I Giannutri sono Luca Zaminga e Edoardo Scalco si sono conosciuti tra i banchi di scuola accomunati dalla passione per la musica. Il duo trevigiano, che suona insieme da quindici anni con vari cambi di formazione ha pubblicato il primo album nel 2018, "Avventure Tropicali" e due anni dopo "Al ritorno dalla campagna". I Giannutri si muovono nel genere alternative rock stupendo l'ascoltatore brano dopo brano. A dicembre 2022 pubblicano il loro omonimo EP "Giannutri" e li abbiamo intervistati per farci raccontare da dove ripartono in questo 2023. L'EP dei Giannutri è come un bigliettino da visita con cui il duo si ripresenta al pubblico. Presentano la loro musica e la propria filosofia. In questi quattro brani ci sono tutte le carte in regola per innamorarsi di loro
Ciao ragazzi, benvenuti su Extra Magazine. Iniziamo dal vostro nome, perché Giannutri? Giannutri è il titolo di un album di Concato che ci piaceva sia per le sonorità sia per il richiamo al Mediterraneo. Tra l’altro qualche anno fa siamo riusciti a mettere piede insieme sull’isola di Giannutri, che è vicino a quella del Giglio. Abbiamo scoppiato dei petardi, esplorato la fauna locale, fumato qualcosa e poi siamo tornati sulla terra ferma in giornata, navigando in battello con un mare molto mosso.
È la prima volta che passate tra le nostre pagine, quindi perché non ci raccontate un po' la vostra storia? Suoniamo insieme fin da quando avevamo quindici anni. Abbiamo avuto una pausa di una decina d’anni per esperienze di vita che ci hanno portati lontani l’uno dall’altro, Luca ha continuato a militare con alcune altre formazioni, tra le quali i Putiferio, Edoardo è stato spesso all’estero. Però l’amicizia è sempre rimasta in piedi, e pure la scintilla per la musica
Siamo arrivati a oggi con la pubblicazione del vostro omonimo EP. Molto interessante l'idea di “dividerlo” per stagioni. Come vi è venuto questo concept? Si tratta di una raccolta di brani che non avevano mai trovato una collocazione nei due album precedenti, una volta si sarebbero dette delle B sides. Un paio di questi brani erano stati scritti una quindicina d’anni fa. Mettendoli insieme abbiamo scoperto che recuperavano una loro particolare organicità, rappresentata appunto dai due lati del disco: uno più luminoso, pop-rock, l’altro più scuro legato ad ambientazioni post rock
Avete scritto i brani pensando che dovessero rappresentare le stagioni o scritti i brani avete capito che poteva essere una buona idea? Come detto il concept dell’album è maturato dopo aver scritto i pezzi, solo quando li abbiamo messi insieme abbiamo intuito il senso che li legava
Qual è il brano a cui siete più legati e perché? Tra i brani dell’EP forse Apollo 113, perché l’abbiamo fatta più volte nei live ma non riuscivamo mai a trovarle un posto “sensato” in una pubblicazione. Ora finalmente anche Apollo ha una casa. Trattandosi di un pezzo che parla di un missile perso nello spazio, metafora di una certa situazione interiore, direi che tutto sommato è un lieto fine
Nella vostra carriera troviamo tanti album/EP e pochi singoli, una strategia controcorrente. Come mai? Ogni album rappresenta un periodo creativo che ha bisogno di diversi capitoli, o canzoni, per esprimersi appieno. La logica del singolo forse non è quella che ci calza di più. Comunque, non dovendo rendere conto a nessuno, sia che nuotiamo con la corrente o controcorrente cambia poco. L’importante è riuscire ad approdare a Giannutri e noi l’abbiamo fatto. Con il mare mosso, peraltro
Progetti dopo l'uscita dell'EP? Abbiamo in cantiere un nuovo album per il 2023. Edoardo torna in Italia e contiamo di fare qualche data in estate per promuoverlo. Sarà un album molto suonato, questa volta saremo solo noi due sul palco. Allacciate i cinturoni
Articolo del
09/01/2023 -
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