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Raffica
Dentro le pieghe di uno stato d’animo
di
Domenico Capitani
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Parliamo di un pop decisamente denso di quel glam internazionale anche portato a spalla da grandi soluzioni digitali. Raffaella De Falco si firma per la prima volta Raffica come a sancire una nuova nascita, un nuovo esordio. Esce per Disordine Dischi questo lavoro dal titolo “Panico”, canzoni dal forte appeal anche dalle primissime battute, che dietro la gestione e la narrazione del panico si nascondono forti parallelismi di questa nostra quotidianità. Un ascolto decisamente interessante che avremmo voluto vedere anche in video vista la fresca energia cinematica che si porta dietro.
Prima di tutto non posso esimermi: perché solo ora Raffaella De Falco diventa Raffica? Perché prima forse non era il momento giusto. Raffica è arrivato nell’anno dei miei 30 anni e penso che sia abbastanza simbolico.
Un bellissimo pop che però strizza forte l'occhio ai tardi '90 o sbaglio? Assolutamente sì. Sono gli anni della mia infanzia, e in questo disco volevo che ci fosse quello che involontariamente mi ha “formato”.
Quanta denuncia c'è nel disco? E qui sottolineo la bellissima "Aquiloni"... perché spesso la denuncia è rivolta a noi stessi in qualche modo vero? Più che denuncia, è un dichiarazione del rapporto con il corpo, in questo caso con il mio di corpo. Come se fosse una storia d’amore, analizzandone i punti di forza e le controversie.
"Discotrema" penso sia il vero vertice del disco: esce anche dal resto del disco, come pasta, come elettronica. Vero? Sono troppo di parte per poter scegliere un brano vertice. “Discotrema” sicuro ha una potenza particolare. Evidenzia il clubbing in una maniera molto singolare.
A proposito di elettronica: come ci hai lavorato e come l'hai sagomata? È venuto tutto in maniera naturale. Il lavoro di squadra con i ragazzi (Sam,Ludo e Vincenzo) ha fatto la differenza.
Vinile o digitale? Futuro o passato? Il vinile ha un sapore tutto suo che non potrà mai poter essere eguagliato dal digitale. E chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Tra passato e futuro scelgo sempre il presente. Ci sono delle difficoltà evidenti oggi, ma bisogna accettarle e non demonizzarle a priori.
Articolo del
10/04/2025 -
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