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Fresu - Rubino - Di Bonaventura - Bardoscia
Ferlinghetti
2022
Tǔk Music
di
Riccardo Rossi
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“Leviamoci di mezzo In cimiteri d’automobili riappariremo tra qualche anno A raccogliere stracci e giornali Asciugarci mutande rattoppate al sedere Ai fuochi di spazzatura” - Lawrence Ferlinghetti, Junkman’s obbligato dal libro “A Coney Island of the mind”
Creare qualcosa di complesso e profondo come la musica è di sé un atto d’estrema passione, ma ancor di più questo è vero se l’intento ultimo è accompagnare non solo l’udito ma anche l’occhio dello spettatore nel caso di un album a corredo di una pellicola cinematografica.
Nel film-documentario The Last Beat di Ferdinando Vicentini Orgnani si racconta l’affascinante storia di Lawrence Ferlinghetti. La sua è stata una straordinaria esistenza che ha visto tra l’altro la fondazione nel 1953 della libreria City Lights a San Francisco, dove grandi nomi della beat generation come Allen Ginsberg, Jack Kerouac o Gregory Corso trovarono un porto franco ove demandare la pubblicazione delle proprie opere. Era un po' tutto Ferlinghetti, poeta e pittore ispirato ma anche attivista appassionato, dunque non sorprende che per la realizzazione di questa colonna sonora si sia fatto avanti una delle anime più multiformi del jazz italiano come Paolo Fresu.
Pubblicato il 7 ottobre 2022 su cd e digitale dalla Tǔk Music, “Ferlinghetti” astrae l’ascoltatore dal proprio tempo per trasportarlo all’interno di una realtà forse mai più presente, dove la malinconia del suono incontra la narrazione biografica. Nei 13 brani del disco, tutti associati a scritti dello stesso poeta statunitense, troviamo oltre a Fresu (tromba, flicorno, effettistica) musicisti di caratura altrettanto indiscutibile: Dino Rubino al pianoforte, Marco Bardoscia al contrabbasso e Daniele di Bonaventura al bandoneon).
Un collettivo questo da lungo tempo presente nel percorso artistico di Paolo, il quale con loro riesce in modo meraviglioso nel dar luce a brani intensi, emozionanti e crepuscolari, dove il fraseggio musicale di ciascuno diviene come sabbia sottilissima che scivola finemente tra gli stretti sentieri dell’immaginazione, sino ad aggregarsi in istantanee che illuminano con i loro colori straordinari differenti capitoli della vita di Ferlinghetti. E non è solo il calore del bandoneon, la dolcezza del piano o il canto ammaliante della tromba, c’è in questa musica tutta la tragedia dell’esistenza umana da cui il movimento giovanile dei beat ha tratto ispirazione per tratteggiare un’ideologia che, con coraggio, andava contro ogni canone imposto negli Stati Uniti degli anni Cinquanta.
Come Paolo Fresu infine scrive nelle righe che accompagnano il booklet di “Ferlinghetti”, impreziosito dalla cover e dai dipinti dello stesso Lawrence, l’album è stato registrato poco prima della sua morte avvenuta all’età di 101 anni il 22 febbraio del 2021.
Un disco da lasciar scorrere e in cui abbandonarsi alla riflessione, necessario mezzo per comprendere con cognizione, oggi più che mai, l’arte di ieri e di oggi.
Articolo del
26/10/2022 -
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