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SARA SIMIONATO
UnderSee
2020
EMME Record Label
di
Riccardo Rossi
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"Il mio desiderio è che l’arte possa diventare una parte importante della vita di tutti e che non venga più sottovalutata come in tutti questi anni".
Rispondeva così Sara Simionato all’ultima domanda dell’intervista che le feci per Extra! Music Magazine ad inizio gennaio. Il suo album d’esordio, “UnderSee”, era uscito nel dicembre del 2020, sul finire del lungo tunnel oscuro che ciascuno di noi aveva attraversato nel corso di un anno da dimenticare.
Ennesima pregevole produzione discografica da parte dell’etichetta Emme Record Label, l’album si sottrae a qualsiasi catalogazione di genere attraverso brani che, abbracciando l’introspezione, la declinano distillata in un’infinita serie di meravigliose sfumature sonore.
“To undersee” vuol dire vedere le cose per ciò che sono veramente. Ogni brano per me è una piccola epifania; scrivere mi fa rendere conto di molte cose e mi fa ragionare su me stessa. Ho voluto che questo disco rappresentasse il mio rapporto con la scrittura e con la mia parte più intima, nella speranza che musica e parole possano risuonare in modo diverso in ogni ascoltatore”
La splendida voce di Sara risplende e dona un calore familiare alle parole mentre gli altri musicisti coinvolti (Luca Zennaro alla chitarra, Cristian Tiozzo alla batteria e Francesco Pollon al pianoforte, tastiere, synth) costruiscono e danno profondità a questo orizzonte musicale in continuo mutamento.
”I testi fanno riferimento a situazioni che ho vissuto e che mi hanno fatta crescere; in generale parlano di lasciarsi il passato alle spalle ed imparare a camminare con le proprie gambe.
“Fare Thee Well”, il brano che apre l’album, è emblema di questa contaminazione. Un preludio che volge ad atmosfere mistiche, con la voce in levare e la batteria in sottofondo che, con lenta grazia, accolgono coinvolgenti fraseggi di chitarra ed un meraviglioso uso del synth. Inframezzate ai brani principali troviamo alcune composizioni più brevi, piccoli boccioli musicali che richiamano i raffinati ed essenziali “Haiku”, espressione simbolo della poetica giapponese.
“When the Night Gets Colder” è il brano che preferisco. Nasce sommessamente tramite un dolce levare di piano sino a giungere ad un sospiro sommesso che muta in un canto libero e malinconico. E poi…ecco arrivare il funambolico crescendo della chitarra, che va a concludere il brano ricongiungendosi alla dolcezza iniziale.
“Ho un ricordo molto bello legato alla prima volta che ho capito che non avrei mai potuto abbandonare la musica, e riguarda una frase che disse mio nonno a mia madre dopo avermi sentita canticchiare come il mio solito. “Tua figlia ha una voce bellissima, devi assolutamente farla cantare”.
Un disco raffinato ed onirico che ribadisce ancora una volta la grande e variegata fucina di talenti che il sottobosco jazzistico italiano ha da offrire.
Articolo del
17/04/2021 -
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