Il grunge è stato quel movimento musicale e culturale che raggiunse il suo apice negli anni ‘90. Suoni distorti e testi introspettivi tersi di rabbia, rappresentarono una vera e propria rivoluzione per la società abituata alla musica mainstream degli anni ‘80. L’alienazione e la frustrazione esistenziale in cui si rispecchiavano i giovani sono sentimenti che trovano posto all’interno dei testi delle stesse canzoni.
Nonostante la sua breve durata nella scena musicale, il grunge ha lasciato un’importante impronta che, tutt’oggi, è presente nella cultura mondiale e che continua ad influenzare le nuove generazioni, ricadendo anche sulla musica.
Ovviamente, se si parla di grunge, non si può non parlare dei Nirvana e della figura di Kurt Cobain. La sua scomparsa prematura, insieme allo scioglimento dei Soundgarden e al tramonto degli Alice in Chain, ha decretato la fine di un’era e l’inizio di un’altra. Dal punto di vista discografico, la rottura con il passato ci fu nel momento in cui la SubPop, etichetta di Seattle promotrice degli artisti e dei valori grunge, iniziò a collaborare con la Warner Bros, cambiando, così, irrimediabilmente la propria rotta. A prendere le redini e l’eredità del grunge è stato proprio il batterista dei Nirvana, Dave Grohl che, armato di coraggio e voglia di andare avanti, ha sfidato i propri fantasmi e le proprie paure, creando uno stile tutto suo, contribuendo alla nascita e sviluppo del genere post-grunge.
Così, nel 1995 i Foo Fighters capitanati da Grohl, pubblicarono il loro primo e omonimo album che fu ben accolto dal pubblico, dando inizio ad una nuova e longeva era post-Nirvana. Questa nuova visione della musica più radio-friendly e con connotati ben precisi, iniziò a prendere il nome di post-grunge e a raggruppare svariate band oltre ai Foo Fighters (Blush, Stone Temple Pilots, Silverchair, Creed, ecc...).
La visione artistica di Dave Grohl e la sua abilità musicale sono due delle caratteristiche fondamentali che hanno contribuito in modo significativo all’evoluzione del suono post-grunge, combinando gli elementi del grunge con melodie orecchiabili e più accessibili.
L’importanza della figura di Dave Grohl non è solo legata alla parte musicale, ma anche stilistica. Al contrario di quelli che erano i principi del grunge basati sulla musica nata dal dolore, Dave ama la vita e questo amore lo trasmette anche attraverso i testi delle canzoni più positive rispetto a quelle appartenenti al grunge, genere con il quale mantiene, ad ogni modo, un forte legame.
L’instancabile voglia di vivere di Dave Grohl, scaturita dopo la morte di Kurt Cobain, si traduce anche nella sua irrefrenabile voglia di produrre non solo musica, ma anche film, documentari, libri, un po’ tutto ciò che possa farlo esprimere come artista a 360 gradi. In un’intervista rilasciata qualche anno fa, Dave ammette di essersi svegliato il giorno dopo la morte di Kurt Cobain ed aver ringraziato di essere ancora vivo. Da quel momento, ogni giorno, si sente fortunato ad esserlo. Superare e metabolizare il lutto, però, non è stato così facile. Durante il primo periodo, subito dopo la morte di Kurt, lo shock era talmente forte da non riuscire più a suonare e, solo dopo la permanenza in Irlanda, Grohl trovò la forza di andare avanti e formare i Foo Fighters.
Inizialmente, i Foo Fighters erano composti solo da Grohl che, impiegò tale nome per dare la sensazione che si trattasse di un gruppo con più persone, ispirato dai tanti libri sugli UFO che era solito leggere in quel periodo. Il termine Foo Fighters, infatti, deriva dalla nomenclatura data agli extraterrestri dai Militari dell’Aeronautica degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.
La storia di Dave Grohl come autore di canzoni risale all’epoca dei Nirvana. ‘Marigold’ fu uno dei primi brani che nacque dalla sua penna e di cui Kurt Cobain stesso ne andava molto fiero, a tal punto da volerlo includere all’interno del loro album, idea che Dave rifiutò per correttezza nei confronti del lavoro personale ed introspettivo del frontman. ‘Marigold’, però, non è l’unica canzone scritta da Grohl all’epoca dei Nirvana. ‘Friend Of a Friend’, brano contenuto nell’album ‘In Your Honor’ del 2005, in realtà è stato scritto anch’esso nella casa che Dave condivideva con Kurt a Olympia nel 1990. Il testo rispecchia le sue prime impressioni nei confronti dei nuovi compagni di band, rappresentando il ricordo dell’inizio della sua avventura con i Nirvana ed è, forse, l’unico testo che parli di Kurt.
I successi con i Foo Fighters hanno, dunque, confermato il potenziale che Dave aveva mostrato timidamente all’epoca dei Nirvana. La sua determinazione e voglia di vivere hanno trascinato il proprio gruppo in cima alle vette delle classifiche mondiali
Articolo del
05/03/2024 -
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