DITZ Never Exhale  2025  Republic Of Music/Domino Publishing di Ida Stamile

Never Exhale dei DITZ è furore, un po' come le loro infuocate e incessanti esibizioni dal vivo, corrosione sonora tra riff pesanti e fragorosi, bassi violenti e testi che tagliano come lame incandescenti.

Anche se la band di Brighton viene spesso inclusa in quel gran calderone post- punk, o meglio post-post - punk, in realtà “Never Exhale”, molto più del precedente debutto “The Great Regression”, scava il rumore sulla melodia, erodendola dall'intero e avvicinandosi maggiormente al noise più fragoroso e al post-hardcore più obliquo.

Il disco, uscito per Republic Of Music/Domino Publishing, si muove così tra furia incontrollata e sprazzi di quiete quasi silente, tra solchi sonori immediati e parole di disperazione tanto essenziali quanto latenti, tra repentini cambi ritmici ed effetti distorti adagiati su bombe sonore.

Si accendono così letteralmente i motori, per la precisione quelli di una Volvo, con “V70’”, inquieta e repentina intro sonora usata spesso dalla band nei loro set dal vivo. Come un fiume di carburante arriva poi l'irrequieta “Taxi Man” e la dirompente “Space/Smile”. “Senor Siniestro” è l'esplosione dell'elettricità che divampa e deflagra. “Four” è urla e distorsioni; “God On A Speed Dial” è vortice rumoroso e aggressivo e “Smells Like Something Died In Here” è tensione fittissima. Il noise claustrofobico di “18 Wheeler” cede infine il passo all'oscurità di “The Body As A Structure” e alla collisione definitiva di “Britney”, un lungo brano di oltre 7 minuti, pregno di stratificazioni sonore che si incendiano sul finale mentre Cal Francis recita e urla, come un mantra: “We build and We build and We build..”

Un disco che è una peregrinazione allucinata tra suoni e parole, intenso e forte, grezzo e ruvido, cupo nella sua essenza, come la rabbia che travolge e toglie il respiro. Articolo del  18/02/2025 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati