tra un ritmo scanzonato e un testo impegnato, fotografa la situazione della crisi, economica e valoriale, dell’Italia contemporanea. La sessantottesima edizione del Festival viene vinta da un’altra canzone sociale, Non mi avete fatto niente, cantata da Ermal Meta e Fabrizio Moro, ispirata alla lettera che Antoine Leiris, marito di Hélène, uccisa nell’attacco terroristico al locale Bataclan di Parigi nel 2015, scrive ai terroristi.
E nel 2022?
- Gli artisti in gara Sono 25, riuniti in un’unica categoria, senza distinzioni tra Campioni e Giovani. Con quest’anno, siamo a quota 2.094 canzoni presentate sul palco di Sanremo in 72 anni. Nuova veste (probabilmente anche nel look, dopo quella di un San Francesco che si spoglia nel 2020) per Achille Lauro, accompagnato dall’Harlem Gospel Choir. Il suo brano, Domenica, è, come ammette lo stesso Lauro, «divertente, coinvolgente e spensierato» ma il testo sembra essere un pastiche delle sue precedenti canzoni. Il cantautore rap Jacopo D’Amico, in arte Dargen D’Amico si presenta in gara con Dove si balla, una canzone che parla dell’impossibilità di ascoltare musica e ballare (in particolare la musica dance) a causa della pandemia. Margherita Carducci, alias Ditonellapiaga e Donatella Rettore, in arte Rettore, portano all’Ariston Chimica, un pezzo che farà ballare, energico e tosto, come le due cantanti. Il testo, diretto e malizioso, ha un ritornello martellante. Della chimica necessaria in una relazione parla anche O forse sei tu, brano dal testo poetico e delicato di Elisa, che torna in gara ventuno anni dopo la sua unica partecipazione (e vittoria) al Festival che, secondo la cantautrice, negli ultimi anni è in uno stato di grazia. Dopo aver vinto nel 2012 con Non è l’inferno, torna sul palco dell’Ariston Emma, con il brano Ogni volta è così, una canzone, con una sorta di citazione a Sei bellissima della Bertè, che parla di amore e di quanto le donne vengano giudicate a priori. A dirigere l’orchestra nelle sue esibizioni sarà Francesca Michielin. L’amore è al centro dei brani di Giusy Ferreri, che si concentra sul suo aspetto dolceamaro in Miele e di Highsnob e Hu, che parlano delle relazioni tossiche in Abbi cura di te. Noemi si racconta nuovamente al Festival, questa volta con una canzone ritmata sull’imparare a dire ti amo che si chiama proprio Ti amo non lo so dire.
Il cantautore napoletano Giovanni Truppi esordisce a Sanremo con Tuo padre, mia madre, Lucia, una ballata, una canzone d’amore personale (la Lucia del titolo è sua figlia) che racconta l’essenza dell’amore e dei suoi lati oscuri. Fabrizio Moro torna all’Ariston con la canzone d’amore Sei tu, colonna sonora del suo film Ghiaccio. Giovani artisti in gara sono il ventunenne Aka 7even con Perfetta così e la cantante spagnola Ana Mena con Duecentomila ore. Esordio assoluto anche per il secondo classificato dell’ultima edizione di Amici, Sangiovanni, che canta Farfalle, un brano apparentemente semplicissimo, nato da un suo periodo di crisi introspettiva. Dall’altra parte troviamo i veterani Gianni Morandi con il carico e ritmico Apri tutte le porte, Iva Zanicchi, l’unica donna ad aver vinto il Festival tre volte, con Voglio amarti, un inno all’amore che non ha età e Massimo Ranieri, artista a 360° che canta Lettera di là dal mare, una canzone classica, che parla di un viaggio infinito, quello di tanti migranti. Gli unici gruppi in gara sono La Rappresentante di Lista, per la seconda volta al Festival con Ciao ciao, un brano dal ritmo solare sulla fine del mondo e Le Vibrazioni, che portano all’Ariston la canzone Tantissimo, sulla necessità di trasformare il dolore in qualcosa di positivo.
Dopo un anno pieno di successi l’inedito duo formato da Mahmood e Blanco si presenta in gara con Brividi, un brano ispirato ad un sogno che parla del voler dare tutto in amore. Il 2021 è stato un anno importante anche per il rapper Rkomi che esordisce all’Ariston con Insuperabile, una canzone sull’amore pericoloso e senza riserve. Seconda volta all’Ariston per Michele Bravi con la sua Inverno dei fiori, una canzone d’amore intima che parla dell’imparare a essere felici e a bastarsi. Irama canta Ovunque sarai, pensando alle persone care che non ci sono più. Da Sanremo Giovani arrivano il diciannovenne Matteo Romano, con Virale, una canzone sull’amore contemporaneo, i ventiseienni Tananai con l’energica Sesso occasionale e Yuman con Ora e qui, un invito a cogliere l’attimo, quello in cui ci sentiamo finalmente noi stessi.
