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Corde Oblique
Cries And Whispers
2025
The Stones Of Naples Records
di
Giancarlo De Chirico
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Nuovo album - dopo ben quattro anni di pausa - per le Corde Oblique, collettivo musicale che nasce nel 2005 ed è sempre stato diretto e guidato dal maestro Riccardo Prencipe, ex Lupercalia.
Il disco prende il titolo di ” Cries And Whispers” e vi anticipiamo che si tratta di un gran bel lavoro, diviso in due volumi: infatti a partire dalla traccia uno fino alla numero sei, abbiamo a che fare con “Cries” (Grida), mentre dalla traccia sette alla dodici ascolteremo “Whispers” (Sussurri). Un’ idea che prende spunto dal film “Sussurri e Grida”, scritto e diretto dal noto regista svedese Ingmar Bergman nel 1972. Sotto il profilo musicale Riccardo Prencipe e le sue Corde Oblique propongono dodici brani di cui dieci inediti e due “cover”.
Una musica piena, fatta arpeggi acustici di pregio, di passaggi armonici sempre molto ispirati e di un crescendo elettrico davvero molto interessante che arriva a toccare territori propri dell’hard rock e del rock progressivo degli anni Settanta. Ma l’ambientazione rimane folk, la musica affonda le sue radici in un contesto tipicamente mediterraneo che viene puntualmente sottolineato dalla voce ancestrale di Rita Saviano e dai passaggi di violino a dir poco struggenti di Edo Notarloberti. Hanno collaborato in sala di incisione anche Umberto Lepore, al basso, Alessio Sica, alla batteria, Michele Maione, alle percussioni e Luigi Rubino, alle tastiere.
Presenti come “special guest” in fase di registrazione Spiritual Front e Maddalena Crippa, voce narrante su “Christmas Carol”. Abbiamo notato come, rispetto agli album precedenti, il suono delle Corde Oblique sia diventato più internazionale, più elettrico e con evidenti venature “dark” e “metal”. Infatti se il Volume 1 “ Cries” accentua uno stile che si richiama al “post rock” e a certo “progressive metal”, come per esempio su” The Nightingale And the Rose” e su “ A Step To Lose The Balance”, il Volume 2 “Whispers” ci propone ambientazioni più eteree, una sorta di “ethno dark” che si dipana intorno a brani bellissimi come “Souvenirs d’un autre monde”, scritta dai francesi Alcest, che è stata trasformata in una composizione acustica molto interessante, e come “Tango di Gaeta”. In conclusione un disco intenso e decisamente ben fatto che consigliamo a quanti amano una musicalità complessa, armonie che sanno essere coinvolgenti e toccare sia la mente che il cuore.
Da ascoltare.
Articolo del
22/01/2025 -
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