La storia della discomusic affonda le proprie origini nei primi anni ‘70, periodo in cui, negli Stati Uniti, l’influenza dell’afro-beat era ancora molto incisiva. Le serie ritmiche ripetute e scandite, i bassi e le batterie incalzanti, veri protagonisti della scena, avevano creato un fenomeno che, tra i giovani, iniziò a spopolare e, pian piano, sarebbe anche riuscito a oltrepassare i confini oceanici, espandendosi, così, in tutto il mondo.
Nonostante la discomusic fosse considerata, inappropriatamente, un genere musicale effimero, iniziò a spopolare tra i giovani e a dominare le classifiche.
In questo quadro culturale si posizionano i Bee Gees, gruppo formato da tre fratelli: Barry, Robin e Maurice Gibb che iniziarono a sfornare i successi legati alla discomusic, quasi per caso.
I Bee Gees, infatti, ancor prima di essere famosi per la discomusic e per il falsetto, toccarono varie sonorità. La loro passione per la musica nacque per gioco durante il Natale del 1955, quando i genitori, anch’essi musicisti, regalarono ai ragazzi, non ancora maggiorenni, una chitarra che iniziarono a strimpellare per ricavare un po’ di soldi. Nel 1958, per problemi economici, la famiglia Gibb decise di emigrare dall’Inghilterra all’Australia, continente nel quale iniziarono a mettersi in mostra in TV, grazie alla loro capacità di scrivere canzoni.
A livello discografico e musicale, però, anche all’epoca l’Inghilterra e l’America dominavano, lasciando all’Australia un ruolo marginale e, proprio per questo motivo, per provare ad aver successo, i tre ragazzi decisero di puntare sull’Inghilterra, inversione di rotta che li portò al successo. Una volta tornati nella loro terra nativa, riuscirono ad impressionare il manager dei Beatles con una demo. Inizialmente i Bee Gees,, a livello vocale e stilistico, ricordavano molto i Beatles. Proprio per questo motivo, la loro demo venne condivisa anche con il manager dei Cream che lanciò i Bee Gees come i nuovi Beatles, inviando alle radio la loro prima canzone.
L’intelligente scelta di non rivelare l’intero nome del gruppo, ma solo la lettera ‘B’, fece credere a tutti che si trattasse del nuovo singolo dei Beatles. Era il 1967 e i Bee Gees iniziavano la loro cavalcata verso il successo.
Il primo singolo dei Bee Gees, ‘New York Disaster 1941’, è una canzone che nacque durante un blackout in studio dalla chitarra acustica di Berry, che immagina di essere un minatore rimasto intrappolato in una miniera appena crollata e si incupisce per via della speranza che nutre il minatore nell’intento di salvarsi.
L’intreccio di voci, le sonorità, gli arrangiamenti orchestrali e qualche sfumatura rock and roll, folk o psichedeliche con melodie fuori dal comune sono tutte caratteristiche che hanno portato i Bee Gees dritti sulla strada del successo. Tutti i fratelli contribuivano alla composizione dei brani con dei ruoli ben specifici: Robin era il paroliere e voce principale, per lo meno nella prima parte di carriera; Berry componeva le melodie e Moris, polistrumentista, curava gli arrangiamenti.
I Bee Gees pubblicarono 6 dischi in 3 anni ed ebbero anche un importante seguito. La notorietà ebbe anche un impatto negativo, in quanto le tre personalità dei fratelli Gibb erano molto diverse tra loro e iniziarono ad emergere i primi sentimenti di invidia tra Berry e Robin, che portarono i Bee Gees, pian piano, verso una rottura temporanea. Quando i Bee Gees tornarono insieme, dopo un anno e mezzo di pausa, la musica attorno a loro era cambiata, così come anche i gusti della società.
La vera svolta si ebbe nel 1975 quando Eric Clapton consigliò ai Bee Gees di tentare di cercare spunti diversi a Miami, negli Stati Uniti. L’esperienza americana fu totalmente positiva, i tre ragazzi iniziarono a sperimentare tecniche nuove, l’uso dei sintetizzatori, atmosfere musicali diverse con ritmi funky, bassi corposi e ritmi sostenuti ed è proprio in questo contesto sperimentale che nasce il famoso falsetto. La nascita del fenomeno della discomusic è abbastanza graduale e la canzone che fa da spartiacque tra i Bee Gees di prima e quelli che si faranno largo nella discomusic con l’impiego per la prima volta del falsetto fu ‘Jive Talking’. Da quel momento i tre ragazzi riusciranno a ritornare sulla cresta dell’onda e a restarci per un bel po’.
Robert Stigwood fu la figura che contribuì maggiormente al successo dei Bee Gees, non solo perchè in qualità di manager, fu il personaggio che credette in loro, ma anche perchè sarà proprio lui l’artefice dell’esplosione dei Bee Gees con la ‘febbre del sabato sera’. Infatti, nel 1977 a Stigwood venne l’idea di creare un film da un articolo di giornale che descriveva le serate dei ragazzi della periferia di Brooklyn che intravedevano nei sabato sera passati in discoteca, una salvezza, una fuga dalle frustrazioni quotidiane.
I Bee Gees accettarono di scrivere le canzoni del film, frutto dell’idea di Stigwood e gliele consegnarono nel giro di una sola settimana. È bene specificare che, ‘La febbre del sabato sera’, non è un film frivolo, ma è un vero e proprio spaccato della società americana del tempo, mettendo in luce quelli che erano i problemi dell’epoca di emarginazione, violenza, droga e disagio giovanile. ‘La febbre del sabato sera’, oltre ad essere un fenomeno culturale, ha ottenuto moltissimi premi e fino all’arrivo di ‘Thriller’ di Michael Jackson, sarà l’album più venduto di sempre. È importante anche porre l’accento sul vero senso di alcune canzoni che, nonostante il ritmo allegro e giocoso, celano un diverso significato. ‘Stayin Alive’, ad esempio, in realtà, racconta la New York poco raccomandabile della fine degli anni ‘70, utilizzando parole molto dure.
La discomusic è stata, da sempre, un genere musicale schernito e, nel corso degli anni, ha preso connotati frivoli. In realtà, è bene ricordare che le origini della discomusic sono tutt’altro che frivole, in quanto, come detto in precedenza, affondano le proprie radici nella black music. Proprio per questo motivo, è bene sottolineare che la discomusic ha una propria dignità e un’importanza sociale. Nasce nei ghetti di New York, durante le feste abusive a cui potevano partecipare tutti, al di là della razza, del ceto sociale o del sesso, affermandosi come il genere musicale di abbattimento delle barriere sociali. Con la discomusic, inoltre, la donna diventa protagonista, impossessandosi della propria sessualità.
Alla fine degli anni ‘70 ci fu un vero e proprio boicottaggio nei confronti della discomusic. Le radio iniziarono a non voler trasmettere più le canzoni appartenenti a questo genere musicale e l’evento che scaturì questo declino si identificò nella “Disco Demolition Night” che ebbe luogo il 12 luglio 1979 al Comiskey Park di Chicago. Durante l’intervallo di una partita di baseball, vennero bruciati tutti i vinili di artisti della discomusic, decretando, così, il declino del genere musicale. Nell’immaginario collettivo, tale gesto fu paragonato ad un comportamento nazista, poichè faceva riferimento ad una vera e propria guerra etnica tra i sostenitori del rock e quelli della discomusic che, per la maggioranza erano omosessuali o minoranze afro-americane o latine
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05/01/2024 -
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