- La conduzione e gli ospiti Il Festival è condotto per il terzo anno consecutivo da Amadeus. Ad affiancarlo ogni sera ci sono cinque co-conduttrici, in ordine: le attrici Ornella Muti e Lorella Cesarini, Gianluca Gori, alias la star del web Drusilla Foer, le attrici Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli. Superospiti della prima puntata i Måneskin, che, dopo un anno di successi incredibili, tornano sul palco che li ha visti vincitori nell’ultima edizione, i Meduza, trio di producer italiani di musica dance, la campionessa del ciclismo Elisa Balsamo il tennista Matteo Berrettini. Nella seconda serata ci sono Laura Pausini, che canterà per la prima volta il singolo Scatola e illustrerà i suoi progetti per il 2022 e, per la prima volta sul palco dell’Ariston, Checco Zalone. Esordio al Festival anche per Cesare Cremonini, altro atteso superospite. Ci sarà anche Fiorello, arrivato a sorpresa a Sanremo poco prima del Festival. I suoi interventi saranno sparsi nelle varie serate (sicuramente la prima) e puntuali. Altri superospiti annunciati sono Colapesce e Dimartino, partecipanti dello scorso anno con la hit Musica leggerissima. Tra gli ospiti minori non mancano gli attori legati alla promozione di fiction e programmi Rai come Anna Valle, Lino Guanciale, Luca Argentero, Raoul Bova e Nino Frassica, Gaia Girace e Margherita Mazzucco.
- L’organizzazione delle serate e il regolamento Si tratta di un Sanremo che deve ancora fare i conti con la pandemia da Covid-19. Per questo gli artisti effettueranno un tampone ogni 48 ore e dovranno limitare i loro spostamenti a quelli dall’hotel al Teatro Ariston, che torna ad ospitare il pubblico. Confermato il PrimaFestival: Roberta Capua, Paola Di Benedetto e Ciro Priello, a partire dal 29 gennaio subito dopo il Tg1 delle 20, ci conducono dietro le quinte della kermesse. Orietta Berti e Fabio Rovazzi commenteranno tutte le serate del Festival in uno show che si svolgerà sulla nave Costa Crociere, sponsor del Festival, ormeggiata al porto di Sanremo. Durante le prime due serate si esibiranno tutti gli artisti in gara (12 nella prima e 13 nella seconda), votati dalla Sala Stampa, composta da giornalisti della carta stampata, della tv e della radio. Alla fine di ogni sera sarà stilata una classifica provvisoria e, al termine della seconda, la classifica di tutti e 25 i brani in gara secondo la Sala Stampa. Durante la terza serata riascolteremo i 25 brani in gara, giudicati al 50% dal televoto e dalla giuria demoscopica, formata da mille abituali consumatori di musica. I voti si andranno a sommare a quelli delle due serate precedenti, formando una nuova classifica provvisoria. Nella quarta serata dedicata alle cover a decretare il vincitore di questo torneo parallelo sono il televoto (34%), la giuria demoscopica (33%) e la sala stampa (33%). Durante la quinta e ultima serata si riascoltano tutti e 25 gli artisti in gara, giudicati esclusivamente dal televoto. La classifica si sommerà a quelle delle serate precedenti e darà i nomi dei tre finalisti. Azzerando i risultati precedenti, una nuova votazione, equamente suddivisa tra televoto, sala stampa e giuria demoscopica, decreterà il vincitore.
- La serata delle cover Nella terza serata ogni artista reinterpreta, da solo o con un ospite nazionale o internazionale, un brano degli anni ’60, ’70, ’80 o ’90. Viene decretato un vincitore. Ecco la lista delle canzoni: Achille Lauro con Loredana Bertè, Sei bellissima, 1975; Aka 7even con Arisa, Cambiare, 1997; Ana Mena con Rocco Hunt, medley; Dargen D’Amico, La bambola, 1968; Ditonellapiaga e Rettore, Nessuno mi può giudicare, 1966; Elisa, What a feeling, 1983; Emma con Francesca Michielin, …Baby one more time, 1998; Fabrizio Moro, Uomini soli, 1990; Gianni Morandi con Mousse T., medley; Giovanni Truppi con Vinicio Capossela, Nella mia ora di libertà, 1973; Giusy Ferreri con Andy dei Bluvertigo, Io vivrò (senza te), 1968; Highsnob e Hu con Mr. Rain, Mi sono innamorato di te, 1962; Irama con Gianluca Grignani, La mia storia tra le dita, 1994; Iva Zanicchi, Canzone, 1968; La Rappresentante di Lista con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra, Be my baby, 1963; Le Vibrazioni con Sophie and the Giants e Peppe Vessicchio, Live and let die, 1973; Mahmood e Blanco, Il cielo in una stanza, 1960; Massimo Ranieri con Nek, Anna verrà, 1989; Matteo Romano con Malika Ayane, Your song, 1970; Michele Bravi, Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi, 1972; Noemi, (You make me feel like) A natural woman, 1967; Rkomi con i Calibro 35, medley Vasco Rossi; Sangiovanni con Fiorella Mannoia, A muso duro, 1979; Tananai con Rosa Chemical, A far l’amore comincia tu, 1975; Yuman con Rita Marcotulli, My way, 1969.
Articolo del
01/02/2022 -
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